Tutto di fretta

Ommammamia. Sono tornato alle 16 circa dalla montagna. Quattro giorni di isolamento nel tentativo (fallito) di studiare. Poi finalmente torno a casa, anche un po’ stanco devo dire, e mi ritrovo a fare mille cose: dal sistemare le valige, al preparare le cose per l’allenamento, al guardare le mail (91 in tutto – senza contare quelle cestinate in automatico provenienti da facebook), al guardare il sito dell’università per apprendere che nel secondo semestre hanno finalmente organizzato in modo più umano gli orari, al chiudere il computer e recarsi agli allenamenti, al mangiare schifezze del Mc Donald e gufare (con successo) la partita del Milan, fino al tornare a casa a scrivere un nuovo post sul blog perchè oramai erano quattro giorni che marciva…

Ecco, dopo tutto questo sono pure fiero di aver scritto un periodo degno di Cicerone. Forse era meglio lasciarlo marcire per altri quattro giorni il blog, no? Vabbè… buona notte.

Milano e le sue piacevoli sorpese mattutine

Alle 8:30 di mattina già non ragiono più di tanto, fatico anche a capire che canzone sto ascoltando sul mio iPod, se poi ci mettiamo anche un esame di matematica che inizia un’ora dopo stiamo freschi.

Ora, chi è il pazzo maniaco furioso che ha deciso di piazzare fuori dalla fermata Piola della metro due tipi vestiti di nero fino alle caviglie, con cappuccio e volto coperto, con tanto di falce in mano? Se lo trovo la falce gliela metto dove dico io! (nel naso)

Scoprirò, poco più tardi, che si trattava di simpatici garzoncelli promoter di un nuovo videogioco, Dante’s Inferno. Molto simpatici… davvero! Mi avete fatto cagare in mano! Poi il gioco che promuovete ha una trama senza senso: “Dante, tornato dalle crociate…” ?!?!?COME?!?! TORNATO DALLE CROCIATE?!?!? O.o

Sala studio

Ecco, non dico di rimanere in silenzio di tomba. Se si parla un po’ sottovoce di sicuro il problema non si pone. Tuttavia se l’hanno chiamata Sala Studio, un motivo ci sarà… forse serve per studiare, no? Bè, a quanto pare all’unimi non va proprio così.

Oggi, giornata in cui mi ero seriamente deciso a studiare, mi sono recato in questa aula dove sembrava che chiunque avesse mangiato un megafono la mattina a colazione. Fortuna vuole che una simpatica ragazza si sedesse di fronte a me iniziando a tremare riproponendomi l’esperienza di un terremoto con conseguente sfasamento della vista, già abbastanza affaticata. Ma non è finita qui. Questa simpatica ragazza ha poi invitato due sue amiche a chiaccherare come delle oche davanti a me. Il mio cervello più o meno percepiva questo:

La sommatoria di x alla n… QUA QUA QUA … integrale di f di x … QUA QUA QUA

Ne sono uscito traumatizzato. Ho imparato da questa esperienza che è meglio studiare con dei tappi nelle orecchie, devo procurarmeli al più presto. Nel frattempo mi limiterò ad utilizzare le cuffie dell’iPod (e ad evitare le oche che passeggiano per l’università).

Colgo l’occasione per fare i miei complimenti all’Ivan (si legge AIvan) che ha preso un fantastico 30 nell’esame di matematica, quello per cui stavo studiando oggi.

L’ora è tarda

L’ora è tarda, certo, ma mi sentivo in dovere di scrivere un paio di righe, giusto per riassumere gli eventi che sono capitati in questi due giorni in cui non metto mano al blog.

Posso finalmente dire di aver sostenuto i miei primi esami da universitario. Lunedì ho dato lo scritto di programmazione (a cui seguirà la prova di laboratorio e l’orale), mentre martedì ho dato l’esame d’idoneità di inglese. Per ora sono a conoscenza solo del fatto di aver passato inglese… i miei primi 3 crediti 🙂 Per programmazione dovrò attendere ancora un poco per sapere i voti.

Lunedì sera, inoltre, la sezione arbitri di Lodi ha avuto come prestigioso ospite l’arbitro di Serie A, Nicola Rizzoli. Devo dire che è stata una bella serata, Nicola è un ottimo oratore e spiega in modo coinvolgente le sue idee. A prescindere dalle decisioni arbitrali che possono essere contestate o condivise, a prima vista pare una brava persona anche abbastanza acculturata e un ottimo arbitro di calcio.

Concludo questo piccolo report con una piccola perla riguardante la terrificante ATM. Vorrei dire solo questo: L’HO FATTA FRANCA!!! Vabbè, ora spiego meglio. Non ho fatto nulla di “illegale” alla fine della storia. Solo che, da bravo furbone, mi sono dimenticato di acquistare un biglietto urbano per poter prendere prima il treno lambrate-rogoredo e poi la metro fino a san donato. Il biglietto urbano copre anche il tratto ferroviario. Salgo sul treno con l’intenzione di acquistare il biglietto alla stazione di rogoredo. Ma ecco che arriva: il controllore!!! Fortuna vuole che i controllori delle FS non abbiano un dispositivo per verificare la validità delle tessere ATM magnetiche. Con nonchalance gli porgo il mio tesserino magnetico non “valido” e alla frase “apposto”, il mio volto si inonda di un sorriso beffardo rivolto al mio compagno di viaggio. Tengo a sottolineare che poi, per il tratto in metro, ho acquistato il biglietto… quindi, sommando tutto, non ho poi fatto il delinquente, ho solo posticipato il pagamento 🙂

Bene, ho scritto a sufficienza.

Bye Bye!

I tagli all’università

Credo che la prova più evidente dei tagli all’università sia il freddo tremendo che sto provando in questo momento in aula studio. Guardo fuori dalla stanza e vedo un paio di pinguini danzare allegramente a ritmo di musica, proveniente dalla stanza a fianco.

madagascar_pinguini

Bè l’articolo è finito qui… vi aspettavate altro? E vabbè…

See you soon, more to come!

Ma non si studiava all’università?

Politecnico di Milano
Politecnico di Milano

Giornata di grandi iniziative oggi a Milano nelle due università di piazza Leonardo e Città Studi. Tranquillo, alle ore 12:30 circa, scendo dalla metro in direzione unimi e passo davanti al Politecnico dove ad accogliermi ci sono non solo i 20 marocchini che cercano di vendermi qualcosa, ma bensì un sacco di studenti che cantano, bevono, mangiano e tentano di segnare un gol scavalcando una “barriera” di cartone nel bel mezzo di piazza Leonardo. Massì, niente di che… a quanto pare era una raccolta fondi per una adozione a distanza il cui motto era “E ricordatevi: il vostro fegato non è più importante dei bambini dell’Uganda”, riferito alle birre vendute per raccogliere i soldi.

Università degli Studi di Milano
Università degli Studi di Milano

Beato, con un allegro motivetto che sfuma lentamente alle mie spalle, mi reco in Città Studi, dove ovviamente la serietà degli studenti dell’Università degli Studi di Milano saprà accogliermi… invece il trinomio birra-salamelle-canzoni mi si ripropone, questa volta in una veste più “montanara”, con un motivetto del tipo “Eeeee vien giuuuuu dalla montaaaa-a-a-gnaaaaaaa” interpretato da una ventina di ragazzi.

Visto ciò mi sono diretto in aula, a seguire la mia ultima lezione teorica di matematica… pensando a cosa mi sarei perso.

I buoni propositi vanno sempre a morire

E’ inevitabile, non ci si può far nulla. Anche se con tutta la buona volontà la mattina ti svegli e, seriamente, pensi di portare in università il computer con il solo scopo di lavorare e programmare, inevitabilmente non lo fai. E’ più forte di me, più forte di chiunque. Aprire il portatile e dirsi “Ma… devo proprio?” e mettersi a fare i ca**oni su internet ascoltando musica, scrivendo sul blog e fregandosene del fatto che tra 2 mesi si ha un esame di progrmmazione e uno di matematica…

Ma è così che va la vita, quella che segue la filosofia del “perchè fare oggi quello che posso rinviare a domani?”. Non ci posso far nulla, faccio anch’io parte di quei poveri mortali che sentono l’irrefrenabile desiderio di vedere se ci sono aggiornamenti su facebook… Devo toglierlo quel cavolo di facebook, me lo dico tutti i giorni, Mi fa male, nuoce gravemente alla salute e allo studio… Ma, come titola questo post, i buoni propositi vanno sempre a morire…

Compagni d’università

Ecco cosa succede ad avere dei compagni d’università che sono dei cazzoni astrali… ci si trova da soli in aula mezzora prima dell’inizio della lezione a scrivere come dei cretini sul proprio blog per esternare il proprio dissenso nei confronti di costoro che, belli placidi, se ne stanno a dormire sotto le coperte mentre io mi seguo 2 ore di matematica. Grazie, la prossima volta non avvisate alle 8 di mattina!

EDIT: Pritam c’era =)

Videogiocare nuoce gravemente alla salute (mentale)

DragonBall Z Shin Budokai PSP

Oggi ho portato in università la mia PSP, tanto per passare un po’ il tempo in modo non proficuo. Con una grande genialata io, Ste e Pritam abbiamo deciso di giocare a dragonball a turno. L’esperimento ha prodotto i seguenti risultati:

  1. Tendenze omicide nei confronti dello sfidante di turno
  2. Delirio di onnipotenza durante l’esecuzione di mosse finali
  3. Parkinson temporaneo alle mani nel tentativo di creare delle combo con i pulsanti
  4. Insulti alla madre dello sfidante di turno
  5. Insulto, uguale al precedente, rivolto alla sfidante se di sesso femminile

Nel caso il gioco sia invece PES, le tendenze sono:

  1. Urlare “corri ca**o!” a ogni giocatore
  2. Insultare coloritamente ogni avversario
  3. Strabismo momentaneo considerando la grandezza dei giocatori
  4. Autoidentificazione in campione di calcio
  5. Avere sempre più ragione dell’arbitro

In ogni gioco però esiste una reazione comune: la tristezza, stile parente morto, quando la batteria si scarica.

La vendetta dei controllori

Non chiedo tanto dalla vita, ma una di quelle poche cose è la possibilità di prendere il primo pullman possibile che mi permetta di tornare a casa. Tre giorni a settimana viaggio sul filo di un rasoio, largo si e no 30 secondi, per riuscire a tornare a casa solo una ventina di minuti prima, che sembrano pochi, ma in realtà per me voglion dire tanto.

ico_atm.jpgOggi, quell’amorevole società chiamata ATM ha deciso che era venuto il momento di controllare se i suoi passeggeri avessero un documento di viaggio valido. E fu così che una schiera di diecimila controllori (una decina) munita di inquietanti taquini-multa ha sbarrato oggi pomeriggio l’uscita dal capolinea della linea gialla di Milano. Già dal treno capisco il mio terribile destino: perdere il pullman che di lì a 30 secondi sarebbe partito. Scatto verso l’uscita e al grido terrificante di “Prego il biglietto” estraggo in una frazione di secondo la mia tessera ATM, la porgo al controllore il quale inizia a guardarla, ma per troppo tempo. Con un balzo felino salto fuori dalla stazione, salgo le scale e vedo… il mio pullman partire di fronte ai miei occhi…

Oramai triste e rassegnato, mi siedo su una panchina a guardarmi sul mio iPod una puntata dei Griffin (guarda caso la prima in assoluto), puntata che mi prende particolarmente. Mi prende tanto che neppure mi accorgo del passare del tempo. Improvvisamente come una forza oscura mi dice di guardare l’ora. Terrorizzato volto lo sguardo a destra e vedo… il mio pullman! Dopo un “Oh, cacchio!” mi alzo, corro, vedo le porte chiudersi, agito le braccia come una ragazzina al concerto dei Jonas Brothers e finalmente salgo.

Così si concludono le mie avventure con i mezzi pubblici e non posso far altro che dar la colpa di tutto questo ai controllori. Sì perchè loro, come gli arbitri, sono un po’ i moderni capri espiatori della nostra società… quindi se perdo il pullman è colpa loro. TI ODIO ATM!