Sulla Civil Partnership nella cattolicissima Irlanda

 

Mi ha molto colpito qualche giorno fa la mail di un italiano qui a Dublino che annunciava il suo matrimonio con il suo compagno con cui convive da svariati anni. Certo, qui la chiamano “Civil Partnership“, ma il succo è lo stesso.

Perché nella cattolicissima Irlanda, che solo lo scorso Luglio 2013 ha legalizzato la pratica dell’aborto tra le proteste della parte cattolico-conservatrice della popolazione, oramai dal Gennaio 2011 è possibile per tutte le coppie conviventi, di sesso diverso o egual sesso, di essere riconosciuti di fronte alla legge, grazie al Civil Partnership and Certain Rights and Obligations of Cohabitants Act 2010.

La cosa che più mi piace di questa legge è che

The Act sets out the rights and obligations that civil partners have towards each other. These are broadly the same as the rights and obligations of married couples towards each.

La legge definisce i diritti e gli obblighi che i partner civili hanno nei confronti dell’altro. Questi sono ampiamente gli stessi diritti ed obblighi che ha una coppia sposata.

Gli stessi diritti e gli stessi obblighi. L’uguaglianza di fronte alla legge, un valore che, tra l’altro, è contenuto all’interno della nostra costituzione, quella Italiana.

Consiglio a tutti di leggere l’ottimo libro di Margherita Hack, In Piena Libertà E Consapevolezza (Amazon). Magari non condividerete come me tutte le sue idee, spesso radicali e profondamente anticlericali, ma sa farti riflettere e ragionare su molti aspetti quali unioni civili, testamento biologico e laicità.

Prima o poi ce la faremo a far diventare l’Italia un Paese civile.

Primarie PD 2013 – Voteró perché

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Questa volta il Partito Democratico ha fatto i compiti a casa e, anche se bisogna sborsare 4 pleuri, sará possibile votare per le Primarie 2013 anche dall’estero tramite voto online. (Per gli elettori all’estero: se ancora non vi siete registrati e volete farlo, oggi é l’ultimo giorno. Basta registrarsi qui).

E niente, Domenica voteró anch’io. Non sono tesserato del PD, mai stato tesserato di nessun partito. Ho votato lo scorso anno perché credevo nella causa.

Voteró alle Primarie del PD perché proprio non me la sento di lasciare una realtá politica cosí importante autodistruggersi all’ombra di un ricatto di governo e di dirigenti di partito che hanno fatto la guerra del 15-18.

Voteró alle Primarie del PD perché comunque penso che andare a votare serve per far cambiare le cose, perché non votando di sicuro le cose non si cambiano da sole.

Voteró alle Primarie del PD perché c’é un candidato che la pensa come me sotto quasi ogni aspetto, un candidato che seguo da diverso tempo, che ho visto lottare in Regione Lombardia prima, durante il governo di Formigoni, e alla Camera poi, andando contro quel pasticcio che sono state le larghe intese e la mancata elezione di un Presidente della Repubblica come Rodotá o Prodi.

Domenica 8 Dicembre voteró alle Primarie del PD e voteró Civati.

Noiosa

Partendo dal fatto che in uno Stato normale una situazione del genere non si sarebbe nemmeno venuta a creare, né l’elezione, né i 20 anni di governo, né la condanna, né la necessitá di un voto di decadenza.

Considerato poi che le dichiarazioni di “golpe” e “colpo di stato“, nonché di “alterazione della democrazia” siano palesemente infondate e, anzi, del tutto opposte al procedimento altamente democratico che si affronterá oggi, dove il Parlamento, espressione del Popolo Italiano, decide su di una questione.

Alla fine, tirate le somme, tutta questa vicenda risulta essere la solita storia, trita e ritrita.

Insomma, noiosa.

Quest’aria Irlandese; Finlandese.

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Un po’ come quando ero in Finlandia, che mi svegliavo la mattina per andare in università e mettevo piede fuori casa. Ad accogliermi ci sarà pure stato il grigiore autunnale, il freddo. Ma quell’aria, sottile, pulita, finlandese.

Ecco, qui in Irlanda è lo stesso. L’aria è fresca e profuma di Irlanda, un ricordo di camini accesi e rugiada. Non ti si attacca addosso come lo smog unto di Milano, né odora di kebab come le strade di Berlino.

E’ un’aria immacolata, e io la respiro. A pieni polmoni.

Un arbitro in Irlanda

Se siete arbitri, ma anche semplici calciatori, vi sarà ben chiaro come funzionano le cose in Italia: prima della gara l’arbitro controlla il campo, incontra i dirigenti, controlla tutti i documenti, fa il riconoscimento – “Il Signore vale per tutti!“, poi entrata in campo. Saluto, sorteggio, fischio. Inizia la gara.

Bene, ecco come funziona in Irlanda…

Leinster Senior League - La lega della FAI in cui arbitro
Leinster Senior League – Una lega della FAI

Arrivati al campo si notano subito 2 cose: la prima è che non ci sono recinzioni tra il terreno di gioco e il pubblico; la seconda è che gli spogliatoi sono un vero schifo. Niente obbligo di docce, servizi igienici o tavolini. Giusto una panchina su cui appoggiare il borsone mentre ti cambi.

I dirigenti, se così vogliamo chiamarli, si occupano di compilare un foglio con l’elenco dei calciatori. Non è richiesto nessun riconoscimento, controlli solo l’equipaggiamento e poi via, si inizia la gara. Non c’è modo di sapere se effettivamente il n°1 della Figlie Di Maria FC sia effettivamente Mario Rossi. Quello che viene scritto è preso per buono, e via di fiducia.

L’arbitro deve ricordarsi di portare le bandierine per gli assistenti di parte, nonché tutto il materiale per quanto riguarda i referti e l’elenco dei giocatori. Per disposizioni FAI (Football Association of Ireland), il cartellino giallo deve essere messo obbligatoriamente nella tasca sul petto della divisa, mentre il rosso nella tasca dietro dei pantaloni.

Finita la gara l’arbitro riceve in contanti il suo rimborso spese dalla società di casa per le gare di campionato, oppure da entrambe le società in caso di gare di coppa. Bisogna infine compilare il rapporto di gara: nome di chi ha preso il cartellino e lettera corrispondente alla motivazione. Inutile dire che vengono bellamente ignorate la maggior parte delle motivazioni per cui si ammonisce (es. non è prevista la motivazione “perdita di tempo”).

Insomma, l’organizzazione è un po’ così, alla cavolo. Non ci si sofferma troppo sulla burocrazia o sulle procedure pre/post gara. Si va, si arbitra, si torna a casa. E lì finisce.

Certo, a livelli un po’ più alti si hanno comportamenti diversi, ma nelle categorie amatoriali – tranquillamente associabili a 1/2/3^ categoria – è tutto poco serioso. Il che non è necessariamente un bene. Mi chiedo infatti cosa possa succedere nel caso si debba allontanare un allenatore? Dove va, fuori dal campo? Non ci sono recinzioni. E se un tifoso fa invasione? E se dovessi fare pipì prima di iniziare la gara? Ah, no, quest’ultima la so: la si fa a lato del campo come tutti gli altri calciatori.

Esordio, di nuovo

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Leggere la designazione: squadre, luogo, ora.
Preparare la borsa: divisa, fischietti, cartellini.
Arrivare al campo: il profumo dell’erba umida, i giocatori che si preparano, il pubblico che arriva.

Poi inizia la gara. Il mio mondo diventa quel singolo rettangolo verde ed i 22 giocatori che ci corrono sopra.

E non importa dove, quali squadre, quale età, quale nazione. Non ci rinuncerei per nulla al mondo.

Estorsione

Art.629. Estorsione
Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 516 a euro 2.065

Il PDL minaccia il PD di far cadere il governo in caso di voto contro B. Cosí facendo crea un danno all’Italia e agli italiani (gravando sulla spesa pubblica per sostenere nuove elezioni). Crea altresí un ingiusto profitto, dato che un condannato in 3o grado di giudizio rimarrebbe Senatore sebbene la legge prevede il contrario, quindi usufruirebbe di tutti i benefici di tale carica, sebbene non gli spetti vista la condanna.

Ma di preciso, in tutta questa vicenda, cosa rimane ancora di legale?

Si vede che hai studiato: 5 1/2

Liceo Scientifico. Il corso prevede 3 ore di inglese a settimana. La maggior parte delle volte però si tratta solo di letteratura. A parte i primi 2 anni in cui si studia la grammatica, poi è solo un continuo imparare autori, opere, inglese ottocentesco.

La mia interrogazione tipo era un parlare bene di cose che neanche capivo. Già da tempo guardavo le serie TV in lingua originale (primi tra tutti i Griffin, per evitare la censura italiana), mi esercitavo e cercavo da solo le parole, i modi di dire e anche gli slang.

Nonostante questo ogni interrogazione si concludeva con una frase:

Bravo, si vede che hai studiato. 5 1/2

Figurati se non avessi aperto libro.

E ora sono a Dublino da 1 settimana. Sono stato in giro per l’Europa spesso negli ultimi 3 anni, prima volta che rimango (rimarrò) così a lungo in una città la cui lingua ufficiale (insieme al Gaelico) è l’Inglese. E incontro tante persone, irlandesi e non. Con 5 irlandesi ho avuto la possibilità di parlare a lungo, di cose varie. A metà del discorso si arrivava alla fatidica domanda:

“And where are you from?”
“Italy, from a city close to Milan”
“Oh, nice! You speak a really good english!”

Tutti-e-cinque. Stessa frase. “You speak a really good english”.

E non è per tirarsela o cosa. Solo che io qualcosina, piccola piccola, ce l’avrei da dire a chi mi dava sempre 5 1/2.

E no, non è un grazie.

Si vede che hai studiato: 5 1/2

Liceo Scientifico. Il corso prevede 3 ore di inglese a settimana. La maggior parte delle volte però si tratta solo di letteratura. A parte i primi 2 anni in cui si studia la grammatica, poi è solo un continuo imparare autori, opere, inglese ottocentesco.

La mia interrogazione tipo era un parlare bene di cose che neanche capivo. Già da tempo guardavo le serie TV in lingua originale (primi tra tutti i Griffin, per evitare la censura italiana), mi esercitavo e cercavo da solo le parole, i modi di dire e anche gli slang.

Nonostante questo ogni interrogazione si concludeva con una frase:

Bravo, si vede che hai studiato. 5 1/2

Figurati se non avessi aperto libro.

E ora sono a Dublino da 1 settimana. Sono stato in giro per l’Europa spesso negli ultimi 3 anni, prima volta che rimango (rimarrò) così a lungo in una città la cui lingua ufficiale (insieme al Gaelico) è l’Inglese. E incontro tante persone, irlandesi e non. Con 5 irlandesi ho avuto la possibilità di parlare a lungo, di cose varie. A metà del discorso si arrivava alla fatidica domanda:

“And where are you from?”
“Italy, from a city close to Milan”
“Oh, nice! You speak a really good english!”

Tutti-e-cinque. Stessa frase. “You speak a really good english”.

E non è per tirarsela o cosa. Solo che io qualcosina, piccola piccola, ce l’avrei da dire a chi mi dava sempre 5 1/2.

E no, non è un grazie.