Mi ci costringono

Ogni anno sempre la stessa storia: orari fatti coi piedi, professori che devono imporre i giorni che gli fan più comodo per insegnare e studenti che devono andare in Giappone a comprarsi una nuvola Speedy (o Kinto, per gli amanti dell’originale) per poter essere presenti a tutte le lezioni. Certo, questo non sarebbe sufficiente dato che, ovviamente, ci sono pure lezioni sovrapposte. Mai semplificarsi la vita, ci manca…

Cooooooomunque, gisto per rendervi l’idea di quanto siano deformi e contorti gli orari:

Lunedì: 2 ore;
Martedì: prime 2 ore con 2 lezioni sovrapposte, l’una a 3,9Km dall’altra, seguite da altre 2 ore in un posto, per poi teletrasportarsi per altre 4 ore, sempre a 3,9Km di distanza;
Mercoledì: 2 ore;
Giovedì: 2 ore;
Venerdì: libero.

Mi sembra chiaro che qualcosa non vada nel Martedì… con 4 giorni su 5 praticamente VUOTI, spalmare le lezioni su questi no, eh? E siamo pure il dipartimento di informatica, abbiamo gente rispettabilissima nell’ambito degli algoritmi in grado di tirar fuori un orario decente. E tra le tante cose, mi spiegate che senso ha mettere un corso del 3° anno di informatica in Città Studi e non al Dipartimento di Informatica?

Lo so, mi lamento sempre (e forse questo post è pure un po’ contorto) ma non è possibile che sia sempre così. Sempre, sempre così.

PS. Non so davvero se “Mi ci costringono” sia italiano, ma mi piaceva il suono.

Abbonamento integrato per Milano: tutta fuffa.

A differenza di quanto detto qui, a quanto pare l’abbonamento integrato per Milano da 2 zone e mezza è pura fuffa. Oggi un simpatico controllore mi ha detto che il mio abbonamento valeva come il biglietto della piscina e che i suoi colleghi erano dei cretini .
Già, perché prima di lui ben 4 controllori trenitalia avevano accettato senza storie l’abbonamento… ottima omogeneità nel pensiero, eh…

Comunque ora dovrò, ancora, cambiare tipo di abbonamento. Grazie tipa dell’ATM che mi hai raccontato vaccate!

[EDIT] Treno del ritorno, altro controllore. “Ok, va bene. Grazie.” Ah, l’uniformità…

Day 2

Dopo un inizio di semestre all’insegna della matematica, ecco spuntare una materia prettamente informatica: Sistemi Operativi.

Simpatica presentazione del corso da parte del prof:

Questo è il primo corso davvero universitario che fate. Gli altri corsi erano di tipo pressapoco liceale. Qui dovrete studiare, studiare, studiare. Se studiate tanto lo passate, se studiate poco non lo passate.

[Altro sulla difficoltà del corso…]

Quando mi chiedono che differenza c’è tra Ingegneria Informatica al Politecnico e Informatica qui alla Statale, rispondo sempre: loro non hanno il corso di Sistemi Operativi. Perché? Perché gli ingegneri non ci arrivano a queste cose, non sono in grado di farle!

Grande gaudio tra la classe che, intimorita dall’incipit, si è subito sentita parte di una realtà elitaria (anche se, da fonti attendibili, pare che qualcosa di simile viene insegnato ad ingegneria…). Salvo poi rendersi conto della quantità esorbitante di studio previsto. Già studiare la materia non è la cosa più semplice del mondo, se poi ci si mette pure il libro totalmente ed esclusivamente in inglese, la cosa si complica ancora di più. Ma questo è il minore dei problemi (o la mia più grande fortuna).

La mattinata era iniziata con una voglia smodata di possedere un taccuino per le multe: faccio per entrare in città e una vecchietta, in auto, taglia amabilmente la curva puntando dritto dritto verso di me e costringendomi ad andare fuori strada per evitare che la mia auto si trasformasse in una variopinta lattina di cibo per cani. A quella vecchietta fischiano ancora le orecchie, tante gliene ho dette dietro.

Ma non è finita qui: arrivo ad un incrocio e trovo un incidente. Furbissima donna che tenta di cambiare corsia senza guardare negli specchietti viene presa in pieno sulla fiancata da un furgoncino. Naturalmente il triangolo era a 50 metri dall’incidente per avvisare le altre auto. Macchè, i due stavano lì a parlare al telefono, per dire poi chissà cosa “Pronto mamma, ho fatto l’incidente… no, no… torno a casa a mangiare. Sì, fammi la pasta al ragù…“. Dopo credo 5 minuti di senso unico alternato (in cui ogni-singola-auto si fermava a guardare quello che fosse successo, come se fosse uno spettacolo) i due geni posizionano il triangolo… attaccato alle auto. Ora, dico io: a che cazzo serve?!

E ci sarebbero anche i vari insulti rivolti ai simpaticoni che parcheggiano di traverso occupando tre posti, a quelli che, per qualche oscuro motivo, decidono di parcheggiare nell’unico punto in cui è possibile uscire dal parcheggio, costringendo gli altri guidatori a fare una retromarcia di 100 metri. Sullo sterrato. Con tipo 1 metro di larghezza. Bestemmie.

Simpatico secondo giorno quindi, e fortuna che la settimana finisce domani. Grazie carnevale ambrosiano.

Si ricomincia

Oggi ho ricominciato le lezioni all’università. Secondo semestre del secondo anno di Informatica. Sarebbe meglio dire di “Laurea in Matematica nascosta sapientemente dietro qualche computer infilato qua e là“. A quanto pare con il nuovo ordinamento, iniziato proprio con la mia annata, gli esami di matematica prolificano come funghi dopo una giornata di pioggia.

In due anni devo sostenere 5 esami di materie matematiche. Su 13 esami 5 sono solo di matematica! Se mi iscrivevo a lettere cosa mi trovavo, esami di “Benessere e cultura animale”?

Fortunatamente l’orario sembra decente, solo 2 giorni a settimana finisco nel pomeriggio, gli altri riesco sempre a tornare a casa per pasteggiare, il che mi permette di avere tutto il pomeriggio libero. Oddio, libero… devo studiare come uno stronzo, eh! Perchè se tutto va come deve andare… ma vediamo di non menare sfiga e passare oltre.

Prevedo un semestre molto, molto impegnativo. Dovrò limitare il mio cazzeggio sul pc (come sto facendo ora) e aumentare le ore di studio, nonchè integrare tutto con allenamenti ed arbitraggio nel fine settimana. Per non parlare poi della vita sociale: quella dovrò pure incastrarla da qualche parte.

Come dice il demotivational in figura:
COLLEGE: Buoni voti, Vita sociale, Dormire a sufficienza. Puoi sceglierne solo due.

Abbonamento integrato per Milano: chi incula chi?

Da diverso tempo mi stavo informando sulla possibilità di avere un abbonamento integrato Treno+Urbano per Milano. Ecco che scopro che Lodi, la stazione da cui parto per raggiungere il capoluogo, è parte del SITAM (Sistema Integrato Trasporti Area Milanese) e quindi è possibilissimo avere un abbonamento integrato.

Per sicurezza mi sono recato oggi all’ATM Point in Duomo e ho chiesto informazioni: la signora, davvero gentilissima, mi ha confermato questa cosa per l’abbonamento mensile per studenti (ho chiesto esplicite informazioni su questo tipo di abbonamento) e mi ha invitato a verificare presso i distributori automatici il prezzo. Lodi rientra nella “corona” 2 ½ zone.

Seguo le procedure per caricare un nuovo abbonamento sulla mia tessera per studenti e seleziono la voce “mensile urbano + 2 ½ zone” e, udite udite, il prezzo è… 58,50€: meno del solo treno!

Ora, o ho preso un’inculata pazzesca oppure questa fantastica scoperta mi farà risparmiare almeno 18€ al mese! E sputaci sopra!

Diciamo che aspetto ancora a cantare vittoria: al primo controllore che trovo sul treno vi farò sapere. Speriamo in bene.

Link utili:

ATM – SITAM

ATM – Tariffe abbonamento cumulativo per studenti

ATM – Zone e aree

 

Come se non bastasse

[ATTENZIONE: questo articolo contiene insulti e volgarità, nonchè palesi insulti verso esponenti di Comunione e Liberazione. Se questo ti può dare fastidio ti prego di non proseguire e, nel caso, lo farai a tuo rischio e pericolo.]

Bene, l’università pubblica non ha più soldi per mantenersi (mentre invece li regaliamo a quelle private) e come se non bastasse oggi il grande capo della Regione Lombardia (Roberto Formigoni n.d.r.) ha annunciato che ci saranno aumenti del 20-25% sui prezzi dei treni. Cazzo! 20-25% è un casino tanto! Io spendo 53,50€/mese per il treno già ora! Dal prossimo anno pagherò cosa, 60-65€? Ma siamo pazzi! Non esiste neppure una tariffa “studenti” come accade in tutti i paesi europei.

Poi cosa viene a dire il ciellino (Roberto Formigoni n.d.r.)? “Vogliamo garantire un servizio migliore agli studenti“. Ok, avete aggiunto 30 treni in più. Bravi. 30 treni in tutta la regione! Cristo, in tutta la regione! Non in tutto l’hinterland Milanese! Non prendiamoci per il culo (come stanno facendo da tempo). Il servizio ferroviario fa cagare. I treni sono insufficienti, puzzano, ritardano regolarmente, non ci sono posti a sedere, non c’è il riscaldamento, impiegano più tempo di quello indicato sulla tabella oraria. E ora pretendete di mettere un aumento? Ma vaff! Siete patetici!

Il governo ha tagliato i fondi per i servizi pubblici? Cazzo, e tu (Roberto Formigoni n.d.r.) sei pure a favore della maggioranza! Ma fatti un’esame di coscienza, porca vacca! Ciellino del cazzo!

Ecco, sono incazzato. Bravi, mi avete fatto incazzare. Ma non preoccupatevi, ve la farò pagare, vedrete!

Colpa della società

Il titolo sembra un po’ una minestra riscaldata di quello che si dice quando qualcosa non va nel mondo ma, in realtà, rappresenta perfettamente quello che voglio spiegare oggi.

Andando in università a Milano prendo una caterva di mezzi di trasporto, dai più affollati ai più vuoti, che mi fanno incontrare un numero inimmaginabile di gente. L’anziano, il giovine, la madre… Ogni categoria io la incontro. Capita spesso di subire il cosiddetto “continuo innamoramento casuale su mezzi pubblici“, ma anche di incontrare semplicemente persone dal viso simpatico che, per qualche oscuro motivo, ti attirano. Ecco, di quest’ultime voglio parlare.

Talvolta vorrei poter scambiare due parole con queste persone ma qualcosa mi ferma. Il viaggio in treno per tornare a casa dura una mezzoretta e avere una conversazione con qualcuno, giusto per passare il tempo, non è poi così malaccio come idea. Quindi cosa mi ferma? Suppongo sia la società, davvero. Per qualche ragione a me nascosta credo che il mio tentativo di parlare con un estraneo possa destare sospetti. Da parte femminile potrebbe sembrare l’ennesimo approccio atto a portare a letto la ragazza; da parte maschile un qualche tentativo di approccio omossessuale. Ma io vorrei solo scambiare due parole, che cavolo.

E’ così difficile dare fiducia a un estraneo. “Cavolo sì!” – mi rispondo da solo. Dunque perchè è così difficile? Non me ne capacito. Non posso accettare il fatto che la gente non si possa più fidare di un estraneo, di dirgli dove abita e dove lavora, quali sono i suoi hobby e passatempi. L’aprirsi agli altri è diventato troppo difficile.

Una cosa che ho sempre apprezzato del mio carattere è la capacità di relazionarmi anche con persone estranee senza problemi. Ultimamente questo è diventato molto più difficile, proprio per i motivi che ho elencato prima.

Io voglio provarci, voglio un giorno salire sul treno, incontrare una persona che mi ispira fiducia e iniziare una conversazione. Per lo meno un tentativo posso farlo. Un tentativo potreste farlo pure voi, miei lettori. Si sa mai che la voce si sparge e la gente inizierà ad essere più aperta e cordiale con il proprio vicino di sedile.
🙂

Patetici

Oggi le avverse condizioni ambientali hanno messo nel panico trenitalia. Si sa, in Italia non piove mai e quando succede è anche comprensibile che i treni subiscano ritardi o disagi in generale.

Arrivato in stazione per prendere il treno delle 12:45 mi accoglie un fantastico “20 minuti di ritardo” sul mio treno. Ok, non è poco ma non sono neppure di fretta. “Aspetterò” penso…

Alle 13:05 del treno neanche l’ombra, quand’ecco che arriva! Il treno? No, l’aggiornamento del ritardo che ora è salito a 40 minuti. Simpatici.

Alle 13:25 arriva l’annuncio: “Il treno delle 12:45 è stato soppresso. I passeggeri possono utilizzare come sostitutivo il treno delle 13:27…“.

Ecco che arriva il treno. Salgo. Mi siedo. Mi rialzo e vado ad ammassarmi nella zona porte. Perché? Bè, un simpatico capotreno mi fa notare che quella carrozza è di prima classe e che dovrei pagare un sovrapprezzo per rimanere seduto lì.

Ok, se fosse stato un viaggio normale avrei capito, avrebbe avuto ragione. Ma se tu, Trenitalia del ca**o, mi sopprimi un treno, mi dici di prenderne un altro e su quel treno non mi fai neppure sedere, allora VAFFANCULO! Siete patetici. Con che ratio mettete la prima classe su un treno regionale? Che poi cosa cambia da prima a seconda classe? Le poltrone? No! Tutto identico, dai sedili all’odore di metallo e formaggio. Solo una foglietto attaccato con scotch di carta segnala la differenza di classe.

Lo ripeto. Patetici.

Patetici

Oggi le avverse condizioni ambientali hanno messo nel panico trenitalia. Si sa, in Italia non piove mai e quando succede è anche comprensibile che i treni subiscano ritardi o disagi in generale.

Arrivato in stazione per prendere il treno delle 12:45 mi accoglie un fantastico “20 minuti di ritardo” sul mio treno. Ok, non è poco ma non sono neppure di fretta. “Aspetterò” penso…

Alle 13:05 del treno neanche l’ombra, quand’ecco che arriva! Il treno? No, l’aggiornamento del ritardo che ora è salito a 40 minuti. Simpatici.

Alle 13:25 arriva l’annuncio: “Il treno delle 12:45 è stato soppresso. I passeggeri possono utilizzare come sostitutivo il treno delle 13:27…“.

Ecco che arriva il treno. Salgo. Mi siedo. Mi rialzo e vado ad ammassarmi nella zona porte. Perché? Bè, un simpatico capotreno mi fa notare che quella carrozza è di prima classe e che dovrei pagare un sovrapprezzo per rimanere seduto lì.

Ok, se fosse stato un viaggio normale avrei capito, avrebbe avuto ragione. Ma se tu, Trenitalia del ca**o, mi sopprimi un treno, mi dici di prenderne un altro e su quel treno non mi fai neppure sedere, allora VAFFANCULO! Siete patetici. Con che ratio mettete la prima classe su un treno regionale? Che poi cosa cambia da prima a seconda classe? Le poltrone? No! Tutto identico, dai sedili all’odore di metallo e formaggio. Solo una foglietto attaccato con scotch di carta segnala la differenza di classe.

Lo ripeto. Patetici.

Orari

Alla fine sono usciti i tanto attesi orari delle lezioni.

Bene, ora io mi uccido.

Nel primo semestre ho 3 materie. Sembrano poche, già, eppure riescono a incasinarmi totalmente la settimana.

Lunedì: 8:30 – 12:30

Martedì: 8:30-10:30 (buco di 3 ore) 13:30-19:30 con tanto di teletrasporto alle ore 15:30 da Città Studi a via Comelico.

Mercoledì: 10:30-13:30 (buco di 1 ora) 14:30-18:30

Giovedì: 8:30-12:30 (buco di 1 ora) 13:30-17:30

Venerdì: 8:30 – 12:30

Addio vita sociale.