In un modo diverso

Una delle cose più mi ha fatto sorridere da quando sono qui è come fanno i bambini a divertirsi. Mi spiego meglio…

Se da noi in Italia si vedono i bambini mettersi a giocare a calcio con qualunque cosa, che sia un pallone o una bottiglia di plastica poco importa, qui i bambini giocano a hockey. Li vedi andare in giro con le loro mazze colorate, mettersi a giocare per strada usando magari castagne trovate ai piedi di un albero o la pallina che si sono portati da casa.

D’accordo, tutto questo non è così eclatante, ma è sempre qualcosa di curioso e simpatico, un’altra differenza tra due culture davvero diverse.

Lost in Google

Conoscete i theJackal? Sono un gruppo di ragazzi che fa video su YouTube… Ecco, questa descrizione è la peggiore che si possa dare. I theJackal sono un gruppo di ragazzi napoletani davvero molto bravi nel fare video. Curano tutto, dalla regia, alla recitazione, agli effetti, alla musica… insomma, sono una vera e propria casa di produzione indipendente.

Tre o quattro mesi fa hanno pubblicato il loro episodio 0 di Lost in Google, quella che dovrebbe diventare la loro web series. Potrei spiegarvi la trama, ma perchè farlo quando c’è il loro episodio a farlo? (E pure un videotutorial che spiega come funziona)

Episodio 0

Istruzioni

Lost in Google prende quindi i migliori commenti al video e da questi ne tira fuori le idee e le situazioni per l’episodio successivo. E’ geniale, non tanto per il fatto di utilizzare i commenti, quanto per come vengono usati dal team: riescono sempre a stupirti. I loro video precedenti pubblicati su YouTube sono fantastici, ma se continuano così, Lost in Google potrebbe diventare il loro capolavoro.

Vi consiglio in primis di iscrivervi al loro canale, poi magari visitare la loro pagina Facebook e, ovviamente, guardatevi il primo episodio!

Almeno sanno giocare a Hockey

Avevo già scritto da qualche parte dell’incapacità dei finlandesi nel calcio. Capita, d’altronde non si nasce imparati, eh! Certo è che almeno in uno sport sono bravi, l’hockey su ghiaccio.

Domenica sono andato a vedermi una partitona all’Harwall Areena di Helsinki, una sentitissima Finlandia-Svezia finita 3-4 per gli svedesi. Partita molto bella e emozionante, anche per uno come me che a malapena sa su cosa si gioca l’Ice Hockey.

Il palazzetto strapieno, tutti vestiti con maglie  bianche e blu, bandiere sventolate e cori da stadio, proprio come noi col calcio, solo che qui quando due giocatori si scontrano non si acclama al fallo, ma si incita alla rissa. Perchè, diciamocelo: vedere i giocatori in un’ammucchiata pazzesca a prendersi a bastonate l’un l’altro è da morire dal ridere!

Ci sono poi gli arbitri, una sottospecie di buttafuori che non hanno paura di tuffarsi addosso ai giocatori per evitare che si pestino. Quando vedevano che qualcosa stava per succedere facevano un salto e braccavano i giocatori, in quattro. Hanno tutto il mio rispetto.

E niente, la Finlandia ha perso, ma poco importa. Hanno giocato bene e ciò che conta è che mi sia divertito e che finalmente abbia visto una partita di Ice Hockey dal vivo.

Giusto tre foto per rendere l’idea (click per ingrandire):

Su Berlusconi e quant’altro

Ore 21:42 CET arriva la comunicazione ufficiale che Berlusconi ha rassegnato le sue dimissioni.

Minuto di silenzio.

Dopo questa discreta immagine in commemorazione dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, passo subito a una descrizione delle mie idee (perchè voi che state leggendo siete interessati a quelle che sono le mie idee, vero? Dai dai, dite di sì…)

Dunque. Innanzitutto. Per coloro che parlano di colpo di stato, Napolitano comunista, ecc ec. Vorrei ricordate che l’articolo 92 della Costituzione Italiana stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri sia scelto e nominato dal Capo dello Stato. Questo significa che, per quanto Berlusconi abbia rassegnato le sue dimissioni, il parlamento è ancora lo stesso scelto dal popolo nelle elezioni avvenute nel 2008. Non vi piace? La legge italiana è questa e questo prevede. Che poi il Capo dello Stato scelga il candidato premier della coalizione vincente come Capo del Governo, questo è legato al fatto che in parlamento gli sarà più facile guadagnarsi la fiducia nell’approvazione delle leggi, cosa che dovrà comunque guadagnarsi anche Monti.

Con questo sopraffino stratagemma letterario, passiamo a parlare di Monti, ma per poco.

Non so nulla del neo nominato Senatore a vita Mario Monti. Ho solo letto di ciò che ha fatto, ma null’altro. Non so se farà bene. Non so se riuscirà a compiere il suo lavoro. Quello che so è che la notizia delle dimissioni di Berlusconi ha fatto uscire dalla stampa estera quello che davvero pensano di noi, e che anche in passato non han celato più di tanto: siamo patetici. Lo siamo. Ci trattano come una nazione di serie B, come degli idioti che fanno il bunga bunga. Il Presidente del Consiglio ci rappresenta anche a livello internazionale e, purtroppo, a farlo era B.

Fatevi un giro per i siti di BBC, El Pais, CNN, Le Figaro… vedrete. Pensate, stasera Obama ha fatto gli auguri al nuovo governo italiano ancora prima che Berlusconi rassegnasse le dimissioni.

Io godo, gioisco, sono contento. Perchè? Perchè quando stai all’estero e ti senti in imbarazzo a spiegare a gente di altre nazionalità come si comporta il tuo (ex) Presidente del Consiglio, bè ci rimani male. Ora potrò quantomeno dire “Il mio Presidente della Repubblica ha usato tutto il potere concessogli dalla Costituzione per far sì che l’Italia possa uscire da un difficile periodo, sia economico sia di reputazione internazionale“.

PS. Reputo comunque e ancora l’Italia un Paese ignorante, nel senso che ignora ciò che è giusto fare per la sopravvivenza di tutti, a favore invece degli interessi personali. Ciò non significa trasformare l’Italia in URSS, ma semplicemente sarebbe bello, un giorno, vedere tutti gli italiani che la legge la rispettano invece di aggirarla per farsi i propri comodi e che eleggano persone che queste leggi le sappiano creare, nel bene del Paese e non del proprio portafoglio.

Andate in pace fratelli, B. non è più Presidente. Cantate insieme l’Alleluia.

Du iu spich inglisc?


Non ho fatto una stima esatta, ma credo che oramai il mio utilizzo della lingua inglese da quando sono qui sia arrivato a 3/4 di tutte le mie conversazioni. L’italiano lo uso per quando parlo con le persone in Italia e anche con gli italiani qui è molto più facile che ci si metta a parlare in inglese per non mettere a disagio le persone di altre nazionalità (non come fanno francesi e tedeschi che se ne sbattono completamente, ma lasciamo perdere…)

L’altra sera parlavo in generale della lingua inglese con due canadesi, tentando di difendere ancora una volta la mia ignoranza lessicale al riguardo. Spiegavo che in fondo non è colpa mia, o meglio, che la ragione per cui conosco più parole in inglese rispetto alla media dei miei coetanei è dovuta al fatto che mi guardo tante di quelle serie tv in inglese che oramai posso mandarti a tal paese in 20 modi diversi. Ma alla base di questo scarso vocabolario è la nostra scuola e come insegna l’inglese, o per lo meno come l’ha insegnato a me (in un modo comunque migliore della media, fortunatamente).

Alle elementari ho imparato i numeri, pronomi e verbo essere. Magari anche a dire “hello”. Alle medie ho imparato qualche verbo in più, ma niente di che. Alle superiori qualche parolina, giusto come dire “vomitare“, e poi la letteratura. Dio, la letteratura. Ora, perchè dovrei imparare la letteratura inglese? Considerando poi che usano una lingua arcaica e non quella parlata attuale! Io so dirvi che James Joyce ha scritto The Dubliners, oppure che “thou” era usato al posto di “you“. Ma non ho idea di come si dica “scaldabagno“, “cannuccia” (in realtà so la traduzione, ma sono due parole che ho imparato stando qui) o che “non ha senso” si dica “It makes no sense” invece di “It has…“, cosa che continuo a sbagliare.

Qui in Finlandia TUTTI parlano inglese, dal bambino di 6 anni all’anziano di 99+ anni. Tutti sanno come risponderti e hanno un vocabolario così ampio da sembrare quasi madrelingua. Quindi mi chiedo, perchè non si incentiva la conversazione e l’insegnamento dell’inglese in italia? Perchè limitarsi alle 3 ore settimanali al liceo e non farne altre 2 di sola conversazione sempre e solo con insegnanti madrelingua? Perchè rimanere ignoranti e vedere lo studente medio che sa dire, se sei fortunato, “Du iu uant bum bum uid mi?“. Ma no, alla fine l’importante è saper pronunciare bene aiPad, che fa figo con le tipe…

Mercatino delle pulci

Posto in un vecchio edificio, probabilmente una fabbrica, il Flea Market di Helsinki è un luogo pieno di cianfrusaglie e oggetti di ogni genere, dove puoi comprare a pochissimo vestiti, addobbi, stoviglie, residui bellici technologici, musica e tante, tante stupidate.

Il mercato si trova a Aleksis Kiven katu 17, Helsinki, circa 5 minuti di bus/tram dalla stazione di Pasila. Nel weekend è aperto dalle 9 e fin da subito è pieno di gente, tutti alla ricerca di qualcosa di economico da comprare. Non ho ben capito come funziona il sistema dei venditori, se puoi andare lì e vendere quello che vuoi o se invece devi “comprarti” il tuo spazio, ma sinceramente poco mi importa.

C’erano tante cose interessanti, ma anche tante inutili. Sono però riuscito a concedermi il lusso di comprare qualche stupidata, come una mitica maglia della Lazio di Veron. A 1€ non ci pensi su due volte e la prendi, che diamine! Ho pure trovato un contenitore per la macchina del caffè americano a 50 cent (nei negozi costa la bellezza di 19€, ladrocinio!); poi un adesivo per un amico e un libro per mia mamma (inizio fin da ora a fare i regali di Natale…).

Mi sono anche emozionato nel vedere pezzi d’antiquariato come la cassetta del gioco Tetris per GameBoy o quella di Mortal Kombat per N64, per non parlare dei telefoni cellulari di metà anni 90: altro che touchscreen, questi c’hanno Snake!

Insomma, un posto carino da visitare stando attenti al proprio portafoglio (all’entrata un bel cartello ti mette in guardia sui pericoli di furto). Non tutti gli stand hanno qualcosa di interessante da offrire, ma sono sicuro che in 10.000 mq di spazio – più o meno, eh – qualcosa che ti interessa lo trovi sicuramente. Decisamente particolare.

Alla ricerca di responsabilità

Non è tanto, però pensare che devi provvedere a te stesso, senza che nessuno ti solleciti ogni volta, non è cosa da poco. Non è difficile, certo, ma nemmeno immediato.

Una delle cose che più apprezzo del rimanere qui è la possibilità che ho di essere indipendente, di avere delle responsabilità maggiori di quelle che avrei in Italia. Se quando sono lì quello di cui mi devo preoccupare è di prendere l’abbonamento del treno, essere puntuale alle lezioni e nient’altro, qui io devo anche preoccuparmi della spesa, di cosa mangiare la sera – e a volte anche a pranzo; di pulire camera, di rispettare la settimana di pulizie dell’appartamento – bagno, cucina, pavimento; devo preoccuparmi del bucato, di prenotare la lavatrice per tempo, di stendere i panni e rimetterli a posto nell’armadio.

Io non mi lamento di queste cose, anzi sono grato della possibilità che mi è stata data di poter sperimentare questa vita che molti degli studenti qui presenti affrontano normalmente nei loro Paesi d’origine. Me ne rendo conto, per uno studente in Italia non è così facile prendere un appartamento e andarsene via da casa, il motivo principale è quello economico, lo posso constatare in prima persona. Certo è che ancora non concepisco la mentalità di rimanere in casa coi genitori anche quando si ha un lavoro stabile già da 3-4 anni.

Un po’ in generale l’Italia rende difficile il tutto, tra burocrazia e costi. Settimana scorsa, ad esempio, parlavo con il mio amico Olandese e mi diceva questo:

Io: “In Italia non è così semplice andare a vivere da soli, per motivi principalmente economici”
Erwin: “In Olanda se vivi con i tuoi genitori ed entrambi lavorano, lo stato ti finanzia 90€ al mese. Se lavora solo uno, invece, ti finanzia 250€ al mese”
Io: ” O_O ”
Erwin: “In più, se vivi da solo, ricevi altri 200€ in più al mese, quindi o 290€ o 450€. Il tutto a perdere, non devi né restituirli né altro. Inoltre per gli studenti tutti i mezzi di trasporto sono gratuiti nei giorni feriali.”
Io: “Ah…”
Erwin: “Però l’università è molto cara…”
Io: “Ah sì, e quanto costa?”
Erwin: “1600€ all’anno”
Io: “…”

E non è il primo caso di supporto allo studio che vedo. Penso alla Finlandia in cui non solo l’università è gratuita, ma gli studenti ricevono un minimo di 150€ al mese e hanno forti sconti sui mezzi di trasporto (50% minimo).

E’ facile capire come con tutti questi vantaggi lo studente è da una parte invogliato a studiare – e i genitori a spingerlo per lo studio, dall’altra è facilitato nell’essere indipendente, nell’organizzare la sua vita da solo, com’è giusto che sia.

PS. Mi sono reso conto che non ho mai mostrato bene il mio appartamento. Ecco una piccola galleria per mostrarvelo -> Flickr. (Sì, sembra tutto in ordine ma è solo perchè pure i miei genitori vogliono vederle queste foto!)

Come rendere usabile Ubuntu e Unity

Come avevo scritto qualche giorno fa, l’ultima relase di Ubuntu proprio non mi aveva convinto. Scelte grafiche e gestionali che rendevano l’utilizzo del mio pc una vera sfida. Una delle cose belle di Ubuntu, e del mondo GNU-Linux in generale, è la possibilità di modificare – per vie ufficiali e ufficiose – ciò che ti viene dato come già pronto, e adattarlo alle tue esigenze. Ecco, diciamo che dopo 3 giorni di lavoro posso dire che il mio pc è abbastanza adatto ad un utilizzo umano. Vediamo come.

Innanzitutto ho installato un altro gestore per lo switch delle finestre, l’ormai famosissimo e utilizzatissimo Avant Window Navigator, anche questo configurato a mio piacere. La barra laterale di Unity funge sempre da switcher per le finestre, ma basta ignorarla che comunque non da fastidio.

 

Ho parlato della barra laterale, quell’ecomostro che occupa 3/4 di schermo. Bene, installando CompizConfig Settings Manager ho potuto cambiare, attraverso il plugin per Unity (cercatelo nella barra della ricerca), la grandezza delle icone, la trasparenza della barra e altre piccole cose. Insomma, ora come ora la barra di sinistra è grande il 50% in meno e contiene l’elenco di tutte le applicazioni che uso più spesso. Diciamo che funziona.

 

 

Ora, come ben sapete Unity ha questo brutto vizio di non avere la lista delle applicazioni, ma di doverle tutte le volte cercare o fare giri che ci metti meno ad andare a Milano in auto durante l’ora di punta. Ecco che aggiungendo un bel repository (http://ppa.launchpad.net/diesch/testing/ubuntu) e installando una bella applicazione (classicmenu-indicator) ho ottenuto questo bel lanciatore che mi suddivide le applicazioni come Dio comanda.

 

C’era poi un altro problema, legato a Skype e alle applicazioni nella barra di notifica. In pratica, dato che la barra di Unity voleva fare tutto da sola, le notifiche di Skype venivano accorpate alla ca**o di cane nella barra di sinistra. creando problemi nel ripristino della finestra con conseguente impallamento di Skype che continua a ritornare errore. Per ripristinare tutto come si deve basta digitare nel terminale questo comando:

gsettings set com.canonical.Unity.Panel systray-whitelist “[‘JavaEmbeddedFrame’, ‘Wine’, ‘scp-dbus-service’, ‘Update-notifier’, ‘Skype’]”

Come ultimo punto, ripristinare il menu delle finestre. Unity porta il menu delle finestre nella barra superiore. Per cambiare questo, è sufficiente digitare nel terminale il seguente comando:

sudo mv /usr/lib/indicators3/6/libappmenu.so /usr/lib/indicators3/6/libappmenu.old

Fatto ciò, nella barra superiore, con applicazione a tutto schermo, rimarranno solamente il titolo e i pulsanti adibiti alla chiusura, riduzione e ingrandimento della finestra.

Ecco, più o meno questo è quanto. Le modifiche che ho elencato qui sono cose che interessano a me, poi ognuno ha le sue necessità. Spero che qualcuno di questi consigli sia stato d’aiuto.

 

2 mesi (e divagazioni varie sulla mia futura università)

Due mesi fa esatti, per la prima volta nella mia vita, mettevo piede in terriorio Finlandese e iniziava così la mia avventura targata Erasmus. Di acqua sotto i ponti ne è passata. Ho seguito lezioni, ho sostenuto esami… ma mi sono anche divertito, ho conosciuto tanta gente e ho imparato a vivere nella regione di Helsinki.

Sono a metà del mio soggiorno. Ora la domanda non è più “cosa devo fare per…” ma “quand’è che tornerò a casa?“. Non ho ancora deciso. E’ praticamente sicuro che passerò il capodanno qui e, di conseguenza, la data del mio ritorno sarà uno dei primi giorni del nuovo anno.

La prossima settimana è la “Project Week”, 7 giorni senza lezioni da dedicare a progetti, studio individuale o… cazzeggio. Non ho ancora deciso come la passerò, probabilmente svilupperò qualcosa col computer, oppure sistemerò varie cose. (Piccola parentesi sui progetti: può darsi, ma non confermo ne smentisco, che kaniwax venga riaperto. Stiamo a vedere…). Quindi, se qualche malintenzionato ha in programma di cazzeggiare in questa settimana può benissimo venire in Finlandia a farsi un giro.

Negli scorsi giorni ho continuato la mia ricerca sulla mia futura scelta della laurea magistrale e sono arrivato a un buon punto. Ho analizzato le principali università europee alla ricerca di quello che cerco io a un costo umano, dato che non posso permettermi rette universitarie da ricconi.
Il Regno Unito offre numerose soluzioni ma è terribilmente caro. Un vero peccato perchè avrebbe migliorato notevolmente il mio inglese.
Anche la Svizzera ha delle ottime università, ma anche per lei il costo è un problema.
C’è poi la Finlandia: università gratuita, ottima istruzione ma nessun corso che mi interessi.

Dopo tutte queste ricerche, ormai un po’ deluso, ho cercato in Italia: nella mia università (Università degli Studi di Milano) c’è un corso di Informatica Magistrale, ma non è che mi convinca più di tanto. E’, invece, più interessante seguirlo in lingua inglese a Crema. Cambiando università ho trovato due corsi interessanti in Bicocca, laurea Magistrale in Informatica (con corsi ben più interessanti di quelli forniti dall’Unimi) e laurea Magistrale in Teoria e Technologia della comunicazione per la quale però è richiesta una conoscenza di psicologia.

Dopo tutte queste ricerche, ecco che mi salta in mente un’idea: “ma non c’era anche un’università in Norvegia?“. E TAC! Il corso perfetto per me al  Gjøvik University College: Master of Science in Media Technology, un corso incentrato sul web e sui media, proprio quello che cercavo io e che in Italia non riesco a trovare. La cosa bella è che ho (avrò, dopo la laurea triennale) tutti i requisiti necessari per accedere e, dulcis in fundo, è gratis!

Insomma, manca ancora tanto tempo, devo finire gli esami e laurearmi prima di pensare al da farsi anche se nei prossimi 6 mesi dovrò già prendere una decisione. Stiamo a vedere. Per ora non posso fare altro che mettercela tutta per uscire nel miglior modo possibile dalla triennale e avere qualche speranza di essere accettato ovunque io decida di andare.

C’è qualcosa di prondamente sbagliato

Finiti gli esami mi sono deciso a installare la nuova versione di ubuntu, la 11.10 denominata Oneric O-qualcosa. Non pensavo di poter essere così deluso da una relase di Ubuntu, davvero.

Partiamo dal Desktop Environmet, ovvero Unity: ‘na bella merda. Per niente intuitivo, confusionale e ideale solo ed esclusivamente per il touchscreen (anche se pure su questo ho dei dubbi). La cosa principale che non capisco è “dava così fastidio la suddivisione per categorie che aveva gnome?”. Ora per aprire un programma puoi fare due cose: o entrare nella dash e cercarlo digitandone il nome, o sperare che sia tra le ultime applicazioni usate e trovarla cliccando in un menu. Già, era troppo complicato stare a pensare se la tua applicazione era nella categoria Internet, Multimedia o Cazzate varie.

Nautilus, o chi per lui, è stato mutilato, come pure la barra superiore. L’integrazione del menu in quest’ultima, poi, è davvero una cosa orrenda. E poi l’elenco delle finestre aperte che si integra alla barra di sinistra che è un pugno nell’occhio. Insomma, di Unity l’unica cosa che mi piace è l’integrazione (dopo 5 stramaledetti anni) di Thunderbird con le notifiche. Alleluja!

Passiamo quindi a fare il culo a Gnome3. E già, perchè c’è pure quello! Di default non è installata la shell, quindi c’è solo una versione esteticamente vecchia del nuovo gnome, installiamo quindi la versione completa. Anche questo fa cagare come pochi. Funzionalità mutilate pure qui, gestione della mia scheda grafica che se disegnavo io a mano le finestre era meglio. Di buono c’è che la gestione del menu è nettamente migliore di Unity: sposti il mouse nell’angolo in alto a sinistra e ti si apre il menu, davvero velocissimo. Inoltre per gestire le finestre aperte posso benissimo utilizzare AWN senza che mi venga il vomito.

E’ vero, sul “mercato” ci sono altri DE come xfce o kde, ma non soddisfano quello che cerco io. Cosa cerco io? Gnome 2.3 migliorato, niente di più. I tre bei pulsantini, “Application-Places-System”, una migliore integrazione delle notifche, gestione perfetta della batteria, scrolling con due dita e altre piccolezze che anche se non ci fossero fa nulla, dato che posso contare sulla semplicità ed efficienza di Gnome 2.3 ma soprattutto la possibilità di confgurare tutto quello che mi passi per la mente… ma vallo a raccontare agli sviluppatori.

C’è poi da aggiungere la lentezza nel caricamento, la batteria che sembra durare molto meno (ma forse deve solo abituarsi), la mancanza di scorciatoie da tastiera nettamente utili, la rimozione di Synaptic dalle applicazioni di default e un generale senso di inefficienza.

In conclusione: NO, Ubuntu 11.10 NON mi piace! Vogliono fare la distro “diversa”, per l’utente comune. Mah, a me sembra solo un casino e basta. La mia precedente versione era la 10.10 e mi ci trovavo benissimo. Ho cambiato solo per curiosità e perchè, comunque, non ha senso utilizzare software e kernel non aggiornati. Ora aspetto questi due giorni per decidere il da farsi.

Un anno fa diedi come voto ad Ubuntu 10.10 un bel 8½… Oggi do a Ubuntu 11.10 3½.