Se fossi stato in Napolitano

Innanzitutto non avrei dato l’incarico a Bersani ma al M5s.

Credo sia abbastanza risaputo il mio orientamento politico e il mio dissenso nei confronti del movimento di Beppe Grillo, quindi suppongo che la precedente frase abbia un attimo confuso le idee, ma lasciate che vi spieghi.

Diciamo che in linea generale molti punti del M5s, che per altro sono in comune con quelli del PD, sono interessanti e meritevoli di attenzione. Il Movimento chiede il governo del Paese per poterli applicare, sostiene di essere l’unica forza politica in grado di farlo e che tutti gli altri non capiscono una cippa. Benissimo, lo dimostri quindi. Che prendano il Governo e facciano vedere ciò di cui sono capaci.

Dal mio punto di vista questa è una di quelle situazioni in cui, comunque vadano le cose, io come cittadino ne traggo un vantaggio. Si delineano infatti due differenti scenari:

1. Il M5s fa tutto quello che deve, promulga leggi che servono al paese, rilancia l’economia, il lavoro, dimezza i parlamentari, cambia la legge elettorale, ecc… Perfetto! Io mi sono sbagliato sul loro conto e mai potrei essere così felice di aver sbagliato visti i risultati ottenuti.

2. Poniamo invece che il M5s non riesca a fare a nulla, che finalmente capisca quanto sia difficile fare politica, che non si tratta solo di parlare al malcontento della gente ma anche di andare lì, in Parlamento, a sporcarsi le mani con la merda che c’è dentro e lavorare sperando di ottenere un compromesso per avere un minimo miglioramento. Forse in quel momento si renderanno conto, elettori inclusi, che non basta urlare per ottenere qualcosa.

E allora si tornerebbe alle elezioni, e lì il centrosinistra, con la sua innata capacità di perdere una partita già vinta, dovrà dimostrare di essere all’altezza del compito e in grado di rinnovarsi. Forse questo, sì, è l’unico rischio.

Dormendoci su

Screenshot at 2013-02-26 09:06:37

Passato il momento di concitazione, rabbia e delusione per i risultati elettorali, sono finalmente andato a letto e c’ho dormito su.

Ora è mattina, i dati sono certi: voti Senato PD: 8.399.991 (nel 2008: 11.042.452); voti Senato PDL 6.829.135 (nel 2008: 12.511.258).

Il PD ne ha persi quasi 3 milioni. Il PDL quasi 6 di milioni. Quindi, il problema qual è? Che gli Italiani votano Berlusconi? Sì, anche. Ma è anche sì vero che non votano per il concorrente diretto, il PD. Anche dal magro risultato raccolto da SEL, UDC e FLI è chiaro un fatto: la gente grida “non ci fidiamo più di voi partiti“. Gli Italiani sono stufi e vogliono Grillo e il suo movimento, vogliono il caos e la rottamazione di tutta la classe dirigente.

Mi chiedo se in questo momento il caos sia un bene e se sia utile al Paese. Sulla rottamazione ero d’accordo, e si sa come andò a finire a Novembre. Ma il caos, lo tsunami, quello no.

Su Berlusconi e quant’altro

Ore 21:42 CET arriva la comunicazione ufficiale che Berlusconi ha rassegnato le sue dimissioni.

Minuto di silenzio.

Dopo questa discreta immagine in commemorazione dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, passo subito a una descrizione delle mie idee (perchè voi che state leggendo siete interessati a quelle che sono le mie idee, vero? Dai dai, dite di sì…)

Dunque. Innanzitutto. Per coloro che parlano di colpo di stato, Napolitano comunista, ecc ec. Vorrei ricordate che l’articolo 92 della Costituzione Italiana stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri sia scelto e nominato dal Capo dello Stato. Questo significa che, per quanto Berlusconi abbia rassegnato le sue dimissioni, il parlamento è ancora lo stesso scelto dal popolo nelle elezioni avvenute nel 2008. Non vi piace? La legge italiana è questa e questo prevede. Che poi il Capo dello Stato scelga il candidato premier della coalizione vincente come Capo del Governo, questo è legato al fatto che in parlamento gli sarà più facile guadagnarsi la fiducia nell’approvazione delle leggi, cosa che dovrà comunque guadagnarsi anche Monti.

Con questo sopraffino stratagemma letterario, passiamo a parlare di Monti, ma per poco.

Non so nulla del neo nominato Senatore a vita Mario Monti. Ho solo letto di ciò che ha fatto, ma null’altro. Non so se farà bene. Non so se riuscirà a compiere il suo lavoro. Quello che so è che la notizia delle dimissioni di Berlusconi ha fatto uscire dalla stampa estera quello che davvero pensano di noi, e che anche in passato non han celato più di tanto: siamo patetici. Lo siamo. Ci trattano come una nazione di serie B, come degli idioti che fanno il bunga bunga. Il Presidente del Consiglio ci rappresenta anche a livello internazionale e, purtroppo, a farlo era B.

Fatevi un giro per i siti di BBC, El Pais, CNN, Le Figaro… vedrete. Pensate, stasera Obama ha fatto gli auguri al nuovo governo italiano ancora prima che Berlusconi rassegnasse le dimissioni.

Io godo, gioisco, sono contento. Perchè? Perchè quando stai all’estero e ti senti in imbarazzo a spiegare a gente di altre nazionalità come si comporta il tuo (ex) Presidente del Consiglio, bè ci rimani male. Ora potrò quantomeno dire “Il mio Presidente della Repubblica ha usato tutto il potere concessogli dalla Costituzione per far sì che l’Italia possa uscire da un difficile periodo, sia economico sia di reputazione internazionale“.

PS. Reputo comunque e ancora l’Italia un Paese ignorante, nel senso che ignora ciò che è giusto fare per la sopravvivenza di tutti, a favore invece degli interessi personali. Ciò non significa trasformare l’Italia in URSS, ma semplicemente sarebbe bello, un giorno, vedere tutti gli italiani che la legge la rispettano invece di aggirarla per farsi i propri comodi e che eleggano persone che queste leggi le sappiano creare, nel bene del Paese e non del proprio portafoglio.

Andate in pace fratelli, B. non è più Presidente. Cantate insieme l’Alleluia.

Nota Politica – (S)fiducia

Bè, non è che mi stupisca più di tanto. In fondo me lo aspettavo. Diciamo che mi piaceva l’idea, tutto qui.

Comunque, piccolo riassunto: Berlusconi vince, gli altri perdono.

314 parlamentari contro la mozione di sfiducia, 311 a favore. La camera respinge la mozione. Il governo rimane in carica.

Cosa significano però questi numeri? Bè, Berlusconi non ha la maggioranza assoluta, ovvero non ha il consenso del 50%+1 dei parlamentari (ovvero 316 voti). Ma poco cambia. Alla fine si è dimostrato ancora il leader nato che è. Dai, non possiamo negarlo. E’ bravo a fare quello che fa, a convincere le persone, a portare dalla sua chi non lo è, ed oggi ne abbiamo avuto la prova. Siliquini, Polidori… sono solo alcuni dei nomi di deputati che all’ultimo hanno garantito la sopravvivenza della legislatura.

E’ anche vero che, alla fine, il Senatur (Bossi – ndr) è saltato fuori dicendo che, così, non si può andare avanti e quindi è meglio il voto (sebbene il suo partito abbia votato la fiducia).

Non so se vi interessa, ma il mio parere personale è questo:

Un governo che cade prima del termine “ufficiale” non è mai una bella cosa, per vari motivi: economici, stabilità politica del paese, continuità nella legislazione. Tuttavia non posso che appoggiare la sfiducia che è stata presentata (e bocciata, lo ricordo) alla Camera. Perchè? Il motivo è che Berlusconi non è mai stato adatto a governare. Mai. Varie volte ho espresso il mio parere al riguardo e ho sempre sostenuto che lui è lì solo per il suo bene. Non il nostro. Io vivo sulla mia pelle i tagli alla scuola, ai trasporti, la privatizzazione di beni essenziali. Non posso rimanere apatico a questi cambiamenti. Il governo Berlusconi ha peggiorato la situazione Italiana nel peggiore dei momenti (la crisi che tanto cerca di mascherare. “Comprate, comprate..” dice lui.).  Berlusconi non può stare lì. Il suo è stato un governo presieduto da incompetenti burattini. Quindi, in tutta serenità e lucidità, anche se ha ottenuto la fiducia, io dico: “Berlusconi, meglio il voto. Fidati.”

De gustibus (un articolo così lungo e vario non l’avevo mai scritto)

Ho un sacco di argomenti, molto vari, di cui vorrei parlare. Quindi, prima di iniziare a scrivere, farò un piccolo sommario a mo’ di rivista. Basta cliccare sull’elemento che si vuol leggere e raggiungere il punto della pagina in cui è scritto. Chi volesse leggere tutto può iniziare dall’inizio (o dalla fine, come piace fare a me).

Sommario:

  1. Wikileaks, ma che ha fatto di male Assange?
  2. Il governo sta finendoooo, e il caldo se ne vaaaa. Arriva Pocket Cofeee, oh che felicitàààà!
  3. Facebook e i suoi consigli da schifo.
  4. Varie ed eventuali.
  5. Logout.

1. Wikileaks, ma che ha fatto di male Assange?

Bè, suppongo che più o meno tutti avrete sentito della questione di Wikileaks. Devo esser sincero, un po’ tutta la faccenda mi ha deluso. Cioè, parliamoci chiaro… mica han detto cose così scandalose. Erano cose risapute, che tutti potevano dire. Anche la signora Pina dal parrucchiere me le diceva, quelle cose. Ma sì… La signora Pina. La spusa del prestinè. Comunque, cosa mi ha fatto pensare questo? Bè, partiamo dal principio. Assange ha detto di aver già consegnato in mano a 100 (?) persone dei documenti che verranno rilasciati anche se lui sarà impossibilitato a farlo. Questi documenti sono, attualmente, illeggibili perchè criptati. Saranno leggibili solo nel momento in cui verrà deciso di pubblicarli. Ora, poniamo il fatto che, ad esempio, il governo degli USA sia venuto in possesso di questi documenti e che, al posto delle barzellette della signora Pina ci fosse scritto qualcosa di davvero, davvero scandaloso. Ecco, non sarebbe forse giustificata la loro reazione attuale (“A morte, a morte Assange! E’ lui l’untore!”). Vabbè, ma non voglio gridare al complotto.

Nel frattempo gli anti-wikileaks hanno ammazzato il sito di wikileaks con attacchi DoS (Denial of Service – inviano richieste a iosa al sito internet per renderlo inaccessibile), ma credo abbiano finito. I pro-wikileaks invece se la stanno prendendo con le varie banche, istituti di credito (visa, paypal…) per aver congelato i fondi ad Assange. Insomma, siamo in una specie di guerra informatica. Sarò ben felice di vedere come andrà a finire.

2. Il governo sta finendoooo, e il caldo se ne vaaaa. Arriva Pocket Cofeee, oh che felicitàààà!

Vabbè, il governo del fare… bla bla bla… sta finendo. L’unico modo che hanno per rimanere in carreggiata è fare una campagna acquisti parlamentare del tipo Inter quando non vinceva nulla e Real Madrid lo scorso anno messi insieme. Comunque per me Berlusconi si è dimostrato il solito incompetente. Ogni volta che sale al governo fa delle str.. pazzesche. Se solo provasse a governare senza pensare solo a se stesso, eh! Per carità, non dico che quelli del FLI siano i santissimi e che si siano staccati dal PDL solo perchè era diventato immorale. L’hanno fatto perchè volevano più potere. Come tutti lì, d’altronde. Personalità come Bondi o la Gelmini non possono staccarsi, perchè vivono solo di luce riflessa. Ma Fini e Bocchino hanno già più carisma per poter ambire a posti ben più importanti nel governo. Ah, che bello vedere tutta sta gente avida di potere. Bene, dopo aver fatto il culo alla maggioranza (oramai quasi insesistente), facciamolo pure all’opposizione: MA DOVE CA**O SIETE?! No, serio. Ma tirar fuori le palle? Far cadere questo governo? No? Scegliersi meglio i compagni di partito, gente fedele che pensa al bene del paese e non a chi gli offre più soldi per un voto? E poi, i centristi. E che cavolo, prendete una posizione ogni tanto! Siete sempre lì che non volete fare male a nessuno ma criticate tutti. E sbilanciatevi una volta, fate vedere che qualcosa volete farla pure voi!

Bè, aspettiamo il voto di fiducia del 14 e poi ne riparliamo.

3. Facebook e i suoi consigli da schifo.

Passiamo ora ad argomenti più soft. Parliamo un po’ di facebook-schifo. Io non so cosa salti per la testa a Zuckerberg e ai suoi amichetti, ma con che basi mi consigliano gli amici? Credo che si basino solo sul numero di amici in comune, e nient’altro. Ecco che io mi ritrovo una sfilza di bimbeminkia 12enni con la scritta “ti lovvo tantiximo” sulla foto profilo fatta dall’alto col cellulare in bagno. Ma, non so, tipo basarsi sulla scuola che ho frequentato o frequento, sul paese in cui vivo e limitrofi. Su una combinazione di tutte e tre (amici in comune, scuola e paese), magari. Non so, sembra che ci sia bisogno di dirgliele queste cose, come se ci volesse un genio per capirle.

Nel frattempo io e l’Ivan (si legge AIvan) stiamo lavorando a un nostro social network basato sui giochi. E’ un progetto per l’esame di Basi di Dati, ma tra poco servirà l’aiuto di molte persone per riempire il sito di gente e renderlo plausibilmente reale. Ulteriori informazioni verranno fornite quando sarà pronto. Restate in attesa di un invito!

4. Varie ed eventuali.

E finalmente siamo arrivati alle tanto attese notizie a caso. Che poi, notizie… più che altro sono digressioni su quello che mi passa per la testa. In primis volevo consigliare un blog, La compagnia di pulizie. Lei è La Capa ed è davvero bravissima a scrivere. Scrive così bene che quando descrive qualcosa te la vedi davanti agli occhi, i sentimenti che fa passare è come se fossero davvero tuoi. Insomma, vale davvero la pena seguirla e aggiungerla ai propri feed. Leggere questo blog mi ha spesso fatto tornare il sorriso. E la speranza.

Già, ultimamente ho un po’ perso la speranza. In molte cose. Da quelle più vicine, di cui non mi va molto di parlare qui, a quelle un po’ più lontane, tipo la possibilità – che mi pare sempre più remota – di riuscire ad andare in Erasmus in Finlandia il prossimo anno. Cavolo, lo desidero un sacco. Ma con i tagli alla scuola e lo sbatti che devo farmi per passare i prossimi esami con i voti più alti possibile, le mie speranze si affievoliscono. Ma ci andrò, giuro che riuscirò ad andarci. Non si può rimanere qui per sempre, tutta la vita. Là fuori c’è un mondo immenso tutto da scoprire. E’ uno spreco rimanere qui.

Concludo con una nota un po’ più frivola. Ho (accidenti a me) ceduto al richiamo di internet mobile. 5 €/mese per avere 100 MB/giorno (3GB/mese). Sono più che sufficienti e, devo esser sincero, ora che ne posso usufruire mi rendo conto davvero delle potenzialità che può avere un dispositivo come il mio quando si ha internet. Questa settimana mi ha salvato più di una volta, sia per cercare un treno mentre si è per strada, sia per controllare le mail mentre si è fuori con gli amici. Insomma, chi me lo leva più quel coso?

5. Logout.

Spero che questo multi-mega-lunghissimo articolo sia stato di vostro interesse, o almeno uno dei 4 punti trattati. L’ho riletto, ma sono sicuro che ci saranno errori di battitura, ho scritto ben 1129 parole. No ora siamo a 1135. E suvvia, commentate un po’, fa sempre piacere sapere cosa ne pensa la gente di quello che scrivo. =)

Rottura

Alla fine è successo. L’essere separati in casa finisce sempre con un divorzio. Da prima si sta insieme per non traumatizzare i bambini, ma poi… è inevitabile la rottura.

Per chi ancora non avesse compreso l’allusione, sto parlando dei genitori Gianfranco e Silvio (Fini e Berlusconi per quelli che ancora non l’hanno capito. Cavolo ma se non l’avete capito vuol dire che siete ancora in vacanza a sorseggiare un coca e malibu su una spiaggia caraibica… ma sto divagando…).

Dicevo, alla fine Berlusconi ha deciso che Fini gli ha rotto le palle, che il fatto di avere qualcuno che la pensa in modo diverso da lui non va bene. Ora, Fini non è la persona che più mi è simpatica al mondo, ma che cavolo non puoi linciarlo solo perchè ha idee diverse dalle tue. Il bello della democrazia è che le persone possono avere idee diverse e non solo quella del dittatore di turno.

E ora che succederà? Non lo so. Non è una vera e propria crisi di governo. Non credo che cadrà da un momento all’altro (anche se io passo le giornate urlando alla figura di Berlusconi in TV “cadi cadi cadi cadi cadi cadi…”, ma sto divagando…). Dicevo, non credo che cadrà domani, ecco. Solo pare che in parlamento ci saranno gruppi separati tra Berlusconiani e Finiani.

E l’opposizione? Bè, ovviamente nella sua totale incapacità resterà lì a guardare senza fare nulla. Ma le vogliamo tirare fuori ste palle e rompere i coglioni alla maggioranza! Ma fatevi valere, cribbio! [cit.]

Uno Zibaldone di pensieri (ovvero: Sempre la solita storia)

Da quando ho ricevuto il dono di ragionare col mio cervello, ho sempre visto Silvio dire che i Magistrati ce l’avevano su con lui, che erano tutti dei comunisti, che la costituzione non gli permetteva di governare, che aveva troppo pochi poteri, e bla bla bla.

E basta! Non ti sopporto più! Non hai capito che non sei il Re supremo di tutta l’Italia? Se la costituzione prevede dei limiti è perchè questi sono necessari a garantire l’equilibrio e l’equità tra governati e governanti, serve a stabilire i principi cardine di una Reppubblica, i principi che regolano il potere (sempre e solo nelle mani del popolo), i diritti e i doveri di tutti i cittadini – tutti, dal capo dello stato al carpentiere di Reggio Calabria (non me ne vogliano i carpentieri di Reggio Calabria, non ho nulla contro di loro 😀 ). Se i magistrati fanno intercettazioni è per scoprire i reati. Come si fa a scoprire un reato se non si hanno le prove?

Riguardo alla legge bavaglio (ddl intercettazioni) vorrei giusto giusto dire due parole: E’ una vera merda. Lo è, non so come definirla altrimenti. Bè sì, forse una legge fascista, ma siamo lì. Inoltre giusto per far capire un po’ alla gente cosa fa questa legge: vi ricordate calciopoli? Bene, con questa legge non si sarebbero potute scoprire le telefonate di Moggi, quindi niente calciopoli. Vi ricordate lo scandalo sugli appalti dell’Aquila? I tipi che ridevano del terremoto? Ecco, neppure quello. Per non parlare di tutte le intercettazioni che hanno portato all’arresto di mafiosi e degli altri malviventi. Niente. Sarebbero ancora fuori, liberi di fare ciò che vogliono.

Poi c’è il fatto di pubblicare le intercettazioni. Punto 1: è giusto, a mio avviso, non poter pubblicare intercettazioni non inerenti a fatti ci cronaca ma solo a fatti privati senza rilevanza penale (e questo già ora esiste). Punto 2: NON è giusto vietare la pubblicazione di tutto ciò che riguarda l’indagine su un reato che non sia coperta da segreto. Perchè? Perchè i cittadini hanno il diritto di sapere. Sapere che Tizio ha ammazzato Caio, che il Presidente del Consiglio ha avuto contatti con mafiosi, che un sacco di gentaglia ci governa. Insomma, io voglio sapere, a maggior ragione se gli interessati sono i miei governanti, ovvero persone da me stipendiate, persone che lavorano per me, che sono cittadino e pago le tasse.

Tutto questo alone di censura fa molto pensare a qualcosa da nascondere, un tentativo di chiudere la bocca a tutti in modo da non far venire a galla la verità. Come al solito sembro catastrofista (e Comunista, perchè naturalmente tutti sanno cosa vuol dire questa parola…). Tuttavia ricordati, lettore, che la libertà non si perde tutta insieme, come per magia. La si perde pian piano, senza che ce ne si accorga. Un giorno diventa normale vedere che i servizi al telegiornale sono censurati, il giorno dopo è normale non leggere più articoli sul quotidiano, poi sarà normale non poter più dire alcune cose, e via via così. Ma finchè c’è La Pupa E Il Secchione alla TV, allora non c’è di che lamentarsi…

Alessandro Gilioli al Presidente del Consiglio

Ho trovato in rete questa lettera scritta da Alessandro Gilioli in occasione del No B-Day del 5 Dicembre rivolta al Presidente del Consiglio e letta durante l’evento. A prescindere dalla manifestazione, questa lettera merita di essere diffusa e pubblicata, perchè espone idee a mio avviso molto interessanti da non sottovalutare. L’unico mio rammarico è di esserne venuto a conoscenza solo 3 mesi dopo.

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle una notizia: lei è un uomo del secolo scorso.

Siamo qui a comunicarle che lei è un uomo del tempo in cui bastava avere tre o quattro televisioni per imporre un modello culturale, un sogno fasullo, un partito creato a tavolino in una concessionaria di pubblicità.


Un uomo del tempo in cui comunicazione voleva dire pochi grandi proprietari di mass media che potevano fare e disfare la realtà a loro piacimento, stabilire ciò di cui si doveva avere paura e ciò che si doveva desiderare.

Un uomo del tempo in cui lei poteva entrare nelle case, nelle teste e nell’anima delle persone mescolando bugie e illusioni per modellarle secondo i suoi interessi prima economici e poi politici.

Bene, presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che quel tempo è finito.

Lo sappiamo, queste sera le sue tivù pubbliche e private faranno finta che noi non ci siamo mai stati, che oggi non sia successo niente e nessuno sia venuto qui a dirle quello che è già accaduto: e cioè che lei è diventato l’uomo del passato, è diventato l’uomo di un secolo che non c’è più.

Noi oggi siamo qui a comunicarle che il suo giocattolo si è rotto e non le servirà più a niente perché milioni di persone lo sapranno lo stesso, su Twitter e su Facebook, sui blog e su YouTube e in mille altri posti ancora di cui lei nemmeno conosce l’esistenza.

Oggi siamo qui a dirle che noi non siamo caduti nella sua trappola della paura e non crediamo più al modello conformista e al pensiero unico che lei, come i suoi amici dittatori sparsi per il mondo, ha imposto per vent’anni ingannando soprattutto i meno avveduti e i più vulnerabili: gli anziani, i poco istruiti, quegli elettori che lei stesso ha definito «bambini di quinta elementare e neppure tanto svegli».

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che la bolla d’aria in cui voleva tenerci per sempre chiusi è scoppiata.

Noi ora sappiamo aprire le finestre e vedere il mondo fuori che ride di lei, che la disprezza, che la sbugiarda. Non servono più a niente le censure delle sue tivù, non servono più a niente i piccoli e grandi servi che riempiono di bugie i suoi mass media. Perché noi sappiamo aprire le finestre e sconfiggere la paura del nuovo.

Presidente Berlusconi, ci guardi, non c’è niente di virtuale in questa piazza. Perché lei non lo sa ma il Web è soltanto uno strumento, un grande strumento che lei, uomo della tivù, semplicemente non conosce.

Noi non siamo virtuali, signor presidente, siamo persone in carne e anima che usano la Rete perché è il luogo della pluralità culturale, delle mille idee e dei mille confronti, della comunicazione orizzontale e degli unici miracoli davvero possibili, come quello che abbiamo creato oggi: una piazza piena di gente che si è organizzata in Rete e ora è qui tutta insieme, per dare a questo paese una scossa che è d’amore e non di rabbia.

Noi non siamo pirati informatici o aspiranti assassini via Facebook, signor presidente, siamo persone appassionate e forti, tolleranti e libere, curiose e coraggiose, innamorate della biodiversità intellettuale, culturale, etnica, etica, religiosa, politica.

Cioè proprio il contrario del suo modello, signor presidente: monocratico, verticale, impositivo, fasullo. E davvero sì, virtuale, quello.

Presidente Berlusconi, qui ci sono ragazzi che avevano 15 anni quando l’hanno vista per la prima volta in televisione a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Adesso quei ragazzi hanno trent’anni, magari si sono sposati e hanno dei figli, ma se accendono la televisione trovano ancora lei – con i capelli dello stesso colore – lì a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Ma loro e noi , insieme, nel frattempo abbiamo aperto le finestre, anche se lei non se n’è accorto, impegnato com’era a fare affari, ad allargare il suo potere e il suo io, a inventarsi nuove leggi che la mettessero al di sopra di ogni giudizio.

E noi oggi le mandiamo questa lettera per dirle che anche se lei cercherà di nascondere a se e agli altri la realtà e il nuovo secolo, saranno la realtà e il nuovo secolo a venirla a prendere.

Noi, presidente Berlusconi, oggi glielo diciamo con le parole di Aurelio Peccei, partigiano, imprenditore, pioniere del suo tempo.

«Quanto accadrà d’ora in avanti» diceva Peccei, «dipende da noi in una misura mai concepita nel passato, che noi dobbiamo fare appello a nuove forme di coraggio perchè uscire dal pozzo non è un’utopia ma una prospettiva assolutamente verosimile.

Lo è se vogliamo che lo sia».

Ecco perchè, per quanto cerchi di prolungare il suo giorno più in là, signor presidente, per lei la sera è arrivata.Onorevole Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle la notizia che il suo tempo è finito.”

Alessandro Gilioli, 5 Dicembre 2009

Alessandro Gilioli nasce a Milano nel 1962.

Giornali a cui ha lavorato:

Domenica del Corriere (1986-1987)
Sette del Corriere della Sera (1987-1989)
Il Giornale (1989-1991)
L’Europeo (1991-1995)
Campus e Class (1995)
Gulliver (1995-1999)
HappyWeb (1999-2002)
L’espresso (2002 – presente)

Quando il governo lecca il (termine censurato) alla SIAE

Il Ministero dei beni culturali ha bellamente deciso che la SIAE non percepisce già abbastanza soldi con i diritti d’autore dalla vendita di CD e DVD, ma ha bisogno di prendere altri soldi. Ma come? Ecco l’ingegnosa soluzione del nostro ministero: tassare maggiormente i supporti digitali scrivibili. E già, perchè se io compro un DVD riscrivibile per masterizzarci il video delle nozze, naturalmente devo pagare i diritti alla SIAE. Se voglio fare una copia di backup della mia cartella “Documenti” e salvarla su chiavetta USB, devo pagare i diritti alla SIAE. Ma questo è giusto, sì… cioè, gli artisti hanno bisogno di quei soldi, è un loro diritto averli… anche se non sto copiando una loro opera…

Ma fatemi il piacere! A parte che esiste una legge italiana che permette di avere una copia di backup gratuita per ogni file multimediale regolarmente acquistato, ma nessuno lo sa… Poi l’affermazione «Questo provvedimento restituisce dignità a chi crea un’opera» è del tutto insensata, dai!

Citando il presidente (mi pare) del Pirate Party (Partito dei Pirati, ha circa il 30% dei consensi in Svezia – ndr) “Quando fondarono la prima biblioteca pubblica al mondo, gli editori si alterarono. Dicevano che così facendo si sarebbe andati incontro al decadimento della cultura, poichè tutti gli scrittori avrebbero smesso di scrivere dato che nessuno avrebbe più comprato libri ma li avrebbe presi in prestito in una biblioteca pubblica. E come tutti sappiamo, oggi più nessuno scrive libri…”

Che cosa assurda. Tutto questo per tentare di fermare il file sharing. Fa niente se le statistiche affermano che il file sharing ha aumentato l’acquisto di opere audio o video. Fa niente se in italia i prodotti digitali costano il 30-40% in più rispetto ad oltreoceano. Questa tassa era necessaria, per il bene di tutti… Ma fatemi il piacere -.-”

Ecco qualche esempio di aumento: 36 centesimi per una chiavetta Usb da 4 giga, circa 50 centesimi per un Dvd riscrivibile, quasi 10 euro in più per i dischi rigidi da 15 giga montati sui lettori Mp3 (per esempio sugli iPod) e 30 euro per un hardisk con una capienza superiore a 250 gigabyte.

Qui sotto l’articolo de Il Sole 24 Ore da cui ho preso spunto:

È stato pubblicato ieri l’atteso decreto del Ministero dei beni culturali 30 dicembre 2009 sull”equo compenso”, cioè la quota anticipata di diritto d’autore che il consumatore paga all’acquisto di dispositivi per la riproduzione di opere audiovisive protette dalla legge.
Il decreto stabilisce, tramite il richiamo a un allegato tecnico, i nuovi importi degli aumenti dei prezzi che devono essere applicati alle memorie di massa (per esempio Dvd e chiavette Usb) in ragione della loro capacità e a masterizzatori, computer e telefoni cellulari che consentono la memorizzazione e la fruizione di opere audiovisive protette dalla legge 633/41 sul diritto d’autore. Queste somme costituiscono il cosiddetto “equo compenso” disciplinato (art. 71 septies della legge sul copyright), cioè l’ammontare dei diritti che vengono preventivamente corrisposti agli autori o ai loro editori. Ne consegue che, per esempio, i titolari dei diritti percepiranno gli importi stabiliti anche se gli utenti usano gli strumenti e le memorie di massa per registrare opere originali. Qualche esempio di aumento: 36 centesimi per una chiavetta Usb da 4 giga, circa 50 centesimi per un Dvd riscrivibile, quasi 10 euro in più per i dischi rigidi da 15 giga montati sui lettori Mp3 (per esempio sugli iPod) e 30 euro per un hardisk con una capienza superiore a 250 gigabyte.
L’equo compenso è sicuramente una soluzione imperfetta e, per certi versi, non realmente “equa”, ma al momento non è stato ancora trovato un sistema diverso per non pregiudicare la riscossione delle royalties da parte dei titolari dei diritti, a fronte della facoltà che il cittadino ha di eseguire una copia per uso privato di un’opera audiovisiva, nei limiti delle misure tecnologiche di protezione (art. 102 quater della legge sul diritto d’autore). Ciò significa tuttavia, ed è un altro limite dell’equo compenso, che come ha di recente stabilito la sentenza n. 8787/09 del tribunale di Milano – sezione specializzata in materia di proprietà intellettuale e industriale – la copia privata è possibile solo nel caso in cui l’opera stessa non sia protetta da misure che impediscono la duplicazione.
L’allegato tecnico al decreto prevede inoltre un sistema automatico di adeguamento degli aumenti coatti dei costi su base annuale e nell’arco di un triennio, oltre alla possibilità, per la Siae, di stabilire esenzioni da pagamento in favore di specifiche categorie di utilizzi o settori. L’allegato istituisce un tavolo tecnico cui affida il compito di studiare l’andamento del mercato anche in rapporto all’evoluzione tecnologica, per tarare in modo più efficiente la quantificazione dell’equo compenso.
Potranno fare parte di questo tavolo tecnico, oltre ai ministeri competenti, anche la Siae e le associazioni di categoria dei produttori di supporti e apparati, insieme a quelle dei titolari dei diritti. Il commento della Siae: «Questo provvedimento restituisce dignità a chi crea un’opera».

Fonte: il Sole 24 Ore