Uno Zibaldone di pensieri (ovvero: Sempre la solita storia)

Da quando ho ricevuto il dono di ragionare col mio cervello, ho sempre visto Silvio dire che i Magistrati ce l’avevano su con lui, che erano tutti dei comunisti, che la costituzione non gli permetteva di governare, che aveva troppo pochi poteri, e bla bla bla.

E basta! Non ti sopporto più! Non hai capito che non sei il Re supremo di tutta l’Italia? Se la costituzione prevede dei limiti è perchè questi sono necessari a garantire l’equilibrio e l’equità tra governati e governanti, serve a stabilire i principi cardine di una Reppubblica, i principi che regolano il potere (sempre e solo nelle mani del popolo), i diritti e i doveri di tutti i cittadini – tutti, dal capo dello stato al carpentiere di Reggio Calabria (non me ne vogliano i carpentieri di Reggio Calabria, non ho nulla contro di loro 😀 ). Se i magistrati fanno intercettazioni è per scoprire i reati. Come si fa a scoprire un reato se non si hanno le prove?

Riguardo alla legge bavaglio (ddl intercettazioni) vorrei giusto giusto dire due parole: E’ una vera merda. Lo è, non so come definirla altrimenti. Bè sì, forse una legge fascista, ma siamo lì. Inoltre giusto per far capire un po’ alla gente cosa fa questa legge: vi ricordate calciopoli? Bene, con questa legge non si sarebbero potute scoprire le telefonate di Moggi, quindi niente calciopoli. Vi ricordate lo scandalo sugli appalti dell’Aquila? I tipi che ridevano del terremoto? Ecco, neppure quello. Per non parlare di tutte le intercettazioni che hanno portato all’arresto di mafiosi e degli altri malviventi. Niente. Sarebbero ancora fuori, liberi di fare ciò che vogliono.

Poi c’è il fatto di pubblicare le intercettazioni. Punto 1: è giusto, a mio avviso, non poter pubblicare intercettazioni non inerenti a fatti ci cronaca ma solo a fatti privati senza rilevanza penale (e questo già ora esiste). Punto 2: NON è giusto vietare la pubblicazione di tutto ciò che riguarda l’indagine su un reato che non sia coperta da segreto. Perchè? Perchè i cittadini hanno il diritto di sapere. Sapere che Tizio ha ammazzato Caio, che il Presidente del Consiglio ha avuto contatti con mafiosi, che un sacco di gentaglia ci governa. Insomma, io voglio sapere, a maggior ragione se gli interessati sono i miei governanti, ovvero persone da me stipendiate, persone che lavorano per me, che sono cittadino e pago le tasse.

Tutto questo alone di censura fa molto pensare a qualcosa da nascondere, un tentativo di chiudere la bocca a tutti in modo da non far venire a galla la verità. Come al solito sembro catastrofista (e Comunista, perchè naturalmente tutti sanno cosa vuol dire questa parola…). Tuttavia ricordati, lettore, che la libertà non si perde tutta insieme, come per magia. La si perde pian piano, senza che ce ne si accorga. Un giorno diventa normale vedere che i servizi al telegiornale sono censurati, il giorno dopo è normale non leggere più articoli sul quotidiano, poi sarà normale non poter più dire alcune cose, e via via così. Ma finchè c’è La Pupa E Il Secchione alla TV, allora non c’è di che lamentarsi…

Ti amo

Sì, internet, io ti amo.
Perché grazie a te posso conoscere tutto ciò che voglio;
perché grazie a te posso scrivere tutto ciò che voglio;
perché grazie a te posso rimanere in contatto con i miei amici più lontani;
perché grazie a te ho studiato, imparato, approfondito;
perché grazie a te riesco a fare cose immense, divertenti e anche utili;
perché grazie a te sono sempre informato sui fatti;
perché grazie a te la libertà d’espressione ha assunto un nuovo volto;
perché grazie a te mi sento libero di fare ciò che voglio nei limiti della libertà altrui;
perché grazie a te, e solo a te, ora so molte cose.

Ecco perché questo blog sostiene la causa “Internet for Peace“, ovvero sostenere la candidatura di internet al premio Nobel per la Pace. Se ci pensate, se lo merita…

“We’re Linux” video contest

Oggi sono inciampato in questo video. Si chiama “What does it mean to be free?” (trad. “Cosa significa essere liberi?”) ed è uno dei tre video finalisti del contest organizzato dalla Linux Foundation in cui si chiedeva di esprimere con un filmato il significato di Linux e del free software.

Il video è stato realizzato da Bet Shemesh, un 25enne israeliano, che con pochi e davvero semplici elementi è riuscito, a mio avviso, a rispondere nel modo più appropriato alle richieste del concorso. Il filmato è corto, tuttavia i suoi contenuti, sempre a parer mio, possono benissimo essere trasposti ad un ambiente esterno all’informatica.

Qui sotto il video (essendo in inglese ho aggiunto una traduzione in italiano per coloro che non masticano molto la lingua inglese 😀 )

Traduzione: Cosa significa essere liberi? Significa essere in grado di scegliere, // di scegliere il proprio spazio in cui stare, // di modellare i tuoi limiti in un modo che tu possa esprimere il meglio di te. // Essere liberi significa poter dire di no, // significa poter scegliere i propri limiti per adattarli a qualcosa che solo tu puoi creare // e cambiarli quando senti che non sono più adatti a te. // Essere liberi significa dire tutto ciò che vuoi // a chiunque tu voglia // in qualunque modo tu voglia. // Essere liberi significa sapere di avere un’altra opzione. // Tu sai di avere un’altra opzione? // Linux – Prenditi la tua libertà.”

La “guerra” di Google contro la Cina

Immaginate di essere il più grande motore di ricerca presente in internet. Immaginate di vedervi costretti a filtrare i vostri risultati in base alle leggi di uno stato, applicando la censura su di essi. Ora immaginatevi pure che una nazione abbia al suo interno migliaia di ragazzi svegli che vogliono “sapere” e che costoro, giorno dopo giorno, cercano di violare quei blocchi informatici del vostro motore di ricerca imposti dal loro governo. Ecco che vi trovereste ad avere un sistema perennemente sotto attacco e una riduzione notevole dei profitti… e la cosa vi infastidirebbe non poco.

google_cina_censura

Ecco, questo è ciò che è accaduto tra Google e la Cina. Il colosso di Internet ha ufficialmente dichiarato che rimuoverà i filtri alle proprie ricerche per il dominio .cn (cinese) di google. E l’ha fatto per davvero! Certo, il provvedimento si limita solo alle ricerche in lingua inglese, ma non è poco. In ogni caso la notizia è abbastanza ecclatante considerando i provvedimenti che il governo di Pechino ha preso per limitare l’informazione via Internet. Ovviamente dietro tutto ciò c’è comunque una motivazione finanziaria di Google che, come qualunque altra azienda, cerca di fare business, e se il business non c’è lo cerca altrove. Tuttavia l’idea che, almeno per il momento, gli utenti cinesi che conoscono la lingua inglese possano cercare ciò che vogliono on-line è molto interessante e interessanti saranno i suoi sviluppi…

Ed è incostituzionale!

Oggi, 07 ottobre 2009 la Consulta ha varato il suo verdetto: “Incostituzionale”.

consulta01g

Mi riferisco alla legge Lodo Alfano per l’immunità delle quattro più alte cariche dello stato. Violati, secondo i 15 giudici, gli articoli 138 e 3 della costituzione italiana, vale a dire l’obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato) e l’articolo sul  principio di uguaglianza.

L’effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

Naturalmente non sono mancate le proteste da parte della maggioranza, dove valletti di turno di berlusconi hanno difeso a spada tratta il premier. Anche il leader leghista ha praticamente minacciato tutti, elezioni di qua, elezioni di là… gli italiani sceglieranno Berlusconi, blablabla.

Sì, ok, sono di parte… ma che cavolo, è ovvio che fosse incostituzionale! La legge è, o almeno dovrebbe, essere uguale per tutti e i primi a rispettarla devono essere proprio Loro, quelli che ci rappresentano e, a maggior ragione, non crerare leggi ad personam per pararsi il fondoschiena nei problemi giudiziari personali. Pensate un po’ di più a NOI, e non solo a voi!

Con affetto (e felicità per la sentanza),

Poltro

(fonte: LaStampa e ANSA)

Roma, in decine di migliaia in piazza chiedono libertà di stampa

Da “Reuters Italia”

ROMA (Reuters) – A Roma decine di migliaia di persone sono scese in piazza questo pomeriggio per difendere la libertà di stampa, allo slogan di “No all’informazione bavaglio”.

Gli organizzatori parlano di 300.000 persone alla manifestazione di Piazza del Popolo, indetta dopo che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto causa – oltre che a media stranieri – ai quotidiani la Repubblica e l’Unità chiedendo complessivamente circa 3 milioni di euro, per la copertura mediatica data a vicende legate alla sua vita privata.

Molti dei manifestanti indossano magliette con le scritte “Siamo tutti farabutti” e “Adesso denuncia anche me”.

“Anche se ci sono molti giornali, Internet e canali televisivi, non significa che ci sia libertà. La libertà non esiste se un giornalista non può scrivere quello che pensa”, ha detto una manifestante, Filomena De Filippo.

La Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), che ha organizzato la manifestazione, ha fatto sapere di avere distribuito centinaia di magliette con la scritta “No all’informazione imbavagliata” in dodici città italiane ed europee in cui si svolgono eventi paralleli, tra cui Londra, Parigi e Bruxelles.

Tanti gli interventi in programma, fra cui quelli del premio Nobel Dario Fo, dello scrittore Roberto Saviano, del presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida e dell’attore Neri Marcorè. Ci sarà anche un omaggio ad Anna Politkovskaja, la giornalista critica nei confronti del Cremlino uccisa a Mosca nel 2006. E poi tanta musica, con l’Orchestra di Piazza Vittorio e Samuele Bersani, Marina Rei, Enrico Capuano e Teresa De Sio.