Tirate le somme

Con i poteri conferitimi dal Magnifico Rettore,

vi dichiaro Dottori in Informatica

 

homersimpson-laureaFinito. Dopo poco più di 3 anni all’Università degli Studi di Milano, alla fine mi sono laureato pure io. Non un gran votone, 99, ma in fondo poco mi importa. Le materie in cui non sono andato bene sono quelle che con l’informatica hanno meno a che vedere, e alla fine tutto si riconduce a quello. La laurea che ho preso, la facoltà che ho frequentato, poco hanno a che vedere con l’informatica, con quella che è l’informatica ora e nei prossimi anni.

Se potessi tornare indietro a Luglio 2009 quando, neo maturato, mi sono iscritto all’UniMi, credo che mi fermerei. Calma, respira. Forse questa non è la scelta migliore.

No, non sono per nulla soddisfatto della mia Università, di quello che mi ha offerto, rapportato a quello che pagavo. Programmi arretrati, corsi non competitivi per il mercato del lavoro, attrezzature e locali inadatti ed inefficienti. Lo specchio del declino dell’Università italiana. Quella che un tempo era il fiore all’occhiello dell’informatica in Italia, oggi non è che una facoltà che insegna l’ISDN come il futuro di internet. Per dire.

2 o 3 esami sono quelli che si salvano, coi rispettivi professori. Gli altri… bah.

Credo che la maggior parte del declino sia dovuto alla mancanza di fondi, ma è anche vero che si potrebbe fare uno sforzo e cambiare i programmi ed i corsi complementari. Per esempio, perchè non togliere qualche credito di matematica e inserire dei corsi  di applicazioni Android, iPhone e Windows Mobile? E anche un bel corso di sviluppo web, di quelli completi, divisi in moduli, dalla programmazione lato server, alla creazione di interfacce grafiche fino alla sicurezza web? O magari corsi che certifichino la conoscenza in ambito Linux, Windows e Mac.

I laureati devono uscire e le aziende dovrebbero fare a gara per averli. Invece no, ci rendono i metalmeccanici del 21° secolo, seduti di fronte a un pc a scrivere due righe di codice (se va bene) o fare report per una banca.

Parliamo tanto di fare StartUp, ma datecene la possibilità! Tuteliamo gli studenti che si mostrano abili, offriamogli i locali e i mezzi universitari per poter sviluppare le idee e i progetti, finanziamoli e non lasciamoli allo sbando, alla ricerca di qualche buon’anima che gli dia dei soldi. Non dovrebbe fare anche questo l’Università?

Chissà perchè, ma come sempre questo mi pare il mio bel mondo utopico, e purtroppo non ci azzecca nulla con quello che mi sono lasciato alle spalle il giorno della mia laurea.

Un’Università che, tutto sommato…

“Bè, sarebbe un 22…”

“Scriva cazzo, scriva!”

Così si conclude il mio ultimo esame all’Università degli Studi di Milano. 3 anni iscritto al corso di Informatica, con alti e bassi. E tutto sommato, non è stato poi così brutto. Solo deludente.

Il corso di Informatica all’UniMi è quanto di più anacronistico si possa trovare. Una materia come l’informatica, che cambia, sia aggiorna e migliora ogni 6 mesi, insegnata come fossimo negli anni novanta, come se poi, usciti da qui, non si dovesse andare a lavorare e usare tecnologie recenti.

Perché studiare matematica su matematica, linguaggi a metà senza considerare aspetti più “raffinati” quali un’interfaccia grafica, e poi non fornire corsi su sviluppo web o applicazioni smartphone, significa non dare agli studenti ciò che davvero serve nella vita fuori dall’Università.

La nostra università forma laureati già arretrati nel momento stesso di uscire. Se ci si vuole aggiornare bisogna farlo da soli, cercando con le proprie manine in Google come si fa. Ma guai a dire a un professore di aggiornare i propri programmi anno per anno, troppo difficile. Guai a rimuovere corsi fuffa e sostituirli con insegnamenti seri e validi che ci possano rendere competitivi con il resto del mondo.

Noi impariamo a studiare, studiare e basta. Mai a fare. E per quanto sia utile e nobile fare ricerca, e da qui giustificare questo tipo di studio, tuttavia la formazione professionale deve essere garantita e garantita in modo ottimale, o ci si troverà ancora una volta ad avere una serie di laureati di carta.

L’Università Italiana, l’UniMi, fiore all’occhiello negli anni ’90 e 2000 per il mio Corso di Laurea, è stata una vera e propria delusione, evidenziatasi palesemente durante il mio Erasmus nel confronto con gli studenti stranieri. Ecco perché qui, dopo la laurea, non ci metterò più piede. E di certo non sorrido per questa mia scelta.

 

Investimenti futuri

Nell’ultimo mese mi sono trovato ad analizzare diversi prodotti tecnologici per andare a riempire una o più mancanze nelle macchine a mia disposizione. Ho cercato di essere il più oggettivo possibile, ragionare dettagliatamente su quello di cui ho effettivamente bisogno e quello di cui invece ho solo un desiderio superficiale, un capriccio.

Cosa
Innanzitutto: cosa mi serve? Già alla prima domanda non saprei rispondervi esattamente ma, genericamente, direi prodotti per lo studio ed il lavoro. Qualcosa che non necessariamente sia utile per entrambi ma anche più prodotti che rispettano queste necessità. Più in dettaglio mi sono trovato ad analizzare queste possibilità:

  • Acquisto di un nuovo computer
  • Acqusito di un tablet
  • Acquisto di un  eBook reader
  • Upgrade del mio attuale laptop.

Perché
Nuovo computer e tablet hanno l’obiettivo di aiutarmi nello sviluppo web, il primo per lo sviluppo vero e proprio, l’altro per poter testare ciò che creo su un dispositivo sempre più diffuso in ambito consumer.

Il tablet però si ripropone anche, insieme all’eBook reader, come strumento di lettura e studio, permettendo la lettura di libri e appunti universitari. Punto a favore del tablet è la possibilità di prendere appunti la quale, però, potrebbe essere sostituita dall’utilizzo dell’ultrabook, estremamente leggero e portatile.

Ultimo nella lista è l’upgrade del mio attuale computer (un eccellente Dell Studio 1555 di tre anni fa) che, aimè, inizia a sentire i segni dell’età. Si tratterebbe principalmente di acquistare un SSD da sostituire all’attuale disco rigido e, magari, vedere di trovare un sistema operativo migliore dell’ultima versione di Ubuntu.

I prodotti
Nello specifico, i prodotti che sto considerando di acquistare sono:

Spesa
Come potete notare, la spesa è molto diversa in base alle diverse combinazioni che posso scegliere.

La combinazione più semplice è tablet + upgrade, cioè 250€ + 200€ = ~400 € (tetto massimo 500 €). Possibilità anche di aggiungerci l’eBook reader base, raggiungendo quota ~480€.
Abbiamo poi nuovo pc + eBook reader, 1300€ + 80~130€ = ~1450 € (tetto massimo 1600€)
L’ultima combinazione è nuovo pc + tablet, e lì si va a spendere un occhio della testa toccando 1300€ per il primo e 250€ per il secondo, ovvero ~1550€.

Conclusioni
Mi rendo conto che tutte le soluzioni richiedono un investimento non indifferente di denaro e tempo, la scelta deve essere ben ragionata e in grado di garandire il miglior rapporto investimento/necessità. La prima soluzione spicca per la sua relativa economicità, almeno 1000€ meno rispetto alle altre due, ma manca principalmente nella possibilità di avere un computer performante ed ultraleggero da poter facilmente trasportare.

Mi riservo ancora questi 2 mesi che mancano prima del Natale per ragionare a fondo su tutte le possibilità che offre il mercato, individuare pro e contro di tutte le configurazioni e stabilire un budget da rispettare.

Sarei felice di ricevere feedback, consigli e critiche delle cose che ho scritto. Essendo soprattutto un fatto economico, avere le idee chiare e la consapevolezza di non stare facendo una stronzata è il miglior punto di partenza per non buttare via i soldi.

 

 

La dura vita di un appassionato di tecnologia

Ieri giornata particolare per me e per quanto concerne la tecnologia: è iniziato il Google IO 2012 (con un mega keynote pieno di cose strafighe) e ho ricevuto, finalmente, il mio Raspberri Pi. Vomitavo essenza nerd da tutti i pori.

Tornando al primo punto, quello sul Google IO, ho potuto seguire in diretta streaming l’evento e godermi di tutte le nuove features di Android 4.1 nonchè i nuovi prodotti che mamma Google ha partorito, dal tablet Nexus 7, al social device Nexus Q fino al figherrimo Google Glass.

Nexus 7
Nexus Q
Sergey Brin e il Google Glass

Quello che però si cela dietro tutto questo orgasmo di tecnologia è un profondo senso di tristezza e impotenza. Partendo dal fatto che abitando in Italia (e, in generale, in Europa) la tecnologia a mia disposizione è decisamente limitata rispetto a oltreoceano, inoltre un appassionato di computer soffre all’incirca ogni 6 mesi quando, dando una rapida occhiata al proprio estratto conto, si accorge di non potersi permettere la nuova figata appena uscita. Perchè, alla fine, è proprio quello il problema: i soldi.

L’industria informatica sforna meraviglie e innovazioni tecnologiche con cadenza, più o meno, semestrale, rendendo il tuo device acquistato con tanto sudore già obsoleto dopo pochi mesi. I prezzi poi non aiutano dato che, solitamente, si tratta di spendere 300~500€ nella migliore delle ipotesi, per singolo device. Quando poi te ne vengono presentati 2 o 3 in contemporanea ecco che a 1000 euri ci arrivi in un batter d’occhio.

Molti dicono “Pff, che te ne fai di tutta quella tecnologia? Cosa spendi soldi per quelle robe?”. Bè, ognuno ha i suoi interessi: chi i libri, chi la musica, chi il bricolage. Io ho la tecnologia e, purtroppo, costa. E tanto.

A te

A te, che nel 2012 con un computer all’ultimo grido utilizzi una versione craccatissima di Office 2000, permettimi di dire una cosa: hai battuto forte la testa?

Per quale sarcavolo di motivo devi ostinarti ad usare software vecchio di 12 anni quando la versione recente funziona meglio, ha più funzionalità ed è anche più bella esteticamente? Perché devi volerti così male da usare ancora windows XP con Internet Explorer 6, con il calendario che segna “26 marzo 2002” perchè neppure lui ci crede che lo stai davvero utilizzando nel 2012.

C’è gente che si è fatta il mazzo per craccare Windows 7 che ti verrà passato sotto banco da tuo cuggino, se ti va male. Se ti va bene avrai pure sufficienti competenze per cliccare il pulsante “scarica ora e scansiona il pc” su quel dubbio sito internet di origine rumenostrogota, così almeno ti si friggerà il computer e sarai costretto a comprarne uno nuovo con Windows 7 preinstallato.

E se sei uno di quelli che ancora non ha buttato via il suo Pentium II a cartuccia, 64Mb di ram e 2GB di disco perchè il software della contabilità gira ancora su DOS: apri gli occhietti e invece di regalare iPhone ai dipendenti paga uno stramaledetto software che giri su un sistema operativo che non abbia bisogno del riavvio per leggere una stramaledetta chiavetta USB.

E a te, che mi chiedi di installarti Ubuntu sul computer vecchio, che oramai un nuovo ecosistema sconosciuto ai più brillanti geni della biologia si è sviluppato tra le ventole e la porta seriale della stampante, non è che perchè si sta parlando di linux il computer si riscopre in grado di far girare Skyrim in HD. E se sai che il 90% dei tuoi software girano solo su windows, non venire a piangere da me dopo 2 mesi dicendomi “eh, ma non va…”. À bello, mica ti ci ho costretto io ad installarlo. (nota 1)

E infine a te, maccaro pazzo che arrivato fino a questo punto avrai avuto orgasmi multipli gridando “EEEEEEEEH MA IO C’HO UN MECHHHHHH!!!111UNO!!!”: dimmi quando hai finito di pagare il mutuo per la tua macchina di Facebook ed esponi come il tuo acquisto da 1,2k euri ha migliorato la tua autostima.

La morale della storia è quindi: non scartavetratemi i coglioni se il vostro computer dell’anteguerra non funziona. Pace.

Nota 1: questo piccolo punto esclude mia mamma che ho obbligato ad usare Ubuntu.

2 mesi (e divagazioni varie sulla mia futura università)

Due mesi fa esatti, per la prima volta nella mia vita, mettevo piede in terriorio Finlandese e iniziava così la mia avventura targata Erasmus. Di acqua sotto i ponti ne è passata. Ho seguito lezioni, ho sostenuto esami… ma mi sono anche divertito, ho conosciuto tanta gente e ho imparato a vivere nella regione di Helsinki.

Sono a metà del mio soggiorno. Ora la domanda non è più “cosa devo fare per…” ma “quand’è che tornerò a casa?“. Non ho ancora deciso. E’ praticamente sicuro che passerò il capodanno qui e, di conseguenza, la data del mio ritorno sarà uno dei primi giorni del nuovo anno.

La prossima settimana è la “Project Week”, 7 giorni senza lezioni da dedicare a progetti, studio individuale o… cazzeggio. Non ho ancora deciso come la passerò, probabilmente svilupperò qualcosa col computer, oppure sistemerò varie cose. (Piccola parentesi sui progetti: può darsi, ma non confermo ne smentisco, che kaniwax venga riaperto. Stiamo a vedere…). Quindi, se qualche malintenzionato ha in programma di cazzeggiare in questa settimana può benissimo venire in Finlandia a farsi un giro.

Negli scorsi giorni ho continuato la mia ricerca sulla mia futura scelta della laurea magistrale e sono arrivato a un buon punto. Ho analizzato le principali università europee alla ricerca di quello che cerco io a un costo umano, dato che non posso permettermi rette universitarie da ricconi.
Il Regno Unito offre numerose soluzioni ma è terribilmente caro. Un vero peccato perchè avrebbe migliorato notevolmente il mio inglese.
Anche la Svizzera ha delle ottime università, ma anche per lei il costo è un problema.
C’è poi la Finlandia: università gratuita, ottima istruzione ma nessun corso che mi interessi.

Dopo tutte queste ricerche, ormai un po’ deluso, ho cercato in Italia: nella mia università (Università degli Studi di Milano) c’è un corso di Informatica Magistrale, ma non è che mi convinca più di tanto. E’, invece, più interessante seguirlo in lingua inglese a Crema. Cambiando università ho trovato due corsi interessanti in Bicocca, laurea Magistrale in Informatica (con corsi ben più interessanti di quelli forniti dall’Unimi) e laurea Magistrale in Teoria e Technologia della comunicazione per la quale però è richiesta una conoscenza di psicologia.

Dopo tutte queste ricerche, ecco che mi salta in mente un’idea: “ma non c’era anche un’università in Norvegia?“. E TAC! Il corso perfetto per me al  Gjøvik University College: Master of Science in Media Technology, un corso incentrato sul web e sui media, proprio quello che cercavo io e che in Italia non riesco a trovare. La cosa bella è che ho (avrò, dopo la laurea triennale) tutti i requisiti necessari per accedere e, dulcis in fundo, è gratis!

Insomma, manca ancora tanto tempo, devo finire gli esami e laurearmi prima di pensare al da farsi anche se nei prossimi 6 mesi dovrò già prendere una decisione. Stiamo a vedere. Per ora non posso fare altro che mettercela tutta per uscire nel miglior modo possibile dalla triennale e avere qualche speranza di essere accettato ovunque io decida di andare.

C’è qualcosa di prondamente sbagliato

Finiti gli esami mi sono deciso a installare la nuova versione di ubuntu, la 11.10 denominata Oneric O-qualcosa. Non pensavo di poter essere così deluso da una relase di Ubuntu, davvero.

Partiamo dal Desktop Environmet, ovvero Unity: ‘na bella merda. Per niente intuitivo, confusionale e ideale solo ed esclusivamente per il touchscreen (anche se pure su questo ho dei dubbi). La cosa principale che non capisco è “dava così fastidio la suddivisione per categorie che aveva gnome?”. Ora per aprire un programma puoi fare due cose: o entrare nella dash e cercarlo digitandone il nome, o sperare che sia tra le ultime applicazioni usate e trovarla cliccando in un menu. Già, era troppo complicato stare a pensare se la tua applicazione era nella categoria Internet, Multimedia o Cazzate varie.

Nautilus, o chi per lui, è stato mutilato, come pure la barra superiore. L’integrazione del menu in quest’ultima, poi, è davvero una cosa orrenda. E poi l’elenco delle finestre aperte che si integra alla barra di sinistra che è un pugno nell’occhio. Insomma, di Unity l’unica cosa che mi piace è l’integrazione (dopo 5 stramaledetti anni) di Thunderbird con le notifiche. Alleluja!

Passiamo quindi a fare il culo a Gnome3. E già, perchè c’è pure quello! Di default non è installata la shell, quindi c’è solo una versione esteticamente vecchia del nuovo gnome, installiamo quindi la versione completa. Anche questo fa cagare come pochi. Funzionalità mutilate pure qui, gestione della mia scheda grafica che se disegnavo io a mano le finestre era meglio. Di buono c’è che la gestione del menu è nettamente migliore di Unity: sposti il mouse nell’angolo in alto a sinistra e ti si apre il menu, davvero velocissimo. Inoltre per gestire le finestre aperte posso benissimo utilizzare AWN senza che mi venga il vomito.

E’ vero, sul “mercato” ci sono altri DE come xfce o kde, ma non soddisfano quello che cerco io. Cosa cerco io? Gnome 2.3 migliorato, niente di più. I tre bei pulsantini, “Application-Places-System”, una migliore integrazione delle notifche, gestione perfetta della batteria, scrolling con due dita e altre piccolezze che anche se non ci fossero fa nulla, dato che posso contare sulla semplicità ed efficienza di Gnome 2.3 ma soprattutto la possibilità di confgurare tutto quello che mi passi per la mente… ma vallo a raccontare agli sviluppatori.

C’è poi da aggiungere la lentezza nel caricamento, la batteria che sembra durare molto meno (ma forse deve solo abituarsi), la mancanza di scorciatoie da tastiera nettamente utili, la rimozione di Synaptic dalle applicazioni di default e un generale senso di inefficienza.

In conclusione: NO, Ubuntu 11.10 NON mi piace! Vogliono fare la distro “diversa”, per l’utente comune. Mah, a me sembra solo un casino e basta. La mia precedente versione era la 10.10 e mi ci trovavo benissimo. Ho cambiato solo per curiosità e perchè, comunque, non ha senso utilizzare software e kernel non aggiornati. Ora aspetto questi due giorni per decidere il da farsi.

Un anno fa diedi come voto ad Ubuntu 10.10 un bel 8½… Oggi do a Ubuntu 11.10 3½.

Applicazioni da avere per Android

Come già detto in questo mio vecchio post, è da poco più di un mese che sono in possesso di uno smartphone con sistema operativo Android. Da allora ho installato un numero discreto di applicazioni, non troppe, il giusto per avere un minimo di personalizzazione, utilità e svago.

Ecco la lista delle app (gratuite) che ho installato e, in un certo senso, consiglio di avere:

AK Notepad (Utility)

Un semplice blocco note. Essenziale. Possibilità di esportare il testo in formato .txt su scheda SD. Condivisione della nota tramite Facebook, Twitter, BT, Mail, ecc..

Angry Birds (Gioco)

Un gioco da avere ASSOLUTAMENTE. Butterete via ore della vostra vita su questo fantastico gioco edito da Rovio che ha già spopolato su iPhone. L’obbiettivo è distruggere tutti i maiali verdi utilizzando una fionda e degli uccellini dalle molteplici abilità. Per ora disponibile solo su device più performanti.

AppBrain App Market (Utility)

Un’app che ti consiglia app. In base alle applicazioni installate viene fornita una lista di applicazioni che potrebbero interessarti, installabili con un link diretto al market.

ASTRO (Utility)

Un semplice file manager. Sfoglia e crea cartelle. Modifica, elimina, rinomina, sposta file. Tutto quello che vorreste da un file manager.

Barcode Scanner (Utility)

Non un semplice lettore di codici a barre, ma anche un utilissimo QRCode Reader.

Battery Status (Utility)

Inserisce nella barra di stato la percentuale di carica e nelle notifiche informazioni sulla batteria. Personalizzabile in molti aspetti, dal colore allo stato della batteria. Utile per avere un controllo maggiore sulla carica rimanente.

ConnectBot (Utility)

Controllare il proprio computer tramite SSH. Con ConnectBot è come avere un terminale in mano. Per veri nerd (o anche per nerd alle prime armi :P).

Dazzle (Utility)

Widget per controllare semplicemente dalla home wifi, bluetooth, luminosità, suoneria, GPS, rete e sincronizzazione. Ampiamente personalizzabile ed adattabile allo spazio disponibile. Sostituisce degnamente il widget di default.

Dropbox (Utility)

Per chi dispone di un account dropbox, questa app non può mancare. Totalmente integrata con il servizio permette di scaricare, caricare e modificare i file nella propria directory online. A differenza della versione per pc i file non vengono salvati sul dispositivo ma recuperati da internet al momento del bisogno.

Facebook (Social)

Non servono altre descrizioni. Accede a tutto ciò che offre Facebook. Eccetto la chat.

FeedSquares (Feed RSS)

Inserisci il tuo account Google e accedi a tutti i feed di Google Reader. Organizzati in una grafica davvero ben fatta e rivoluzionaria, gestisce in modo ottimo tutti i nuovi articoli.

Foursquare (Social)

Nient’altro che l’app per poter fare i checkin con Foursquare. Offre tutto ciò che serve compresa la gestione di Amici e Badge.

Friendroid (Social)

Per chi usa FriendFeed è un ottimo modo per seguire i propri amici. Perfetto in tutto a parte la visualizzazione di immagini e lo scrolling infinito della timeline (entrambi non implementati).

Frozen Bubble (Gioco)

Come Puzzle Bubble. Solo la versione free.

FxCamera (Foto)

Fornisce alcuni effetti grafici per le tue foto, anche già scattate. Non eccellente, ma divertente da usare in alcune occasioni.

Go!Chat (Social)

Come detto prima, Facebook non include la chat. Ecco che Go!Chat ci viene in aiuto gestendo in modo perfetto la chat di Facebook. Possibilità di impostare uno stato personalizzato con tanto di risposta automatica.

Googgles (Utility)

Dai laboratori Google un’applicazione che effettua ricerche in internet… da una foto. Funziona a spruzzi, soprattutto se ciò che si cerca è qualcosa di italiano (o comunque non inglese). Funziona su oggetti semplici, loghi e testi.

Handcent Sms (SMS/MMS)

E’ IL programma per gestire gli sms/mms. Personalizzabile fino all’inimmaginabile, dal font al colore dello sfondo, dalle suonerie al colore del led, dallo stile Android a quello iPhone con notifiche Popup. Insomma, non posso più farne a meno. Ha subito sostituito il programma di default.

Orari Trenitalia (Utility)

Stazione di partenza – Stazione d’arrivo. Orario. Ecco i treni. Semplice, con tanto di binario di partenza. La versione a pagamento comprende anche la prenotazione del biglietto.

Skype (VoIP)

Usa Skype come sul tuo pc… eccetto per la video chiamata. A meno che non hai uno smartphone Android con videocamera frontale.

Spaghetti Marshmallow (Gioco)

Costruisci imponenti strutture usando solo degli spaghetti e dei marshmallow. Carino, un po’ complicato da capire al primo colpo, ma assicura un notevole quantitativo di fumo dalla testa.

StreamFurious (Streaming Radio)

Ottimo programma per l’ascolto di web radio con possibilità di aggiungere le stazioni preferite.

Task Manager (Utility)

Un task manager che non solo permette di chiudere le applicazioni aperte ma che si occupa anche di chiuderle in automatico una volta che non vengono più utilizzate. Il risparmio di batteria è garantito e con esso anche la fluidità del dispositivo.

Twitter (Social)

Perfetta integrazione con il social network Twitter. gestisce tutte le funzionalità che si hanno sull’interfaccia web.

Naturalmente molte altre applicazioni erano già pre-installate sul mio HTC Desire (come Youtube, Google Navigatore, Quick Office e molte altre). Qui ho elencato solo quelle installate in seguito. Per gli androidiani che stanno leggendo, l’invito ad aggiungere nei commenti eventuali applicazioni utili che qui sopra non sono elencate.

Una settimana con HTC Desire

Alla fine ho ceduto e l’ho comprato. Dopo circa un anno che tenevo via i soldi per uno smartphone ho deciso di acquistare l’HTC Desire (a un prezzo abbastanza accessibile cercando in giro per ebay).

Ecco le prime impressioni:

Schermo Touch Screen

HTC ha dotato il Desire di uno schermo AMOLED capacitivo davvero ben fatto, il tocco è rilevato senza problemi ed è altamente sensibile. I colori e le linee sembrano davvero ben definite (almeno a uno che ha 10/10 di vista) e sotto questo aspetto mi ha davvero soddisfatto.

Sistema Operativo Android

Android è una FIGATA. Davvero. Mi piace un casino. Poi l’interfaccia HTC Sense rende tutto molto più semplice e immediato. Il market è fornitissimo di applicazioni, anche se ho deciso di acquistarne il meno possibile, giusto il minimo indispensabile.

Durata Batteria

Sotto tutti gli stress del caso la batteria dura tutta la giornata: wifi e navigazione costante fanno durare la batteria dal mattino alle 7 fino alla sera alle 12.

Peso

Il Desire è leggermente più pesante di altri smartphone come il Samsung Galaxy S o l’iPhone 4, tuttavia non è un punto particolarmente rilevante, a mio avviso.

Fattura

Il cellulare è robusto, molto, anche se una piccola pecca ce l’ha: è già presente della polvere! Allucinante, oggi non ci potevo credere. Ho mandato una email ad HTC mezzo incazzato dicendo che un prodotto che viene venduto in negozio a 500€ non può avere di questi problemi dopo una settimana! Vedremo che cosa mi risponderanno.

Connessioni

Nessun problema particolare per perdita di segnale o ricezione wifi, tutto è nella norma e prende come il mio vecchio cellulare (un nokia 5500). Anche il bluetooth acquisisce subito i dispositivi presenti nelle vicinanze.

Scrittura

Un mio pallino è sempre stato la scrittura sui telefoni touchscreen. Spesso non si riesce a scrivere bene per vari motivi (schermo poco sensibile, incapacità interpretative del softaware). In questo caso lo schermo fa il suo santissimo dovere e il software rimpiazza pienamente le mancanze di quest’ultimo: l’interpretazione di ciò che voglio scrivere è nel 95% dei casi esatta. I miei complimenti.

Ci sarebbero un sacco d’altre cose di cui parlare, ma in fondo queste sono solo prime impressioni.

All’HTC Desire do un buon 9 come voto, perchè pieno di potenzialità ma con qualche pecca ancora da sistemare.

Ma mettetevi d’accordo!

Premettendo che a me dell’iPad di Apple importa poco o nulla (anzi, proprio nulla), tuttavia oggi sono rimasto colpito da Google News che riportava, una sotto l’altra, due notizie da due fonti differenti riguardo al numero di unità di iPad vendute in America nelle prime 4 settimane. Ecco una bella immagine al riguardo:

Come come? Punto Informatico dice che sono state vendute 1 milione di unità mentre l’ANSA 300 mila? Mi paiono non poco discordi questi dati, dell’ordine delle 700 mila unità! Ma com’è possibile? Un conto avessero detto 1 milione una fonte e 900 mila un’altra… ci può stare. Ma un gap così elevato è totalmente fuori dal normale!

Chi avrà ragione? Chi invece torto? Bè, a dirla tutta non me ne frega più di tanto. Era giusto una scusa per lamentarsi un po’ ancora una volta…