Lei

Lei è lì, muta, che mi fissa. Non spicca una parola, ma mi chiama a gran voce. Ma io non posso, non posso davvero.

Abbiamo passato tanto tempo insieme, fianco a fianco, mano nella mano. Così sottile e fragile, eppure così importante e ricca di pregi.

Lei sta ancora lì, seduta sul tavolo, a fissarmi. Mi guarda. La guardo. “Vai“, mi dice, “Fallo!“, mi sospira.

Non posso resisterle. Ha sempre la meglio, lei che nonostante quel piccolo intollerabile inconveniente mensile, riesce sempre a farmi appassionare e a farmi dire…

Ti amo, carta di credito.

[edit] TROLOLOLO 😀

Quella voglia matta di prendere un martello e spaccare qualcosa

Gli studenti sotto esame sono una di quelle categorie di persone a cui si concede un trattamento di favore, un po’ come le regioni a statuto speciale. Questi individui – di cui faccio parte – hanno il diritto di potersi sfogare in qualunque modo su chiunque o qualunque cosa, considerando la difficile situazione che stanno affrontando.

D’altronde, come potete biasimarci? Ci rinchiudiamo in camera o in biblioteca per un mese (se va bene) studiando sempre la stessa identica cosa, per poi magari essere bocciati. Mi chiedo che senso abbia questo studio così estenuante e meticoloso che si risolve in un più semplice – ed inutile – studio a memoria.

Io domani ho un esame, uno dei più difficili. Davvero pensate che tra una settimana, quando oramai sarò stato bocciato e di questo esame non se ne riparlerà per altri 4 mesi buoni, io mi ricordi ancora cosa faccia esattamente la procedura save del kernel di minix? Ma soprattutto, davvero è così importante saperlo?

In teoria la risposta è , ma qualche volta mi piacerebbe scegliere e studiare le cose che mi servono e che mi piacciono. Io non voglio fare il sistemista, perché devo studiare così approfonditamente i sistemi operativi? Non voglio fare il ricercatore, perché così tanta matematica? Perché così pochi corsi sul web? Perché… perché?

Alla fine è normale che uno scleri, che inizi ad avere desideri strani come andare in giro con un martello a spaccare gli specchietti retrovisori delle auto con targa dispari. È normale, normalissimo. Anche il canguro volante qui di lato dice lo stesso. Mai contraddire un canguro volante, soprattutto quando sua moglie l’ha lasciato per colpa del suo vizio per l’alcool. Cose brutte, eh.

Porta asciugamani

Sono convinto che colui che produrrà un porta asciugamani ad altezza umana farà un sacco di soldi.

Non potete negare, chiunque di noi la maggior parte delle volte opta per l’utilizzo dell’accappatoio vicino alla doccia invece della salvietta lì di fianco al lavandino. È normale, si trova ad una altezza tale per cui non ci si deve chinare. Ma dai, chi l’ha pensata una cosa del genere? Per i bambini? Non scherziamo…

Voglio un porta asciugamani più alto, e lo voglio ora!

Dopo questo post dalla dubbia utilità me ne ritorno sui libri.

La bella la va al fosso, ravanei remulass barbabietole spinass tré palanche al mass. La bella la va al fosso, al fosso a resentar, ohei, al fosso a resentar.

 

 

Monti ha perfettamente ragione!

Ora che ho la vostra attenzione (e metà di voi sta già per bruciarmi vivo) passo alla spiegazione. Leggete tutto e non interrompetemi (non potete), ma potete lasciare benissimo dei commenti.

 

«I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide»

Ciò che ha detto Monti non è sbagliato in generale, è sbagliato per l’Italia e per il periodo che sta passando. In questo paese siamo sempre stati abituati a cercare un posto e starci finchè non si raggiunge la pensione. Di questo Fantozzi è un esempio perfetto: l’impiegato che odia il suo lavoro ma lo fa perchè deve sopravvivere ed arrivare al fatidico momento in cui potrà spaparanzarsi sul divano fino alla morte, per poi scoprire che si annoia.

Ecco, questo è l’italiano medio, che si accontenta e che rimane attaccato al suo posto; che quando un giovane più bravo di lui si fa avanti lo sottomette per far capire subito chi comanda e così via, ciclicamente, la storia si ripete generazione dopo generazione. Impara a stare al tuo posto, cosa vuoi di più del sopravvivere? Un lavoro che ti piaccia? Il lavoro non deve piacere, serve solo per fare soldi. Per quello ci sono gli hobby nel finesettimana.

Mario Monti ha fatto bene a dire quelle cose? NO, è stato un idiota, forse per la prima volta durante il suo mandato. Ha scelto il momento peggiore per dirlo, in cui tanti italiani firmerebbero carte false per avere un lavoro. Quindi no, Monti non ha fatto bene. Ma, per come la vedo io, il pensiero espresso è più che condivisibile. Questo detto da me, una persona che sogna di poter affrontare tante esperienze e sfide nella propria vita, per trovare giorno dopo giorno un motivo in più per essere felice di ciò che si è diventati.

Idee

È curioso come tutte le idee mi vengano fuori sempre mentre sto studiando. Badate bene, nel 99% dei casi non hanno nulla a che vedere con quello che c’è scritto sui libri, ma le idee nascono così, a caso. Capita che a volte mi sveglio la notte e, non riuscendo a riprendere sonno, mi ascolto un po’ di musica… una valanga di idee ne escono.

Bello“, penserete, “è sicuramente una buona cosa!“. Sbagliato! Pensare a tutto questo mi distrae dagli studi che, per quanto noiosi, mi servono per avere una laurea e, a quanto dicono, una laurea ti fa trovare un lavoro migliore. Sarà, ma io a 21 anni ancora non lavoro e vivo in casa coi miei perchè non riuscirei a mantenermi.

Comunque, a farla breve, alla fine cedo e mi metto a divagare in lungo e in largo, pensando a progetti che magari mai attuerò, anche se vorrei. Ivan, mio fedele compagno d’università, lo sa bene e la cosa bella è che quando gli espongo i miei progetti lui si trova sempre interessato e condivide le mie idee, mi da una mano e cerca di aiutarmi a realizzarle. Sarei contento – e onorato – di lavorare un giorno con lui, è davvero una grandissima persona.

È anche vero che coi sogni non si campa, ma si sa mai… magari…

 

Una poltrona e un PC

Devo comprarmi una lavagna

Questo è uno di quei post che solitamente non frega un cavolo a nessuno. Di quelli che mi vien voglia di scrivere quando sono sotto la doccia, ascoltando la musica ovattata proveniente dalla camera da letto. Avrei bisogno di nuovi artisti nella mia libreria musicale, nessun genere in particolare – i miei gusti sono vari – ma qualcosa di nuovo e curioso non mi farebbe male.

Sembra che la nostalgia della Finlandia vada via via scemando, tramutandosi in una preoccupante voglia di andarsene di casa e cambiare ambiente. Ecco che l’occasione viene accolta dal già trattato argomento “Università per la specialistica”. All’elenco delle università europee che mi allettano si aggiunge, udite udite, un’università italiana! Sì, bè… italiana. Italo-tedesca. Sto parlando della Libera Università di Bolzano che offre programmi per la specialistica che non sono niente male, completamente in lingua inglese. Stica! Per di più i miei non sembrano nemmeno così riluttanti all’idea, risultando invece un po’ più preoccupati all’idea di un mio trasferimento all’estero (cosa che, comunque, preferirei a prescindere). In ogni caso è ancora presto per decidere.

In questo periodo mi devo preparare per un esame, molto difficile devo dire, e mi ritrovo come al solito pieno di idee e progetti da realizzare, progetti che inevitabilmente intralciano i miei studi e mi occupano la stragrande maggioranza del mio tempo. Il problema è sempre lo stesso: io penso sempre a queste cose che mi piacciono e ci ragiono su 24/7 togliendo spazio ai miei studi. Non avessi da preparare esami starei tutto il giorno a lavorare sui miei sogni. Verrà il giorno…

Qualche giorno fa mi sono svegliato con un’ideona: tiriamo su un’azienda, un’impresa o un sarcavolo-come-si-chiama. Googolando su per giù ho scoperto che non fa per me: scartoffie, soldi, scartoffie e soldi. Immaginavo potesse essere difficile, ma non così tanto. Come uccidere le idee di un giovane.

A proposito di idee, da quando sono andato in Finlandia ho aperto una bella cartella nel mio Google Doc, si chiama “ideas”: ci scrivo tutto ciò che mi passa per la mente, tutto ciò che voglio e forse realizzerò. Giust’ora sto aggiungendo un nuovo file dal titolo “Raspberry PI”. Se non sapete cos’è, googolate – troppo lungo da spiegare (circa 10 parole, eh!).

Bene, se ancora non vi siete addormentati o non avete chiuso il sito vuol dire che non avete proprio niente di meglio da fare che darmi retta. Bravi voi.

A presto con buone nuove. Ora vado a dormire che s’è fatto tardi e il pupo c’ha sonno. Il pupo sono io.

300

Anche gli spartani leggono P-Corner

Raggiunta quota 300 post. Niente male, eh? Non scrivo più così spesso come una volta, ma fa sempre piacere sapere che qualcuno mi segue ancora.

Grazie quindi a tutti voi che leggete, commentate, condividete le stronzate che scrivo.

E ora via, verso i 500 😀

True story

Email a finnish teacher: 

Hello, I need this. Bye.

 

Email an italian teacher: 

Dear kind awesome Teacher,

if it’s not a problem for You, and if You don’t have anything else to do (but if You have, please, tell me! I don’t want to bother You) I really appreciate if You, a magnificent Person, can do a really small favor to me, a poor little student.

Thank You very very much (Did I say You’re awesome?). Marco Bassi.

 

 

Strano

È come se casa mia non fosse più casa mia. Come se la mia città natale non fosse più questa. Come se fossi in un paese estero, ospite di qualcuno.

Anche parlare italiano, talvolta, risulta strano. Iniziare una frase in inglese per poi realizzare che non verresti capito.

La normalità sembra essere andata a farsi friggere, sostituita da una condizione strana e indescrivibile, che ti fa sentire a disagio.

Ecco, questo è come mi sento. Strano.