Cose che non vi ho detto

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Più di un mese che non scrivo nulla. Da dopo la mia laurea, per essere precisi. Cosa volete che cambi in un mese nella vita di Poltro? Tutto, ecco cosa. Cambia la vita, gli affetti, il lavoro, i passatempi… e in un attimo ti trovi catapultato in un mondo tutto nuovo.

Ho risparmiato soldi, ho comprato un computer nuovo (un MacBook Air, chi l’avrebbe mai detto…), ho collaborato a progetti, ho tirato su qualche spicciolo, abbastanza da decidere di aprire una partita IVA. Ho visto quanto fosse comunque difficile tirare su qualche soldo, essere indipendente.

Allora ho inviato qualche curriculum, giusto per provare, per vedere che succede e anche “perché no?”. Poi ti propongono un colloquio “sono rimasta molto impressionata” – mi dice Marina – “Ti andrebbe di fare un colloquio telefonico?”.
Al telefono parla veloce, dice tante cose, descrive tutto minuziosamente. Mi chiede alcune informazioni personali, esordendo con una domanda sulla mia esperienza Erasmus. Poi domande un po’ più tecniche, domande filtro, sufficienti per farmi avere il secondo colloquio. Un’ora, nulla di più. Anche il colloquio numero due se ne va. “Settimana prossima ti faremo sapere” – dicono. Al mio orologio passano meno di 48 ore e ho un lavoro.

Le cose che non vi ho detto sono ancora tante, perché è bello prendersi un po’ di tempo per farle maturare, per realizzare cosa stia succedendo e iniziare a veder delinearsi il proprio futuro.

A presto gente, ho ancora tante di quelle cose da raccontarvi…

Laureati di carta

Vedo tanti laureati e laureandi che in realtà sono solo studenti, e non persone, uomini o donne. Trascorrono le giornate a studiare e studiare per passare esami impossibili o magari più semplici, senza distogliere l’attenzione dall’obbiettivo: avere voti perfetti. E così sacrificano vita sociale, hobby, divertimento in cambio di un curriculum universitario di tutto rispetto. Ha senso? Il mio parere è che no, questo è completamente insensato e controproducente.

Credo che una persona non sia fatta solo di ciò che studia, ma anche di questo: relazioni, divertimento, passioni non sono una perdita di tempo, bensì un modo per formare la persona e anche renderla capace di svolgere il proprio lavoro in un modo che solo lei sa fare, proprio perché influenzata dalle esperienze che ha vissuto.

Mentre scrivevo il mio curriculum mi sono fatto aiutare dal ragazzo di mia sorella, che di esperienza in ambito lavorativo ne ha sicuramente più di me. Mi ha consigliato di aggiungere nel CV non solo le mie competenze ma anche le mie passioni, i miei gusti musicali, i miei hobby. Oltreoceano sono abituati a questo, a considerare l’impiegato come un individuo composto da tanti fattori, e non da un pezzo di carta con scritto “Laurea in …”.

Io non so quando mi laureerò, quanto sarà il mio voto finale. Non so niente del mio futuro. Tuttavia so che i miei studi, i miei viaggi e le mie passioni mi aiuteranno a trovare un buon lavoro, e non il passare le giornate sui libri fino a che non si ha raggiunto il 30.

Monti ha perfettamente ragione!

Ora che ho la vostra attenzione (e metà di voi sta già per bruciarmi vivo) passo alla spiegazione. Leggete tutto e non interrompetemi (non potete), ma potete lasciare benissimo dei commenti.

 

«I giovani devono abituarsi all’idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E’ bello cambiare e accettare delle sfide»

Ciò che ha detto Monti non è sbagliato in generale, è sbagliato per l’Italia e per il periodo che sta passando. In questo paese siamo sempre stati abituati a cercare un posto e starci finchè non si raggiunge la pensione. Di questo Fantozzi è un esempio perfetto: l’impiegato che odia il suo lavoro ma lo fa perchè deve sopravvivere ed arrivare al fatidico momento in cui potrà spaparanzarsi sul divano fino alla morte, per poi scoprire che si annoia.

Ecco, questo è l’italiano medio, che si accontenta e che rimane attaccato al suo posto; che quando un giovane più bravo di lui si fa avanti lo sottomette per far capire subito chi comanda e così via, ciclicamente, la storia si ripete generazione dopo generazione. Impara a stare al tuo posto, cosa vuoi di più del sopravvivere? Un lavoro che ti piaccia? Il lavoro non deve piacere, serve solo per fare soldi. Per quello ci sono gli hobby nel finesettimana.

Mario Monti ha fatto bene a dire quelle cose? NO, è stato un idiota, forse per la prima volta durante il suo mandato. Ha scelto il momento peggiore per dirlo, in cui tanti italiani firmerebbero carte false per avere un lavoro. Quindi no, Monti non ha fatto bene. Ma, per come la vedo io, il pensiero espresso è più che condivisibile. Questo detto da me, una persona che sogna di poter affrontare tante esperienze e sfide nella propria vita, per trovare giorno dopo giorno un motivo in più per essere felice di ciò che si è diventati.