Gli studenti sotto esame sono una di quelle categorie di persone a cui si concede un trattamento di favore, un po’ come le regioni a statuto speciale. Questi individui – di cui faccio parte – hanno il diritto di potersi sfogare in qualunque modo su chiunque o qualunque cosa, considerando la difficile situazione che stanno affrontando.
D’altronde, come potete biasimarci? Ci rinchiudiamo in camera o in biblioteca per un mese (se va bene) studiando sempre la stessa identica cosa, per poi magari essere bocciati. Mi chiedo che senso abbia questo studio così estenuante e meticoloso che si risolve in un più semplice – ed inutile – studio a memoria.
Io domani ho un esame, uno dei più difficili. Davvero pensate che tra una settimana, quando oramai sarò stato bocciato e di questo esame non se ne riparlerà per altri 4 mesi buoni, io mi ricordi ancora cosa faccia esattamente la procedura save del kernel di minix? Ma soprattutto, davvero è così importante saperlo?
In teoria la risposta è sì, ma qualche volta mi piacerebbe scegliere e studiare le cose che mi servono e che mi piacciono. Io non voglio fare il sistemista, perché devo studiare così approfonditamente i sistemi operativi? Non voglio fare il ricercatore, perché così tanta matematica? Perché così pochi corsi sul web? Perché… perché?
Alla fine è normale che uno scleri, che inizi ad avere desideri strani come andare in giro con un martello a spaccare gli specchietti retrovisori delle auto con targa dispari. È normale, normalissimo. Anche il canguro volante qui di lato dice lo stesso. Mai contraddire un canguro volante, soprattutto quando sua moglie l’ha lasciato per colpa del suo vizio per l’alcool. Cose brutte, eh.
Concordo in pieno, infatti anche io mi chiedo come mai uno che vuole fare il giornalista debba studiare javascript °_°
Mah! Io che sono vecchio (e non sono informatico anche se l’ho fatto per tutta la vita) adesso vedo le cose in modo diverso. D’accordo che non serve studiare a memoria e che gli esami sono una pessima cosa e che studiare è stressante ma, ecco, come dire (mi sono perso) o (non trovo il coraggio) o (dai!)