Bambini irritanti

Sì, sono stato pure io bambino… lo so. Ma la quantità stratosferica di bambini delle medie che salgono sul pullman delle 13:10 mi ha leggermente rotto. Io sono seduto, bello tranquillo, con la musica nelle orecchie, quando una mandria urlante sale sul pullman e interferisce con il mio sano riposo. Basta! Avete rotto! Siete Irritanti!

Tutto qui, niente di più. Dovevo sfogarmi.Vi odio (bambini).

Astronomia =/= Astrologia

Mi chiedo come la gente possa ancora oggi credere che una particolare posizione dei pianeti possa influenzare le nostre decisioni, la nostra fortuna, i nostri incontri… insomma, la nostra vita.

E’ una cosa palesemente falsa. Anche perchè com’è mai possibile che io, di segno zodiacale “A”, abbia oggi le stesse esperienze di un’altra persona di segno “A” che si trova nell’opposto emisfero? Insomma, non ha fondamento questa schifo – scienza – inventata – schifezza! L’astronomia e l’astrologia sono due cose diverse, e mai un astronomo ha avuto la pazza idea di dire “Mmm, oggi mangerò brodino di pollo perchè Venere è di 2 centimetri sovrapposta a Urano”.

No, seriamente. Com’è possibile che ancora oggi esistano degli astrologi? Non me ne capacito. Anzi, propongo una sfida a ogni astrologo presente sulla faccia della terra: sfido chiunque di questi ciarlatani a predire anche un solo evento della mia vita che si avvererà nel futuro. Il tutto senza conoscermi e guardando solo le stelle. Vabbè dai, se vogliono possono anche guardare il brodino di pollo dell’astronomo…

Vecchia scuola

Quando sei all’università ti ritrovi inevitabilmente con quasi tutti i sabato mattina liberi e, in periodo d’esami, anche con molte giornate infrasettimanali libere. Per palesare questo non c’è modo migliore che passare un paio d’ore nel liceo che hai concluso l’anno precedente, incontrando vecchi amici più giovani che ancora devono concludere i loro studi.

Quando entri ti senti come superiore alla “legge” che vige nell’istituto: non temi più il professore che sta per entrare in classe, puoi sostare in mezzo ai corridoi a parlare con chiunque passi, spargi perle di saggezza sull’università ai più giovani e ti vanti di aver già finito le superiori. Insomma, è come se fossi un’autorità nell’ambiente… naturalmente un’autorità senza fondamenti 😀

Ah, bella la vita da universitario… sarebbe ancora più bella se la prof si degnasse di far uscire i voti dell’esame di laboratorio…

Google condannato

(Tratto da zeusnews.it)

Nel 2006, l’8 settembre, alcuni ragazzi pubblicarono su YouTube un video in cui maltrattavano un proprio compagno di scuola affetto dalla sindrome di Down.

Non appena la notizia si diffuse, montò la protesta finché il 6 novembre un utente privato e il Ministero dell’Interno, quasi contemporaneamente, chiesero a Google la rimozione del video, cosa che avvenne il giorno seguente.

A quel punto, però, era troppo tardi per fermare la macchina che s’era messa in moto. La famiglia del ragazzo vessato dai compagni aveva esposto querela, cui si erano aggiunti anche l’Associazione Vividown e il Comune di Milano, quali parti civili.

Per Google, tuttavia, sembrava che non sussistessero problemi seri: una direttiva europea del 2003, recepita dalla legge italiana, stabiliva che i provider non sono responsabili dei contenuti, a patto che cancellino i contenuti offensivi dietro segnalazione.

Stante tutto ciò, la condanna odierna ha colto di sorpresa non solo gli imputati, ma l’intera Rete. Non a caso il New York Times ha definito la sentenza “storica” per quello che riguarda la giurisprudenza di Internet.

David Drummond, George De Los Reyes e Peter Fleischer sono stati considerati responsabili per un video caricato da dei ragazzini – questi, sì, davvero responsabili non solo del video ma anche dei maltrattamenti – sulla piattaforma da loro gestita.

Il Tribunale di Milano, che ha emesso la sentenza, sembra credere che sia non solo auspicabile ma anche tecnicamente possibile censurare all’origine il materiale ospitato da una piattaforma di condivisione libera (beh, libera fino a oggi) come YouTube.

Se le difficoltà tecniche di un’impresa del genere sono evidenti per tutti (a eccezioni di quelli che dovrebbero vederle) le conseguenze per la libertà della Rete sono ancora più preoccupanti.

La sentenza sembra illudersi che il problema non sia la violenza al ragazzo, ma il video, dimenticando che la violenza ci sarebbe in ogni probabilità stata anche senza filmato (così come esisteva già prima che nascesse YouTube).

Nel periodo di tempo in cui il video è rimasto online i dirigenti di Google non sono stati consapevoli dalla sua esistenza – come avrebbero potuto? – finché qualcuno non ha avuto il buon senso di non limitarsi a scandalizzarsi per la sua presenza ma di segnalarlo come contenuto da rimuovere, cosa che è avvenuta.

È senz’altro significativo, poi, che a questo punto del processo i genitori del ragazzo maltrattato si siano da tempo dissociati dall’intera vicenda ritirando la querela.

Si erano resi conto che tutto il rumore creato dai vari attori non era finalizzato alla tutela della vittima, che anzi veniva “ulteriormente offesa e umiliata dai titoli e dalle immagini”, ma aveva probabilmente altri fini.

Stando a quanto è dato finora di sapere, la condanna si basa su un mancato rispetto delle norme sulla privacy da parte di Google, che avrebbe dovuto chiedere l’intervento del Garante prima di mettere online il video ritraente un “minore affetto da patologie”, come se la decisione di rendere visibili quelle scene fosse stata di Google e non dei quattro ragazzini (peraltro già condannati).

Per i dettagli, occorrerà aspettare che il giudice Oscar Magi depositi le motivazioni della sentenza, cosa che avverrà entro 90 giorni. Fortunatamente – secondo gli avvocati della difesa – è caduta l’accusa di diffamazione, altrimenti “l’obbligo di censura preventiva da parte degli hosting provider” sarebbe stato automaticamente sancito.

Resta comunque il problema della responsabilità attribuita a chi fornisce il mezzo di comunicazione, e non a chi lo usa.

E mentre all’estero – e non solo – si chiedono quale deriva censoria stia prendendo piede in Italia, è singolare come per la seconda volta in poco tempo qualcuno chieda di mettere il bavaglio a Internet.

“Se i siti come i blog, Facebook, Youtube vengono ritenuti responsabili del controllo di ogni video” – spiega Marco Pancini – “significherebbe la fine di Internet come oggi lo conosciamo, con tutte le conseguenze politiche e tecnologiche. Si tratta di principi per noi importanti, perciò continueremo a seguire i nostri colleghi in appello”.
Qui sotto la direttiva Europea sulla responsabilità del materiale pubblicato in internet:

Leggi tutto “Google condannato”

Alessandro Gilioli al Presidente del Consiglio

Ho trovato in rete questa lettera scritta da Alessandro Gilioli in occasione del No B-Day del 5 Dicembre rivolta al Presidente del Consiglio e letta durante l’evento. A prescindere dalla manifestazione, questa lettera merita di essere diffusa e pubblicata, perchè espone idee a mio avviso molto interessanti da non sottovalutare. L’unico mio rammarico è di esserne venuto a conoscenza solo 3 mesi dopo.

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle una notizia: lei è un uomo del secolo scorso.

Siamo qui a comunicarle che lei è un uomo del tempo in cui bastava avere tre o quattro televisioni per imporre un modello culturale, un sogno fasullo, un partito creato a tavolino in una concessionaria di pubblicità.


Un uomo del tempo in cui comunicazione voleva dire pochi grandi proprietari di mass media che potevano fare e disfare la realtà a loro piacimento, stabilire ciò di cui si doveva avere paura e ciò che si doveva desiderare.

Un uomo del tempo in cui lei poteva entrare nelle case, nelle teste e nell’anima delle persone mescolando bugie e illusioni per modellarle secondo i suoi interessi prima economici e poi politici.

Bene, presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che quel tempo è finito.

Lo sappiamo, queste sera le sue tivù pubbliche e private faranno finta che noi non ci siamo mai stati, che oggi non sia successo niente e nessuno sia venuto qui a dirle quello che è già accaduto: e cioè che lei è diventato l’uomo del passato, è diventato l’uomo di un secolo che non c’è più.

Noi oggi siamo qui a comunicarle che il suo giocattolo si è rotto e non le servirà più a niente perché milioni di persone lo sapranno lo stesso, su Twitter e su Facebook, sui blog e su YouTube e in mille altri posti ancora di cui lei nemmeno conosce l’esistenza.

Oggi siamo qui a dirle che noi non siamo caduti nella sua trappola della paura e non crediamo più al modello conformista e al pensiero unico che lei, come i suoi amici dittatori sparsi per il mondo, ha imposto per vent’anni ingannando soprattutto i meno avveduti e i più vulnerabili: gli anziani, i poco istruiti, quegli elettori che lei stesso ha definito «bambini di quinta elementare e neppure tanto svegli».

Presidente Berlusconi, noi oggi siamo qui a dirle che la bolla d’aria in cui voleva tenerci per sempre chiusi è scoppiata.

Noi ora sappiamo aprire le finestre e vedere il mondo fuori che ride di lei, che la disprezza, che la sbugiarda. Non servono più a niente le censure delle sue tivù, non servono più a niente i piccoli e grandi servi che riempiono di bugie i suoi mass media. Perché noi sappiamo aprire le finestre e sconfiggere la paura del nuovo.

Presidente Berlusconi, ci guardi, non c’è niente di virtuale in questa piazza. Perché lei non lo sa ma il Web è soltanto uno strumento, un grande strumento che lei, uomo della tivù, semplicemente non conosce.

Noi non siamo virtuali, signor presidente, siamo persone in carne e anima che usano la Rete perché è il luogo della pluralità culturale, delle mille idee e dei mille confronti, della comunicazione orizzontale e degli unici miracoli davvero possibili, come quello che abbiamo creato oggi: una piazza piena di gente che si è organizzata in Rete e ora è qui tutta insieme, per dare a questo paese una scossa che è d’amore e non di rabbia.

Noi non siamo pirati informatici o aspiranti assassini via Facebook, signor presidente, siamo persone appassionate e forti, tolleranti e libere, curiose e coraggiose, innamorate della biodiversità intellettuale, culturale, etnica, etica, religiosa, politica.

Cioè proprio il contrario del suo modello, signor presidente: monocratico, verticale, impositivo, fasullo. E davvero sì, virtuale, quello.

Presidente Berlusconi, qui ci sono ragazzi che avevano 15 anni quando l’hanno vista per la prima volta in televisione a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Adesso quei ragazzi hanno trent’anni, magari si sono sposati e hanno dei figli, ma se accendono la televisione trovano ancora lei – con i capelli dello stesso colore – lì a insultare i giudici, ad accusare ogni dissidente di essere comunista, a raccontare barzellette stupide e bugie pietose.

Ma loro e noi , insieme, nel frattempo abbiamo aperto le finestre, anche se lei non se n’è accorto, impegnato com’era a fare affari, ad allargare il suo potere e il suo io, a inventarsi nuove leggi che la mettessero al di sopra di ogni giudizio.

E noi oggi le mandiamo questa lettera per dirle che anche se lei cercherà di nascondere a se e agli altri la realtà e il nuovo secolo, saranno la realtà e il nuovo secolo a venirla a prendere.

Noi, presidente Berlusconi, oggi glielo diciamo con le parole di Aurelio Peccei, partigiano, imprenditore, pioniere del suo tempo.

«Quanto accadrà d’ora in avanti» diceva Peccei, «dipende da noi in una misura mai concepita nel passato, che noi dobbiamo fare appello a nuove forme di coraggio perchè uscire dal pozzo non è un’utopia ma una prospettiva assolutamente verosimile.

Lo è se vogliamo che lo sia».

Ecco perchè, per quanto cerchi di prolungare il suo giorno più in là, signor presidente, per lei la sera è arrivata.Onorevole Berlusconi, noi oggi siamo qui a darle la notizia che il suo tempo è finito.”

Alessandro Gilioli, 5 Dicembre 2009

Alessandro Gilioli nasce a Milano nel 1962.

Giornali a cui ha lavorato:

Domenica del Corriere (1986-1987)
Sette del Corriere della Sera (1987-1989)
Il Giornale (1989-1991)
L’Europeo (1991-1995)
Campus e Class (1995)
Gulliver (1995-1999)
HappyWeb (1999-2002)
L’espresso (2002 – presente)

Facebook supera Google

Leggo dal sito del Corriere della Sera che nel mese di Gennaio il volume di traffico a cui è stato soggetto Facebook è superiore rispetto a quello di Google. Il sito riporta anche le seguenti cifre: 2.872.823.682 di utenti su Facebook contro i 2.780.997.436 di Big G.

Ora, sebbene si parli di decine di milioni, non mi sembra che meno di 90 milioni di utenti di differenza su una scala di quasi 3 miliardi sia poi così rilevante. Inoltre che cosa vorrebbe dire questa cosa? Stiamo paragonando un motore di ricerca con un social network. Che ci azzeccano l’un l’altro non lo so! Avrebbe più senso confrontare gli utenti di Facebook con quelli di Windows Live Messenger, due realtà distanti ma almeno simili. Inoltre finchè ogni telegiornale si mette a cercare persone su Facebook ogni volta che muore/risorge/parla/sparla qualcuno, è ovvio che le visite aumentano. Ma se è per questo anche quelle di Google aumentano…

Insomma, questo paragone non sta in piedi, ecco tutto. Una volta tanto queste società di statistica/analisi internet sono pregate di fare qualcosa di buono, anzichè sparare numeri senza raziocinio. Grazie.

Browser internet per Windows: dal 1° Marzo c’è il Ballot Screen

Dopo una lunga telenovela tra Microsoft e UE, ecco arrivare sui computer europei il Ballot Screen, la soluzione al problema della scelta del browser internet nel sistema operativo Windows.

Ballot Screen: come si presenterà

In cosa consiste? A partire dal 1° Marzo (ma già in sperimentazione da settimana prossima in Inghilterra, Belgio e Olanda) un aggiornamento dei sistemi operativi Windows 7, Vista e XP farà comparire all’utente una schermata in cui si chiede quale programma utilizzare per la navigazione in internet. Appariranno in ordine casuale le icone dei principali software disponibili sul mercato: oltre a Internet Explorer troveremo Firefox, Safari, Opera, Google Chrome e altri, con link per il download e schede di approfondimento.

Il Ballot Screen, frutto di una volontà da parte dell’UE di permettere all’utente una scelta libera, immediata e incondizionata di un browser internet, dovrebbe evitare l’utilizzo forzato per gli utenti Windows di Internet Explorer (fino a Windows Vista, infatti, la mancanza di IE comprometteva il corretto funzionamento del sistema operativo).

Sebbene sia una decisione più che importante nell’ambito delle libertà dell’utente, tuttavia la maggior parte di questi tenderà a scegliere, a mio avviso, il browser Microsoft proprio perchè da sempre abituato ad averlo sul proprio PC. Molti utenti non sanno di avere un altra scelta e, purtroppo, anche quando sanno di averla sono troppo pigri per provarla. A costoro dedico questo mio vecchio post con un ottimo video incorporato. A tutti gli utenti Windows (di cui – fieramente – non faccio parte) auguro una buona – e saggia – scelta 😀 .

Browser internet per Windows: dal 1° Marzo c’è il Ballot Screen

Dopo una lunga telenovela tra Microsoft e UE, ecco arrivare sui computer europei il Ballot Screen, la soluzione al problema della scelta del browser internet nel sistema operativo Windows.

Ballot Screen: come si presenterà

In cosa consiste? A partire dal 1° Marzo (ma già in sperimentazione da settimana prossima in Inghilterra, Belgio e Olanda) un aggiornamento dei sistemi operativi Windows 7, Vista e XP farà comparire all’utente una schermata in cui si chiede quale programma utilizzare per la navigazione in internet. Appariranno in ordine casuale le icone dei principali software disponibili sul mercato: oltre a Internet Explorer troveremo Firefox, Safari, Opera, Google Chrome e altri, con link per il download e schede di approfondimento.

Il Ballot Screen, frutto di una volontà da parte dell’UE di permettere all’utente una scelta libera, immediata e incondizionata di un browser internet, dovrebbe evitare l’utilizzo forzato per gli utenti Windows di Internet Explorer (fino a Windows Vista, infatti, la mancanza di IE comprometteva il corretto funzionamento del sistema operativo).

Sebbene sia una decisione più che importante nell’ambito delle libertà dell’utente, tuttavia la maggior parte di questi tenderà a scegliere, a mio avviso, il browser Microsoft proprio perchè da sempre abituato ad averlo sul proprio PC. Molti utenti non sanno di avere un altra scelta e, purtroppo, anche quando sanno di averla sono troppo pigri per provarla. A costoro dedico questo mio vecchio post con un ottimo video incorporato. A tutti gli utenti Windows (di cui – fieramente – non faccio parte) auguro una buona – e saggia – scelta 😀 .