Oggi il tempo era particolarmente brutto. Nulla di cui lamentarsi, certo… in fondo siamo in autunno ed è giusto incorrere in qualche pioggia anche un po’ forte. Quello che però fa alterare è l’incapacità del comune di Milano di mantenere le strade. Credo che già gli antichi romani avessero adottato soluzioni fognarie e incanalamenti per l’acqua piovana. Allora perchè voi (comune di Milano) non siete da meno? Ogni singolo marciapiede era completamente circondato dall’acqua, tanto che per attraversare servivano due motoscafi al posto delle scarpe oppure essere campioni di salto in lungo. Può sembrare un’esagerazione ma quando dico “ogni marciapiede” intendo proprio tutti: da quelli in piazza Leonardo, a quelli in via Celoria a quelli in via Golgi! E’ una cosa improponibile, facciamo invidia al lago di Garda! Il risultato è stato scarpe e piedi allegramente fradici fino al rientro a casa. Grazie Letizia!
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Finalmente venerdì
Credo che una delle cose più belle che possano esserci al mondo sia la consapevolezza che il giorno dopo ti dedicherai al riposo più totale. Questa consapevolezza te la offre solo il venerdì, giorno in cui, in un modo o nell’altro, tiri fino alla fne delle lezioni. Stanco, assonnato, affaticato… nonostante questo tiri fino alla fine sapendo che, una volta tornati a casa il weekend ci aspetta.
Magari… a me nel weekend aspettano solo partite da arbitrare, studio e, forse, un poco di riposo. Nonostante questo amo il venerdì, soprattuto quando Trenitalia decide di far arrivare i treni in orario e mi permette di prendere il pullman a un orario leggermente più umano. Oggi fortunatamente è uno di quei venerdì, per cui posso ritenermi abbastanza soddisfatto e contento, pronto ad affrontare un weekend pieno di impegni!
Già in università
Sono le 8:37 del mattino e già sono in università. “E qual è il problema?” penserete. Bè, il problema è che la mia prima lezione inizierà tra poco meno di 2 ore (alle 10:30) ma poichè oggi il personale ATM ha deciso di fare sciopero proprio nel periodo in cui io dovevo prendere la metro, sono stato costretto ad anticipare il mio viaggio 2 ore prima e dedicarmi ad attività studioso/ludiche presso l’aula studio dell’unimi di via golgi.
Considerando che in tutta l’aula siamo solo in 2, probabilmente tenderò ad addormentarmi sul computer e risvegliarmi all’alba delle 21:00 di oggi. Spero vivamente che non accada.
Inoltre spero anche che nessuno dei ben 2 professori abbia deciso di rimanersene a casuccia, perchè se così fosse potrei iniziare ad insultare gente a caso con in mano la bottiglia di whisky che ha comprato il tipo dietro di me al GS all’alba delle 8:23 di mattina…
Bene, ora vado a “studiare”, sia io che il mio maialino disegnato su un foglio vi salutiamo.
Ciao & hoink!
Poltro & Maialino
Ma quanto tarella il Tarallo??
Ho finito da poco una lezione di matematica del prof. Tarallo: ma quanto va veloce!!! A un certo punto metà aula ha rinunciato a prendere appunti vista l’impossibilità di molti a scrivere come una dattilografa esperta. Quando un povero alunno, alzando timidamente la mano, ha chiesto “Scusi professore, può per favore spiegare più lentamente che si fa fatica a capire?”, lui ha premuto sull’acceleratore fino a raggiungere la velocità di 20 formule matematiche per secondo!!!
L’argomento erano “i simboli di Landau” di cui non conosco il creatore (probabilmente il sig. landau, un matematico con qualche serio problema di comunicazione e integrazione sociale). Poi mi chiedo, perchè bisogna chiamare un simbolo “o piccolo”??? Chiamalo “pippo”, “zimbawe”, ma non “o piccolo”, anche perchè quando lo scrivi sembra palesemente uno zero… e molto spesso equivale a zero!!! Oddio!!! Non è possibile! E pensare che io tutto questo (e molto altro ancora) devo saperlo per gennaio. Sigh!
Triste, stanco e assonnato, direttamente dall’unimi vi saluto,
Poltro
Live @ aula sigma
Direttamente dall’aula sigma di via comelico, il poltro assiste a una fantastica lezione di laboratorio di programmazione!!! Yeah!
import prog.io.*;
class Prog1{
public static void main(String[] args) {…
…
PS lo sapevate che le 6.20 di mattina esistono?? Io no. Stamattina mi sono svegliato a quell’ora… non pensavo potessero esistere… perchè sono sempre l’ultimo a sepere le cose???
Perchè davanti a me?
Tornando oggi da Milano ho preso come mio solito il pullman. Seduto nelle ultime file ero bello comodo, tranquillo… iPod nelle orecchie e sonnellino fino all’arrivo a casa. Il pullman era praticamente deserto, saremo stati una decina… troppo bello per essere vero….
A un certo punto, un tale genio decide che gli altri 10mila posti liberi non gli piacevano e si siede nella poltrona proprio di fronte alla mia. “Qual è il problema?” vi chiederete? Bè, non di sicuro il fatto che si sia seduto davanti a me, quanto che questo gentiluomo ha deciso così, per diletto, di abbassare il sedile e mandare a far benedire le mie ginocchia. Che cavolo! Se proprio ti piace quella fila, prendi il posto di fianco, dietro di te non c’è nessuno e non dai fastidio. Perchè davanti a me?!?!
Concludo con una cosa totalmente off topic: l’immagine del giorno della newsletter di bastardidentro.it
School Card del McDonald’s (dai 14 ai 29 anni)
Tra molti studenti universitari è conosciuta da tempo. La School Card è una tessera utilizzabile nei McDonald’s di Bagnolo Cremasco, Lodi, Pieve Fissiraga e Treviglio che permette al suo possessore di ricevere un panino o un dessert in più con ogni acquisto di un McMenu.
Facciamo un esempio:
Da bravo maiale quale sono voglio prendermi un BigMac Menu. Se utilizzo la school card avrò diritto a un altro BigMac (il panino deve essere lo stesso) oppure a un dolce a scelta.
Come dicevo prima, la tessera è conosciuta da molti studenti universitari. Chi non la conosce invece sono gli studenti delle superiori.
Infatti l’offerta è rivolta agli studenti dai 14 ai 29 anni, quindi studenti delle superiori compresi. Ma come fare per richiederla? Ecco che la quantomai inutile “Carta dello studente: IO STUDIO” della Gelmini ci viene in aiuto.
Quello è un documento che attesta la vostra frequenza ad un istituo di scuola superiore. Non dovete far altro che recarvi a uno dei quattro McDonald’s elencati prima e richiedere l’apposito modulo. Compilate due cosette e… avrete la vostra School Card!
Questo articolo l’ho scritto proprio perchè, fino a quando andavo alle superiori, non sapevo della possibilità di poter fare questa tessera. Quindi, gai giovani… recatevi ad ammazzarvi il fegato con un panino extra del Mac!!!
La nuvola di Fantozzi
Perchè il tempo mi vuole male??? Esco di casa, bel tempo. Due secondi dopo nubi, vento e lampi (sì bè… ho un po’ esagerato, lo so). Esco dalla fermata della metro e inizia a piovere a dirotto. tentando di proteggere il mio portatile con ogni parte del mio braccio arrivo fradico in università (da dove scrivo ora) e con una felpa che dopo 3 ore non si è ancora asciugata.
Speriamo che più tardi non debba fare ancora i salti mortali per non bagnarmi, altrimenti dovrò elemosinare un passaggio sotto l’ombrello di qualche passante dal buon animo gentile.
From unimi,
Poltro
Poltro e Ivan e la lunga cavalcata verso via Comelico
Ore 13.30 finisce la lezione-recupero di programmazione e Ivan, mio temerario compagno di corso, mi fa una proposta: “in quest’ora di pausa, andiamo in via Comelico a registrarci al Silab”.
Ok, spieghiamo qualcosina in più:
Io e ivan ci trovavamo in via Golgi, città studi, indicativamente quartiere Lambrate di Milano. Via Comelico si trova da tutt’altra parte, vicino alla fermata della metro Porta Romana.
Il Silab è un terminale in cui registrarsi prima di accedere ai laboratori di programmazione. Se non viene effettuata la registrazione con la tessera magnetica non si può accedere ai computer del laboratorio.
L’ora di pausa consisteva in 75 min, dalle 13.30 alle 14.45, ora in cui ricominciava la lezione teorica di programmazione.
Bene, chiariti questi concetti posso proseguire con il racconto…
In fretta e furia ci rechiamo alla fermata della metro, Piola. Prendiamo la linea verde direzione Centrale FS per il cambio con la linea gialla. E già il tempo cominciava a stringere. Arrivati alla banchina… il treno sfreccia davanti ai nostri occhi… 6 minuti d’attesa. E dalle profondità del tunnel della metro si alzò un grido che iniziava con “Porca tro” e finiva con “ia”.
Passati i 6 minuti arriva il treno e scendiamo in centrale… ed ecco sfrecciare un altro treno appena partito. Fu così che le imprecazioni raggiunsero quota 2 e l’orario raggiunse le 13.59.
Finalmente Porta Romana… ma, dov’è via comelico??? Una giungla con delle scimmie ha più cartelli di Porta Romana. Nel panico cerchiamo sulle cartine della metro: dove siamo noi, magicamente, la cartina è scolorita… Ecco che l’idea “chiediamo a qualcuno” ci corre in aiuto. Un edicolante, con tono sentenzioso ci istruisce sulla direzione con un semplice “di là”. Quello che segue dopo sono 15/20 minuti di cammino trovando semafori rossi ovunque. NON FINIVA PIU’!
La lunghezza di via Comelico tende ad infinito ma, fortunatamente, la meta era vicina. Trovato il posto entriamo, ci registriamo al terminale Silab e guardiamo l’orologio. 14.35 : completa impossibilità di arrivare in orario alla lezione che sarebbe iniziata 10 minuti più tardi.
Conclusione: McDonald’s e a casa un’ora prima…
Prima settimana di università finita
E la prima settimana se n’è andata e che dire… non so. Sinceramente non so ancora che pensare. Per ora abbiamo fatto solo matematica e 1 ora e mezza di progammazione in cui ci è stato introdotto il corso. Il punto più alto della settimana è stato raggiunto quando ho scoperto con piacere che il professore di programmazione usava ubuntu… ma questa è un’altra storia…
L’università è tutta diversa dal liceo: non c’è il professore che ti dice cosa devi fare e quando. Ti dice solo “questo lo devi sapere” e basta. Sei un po’ come un cucciolo di foca lasciato vagare sui ghiacci della siberia (sinceramente non so se le foche vaghino sui ghiacci della siberia, ma sorvoliamo).
Settimana prossima sarà più intensa, con più teoria di mtematica e più programmazione. Lasciamo che il tempo mi dia una risposta alla domanda “Ho fatto la scelta giusta?”. Spero sinceramente di sì.
Da camera mia è tutto,
Poltro