Quello che davvero mi manca

E’ domenica, undici e trenta o mezzogiorno. Mi siedo a tavola per mangiare la mia classica pasta e un frutto. In mattinata ho controllato su internet i vari risultati, la classifica e il comunicato della giornata passata. Capisco di che partita si tratta, una sfida al vertice. Sembra che ci si debba mettere di impegno oggi.

Riempio la borsa: divisa nera, gialla, ciclamino… si sa mai che cavolo di divise ti tirano fuori le squadre. Taccuino, cartellini, orologio e fischietto. Sì, sembra esserci tutto. Controlliamo ancora, magari ho dimenticato qualcosa.

Poi si parte, in macchina verso un campo conosciuto o nuovo, poco importa. Le presentazioni, un sopralluogo e poi nello spogliatoio. Solo. Riscaldamento e riconoscimento e, infine, entrata in campo. Fischio d’inizio: inizia la mia partita.

È difficile da capire se non hai mai provato queste cose, ma dopo 6 anni di arbitraggio passare 2 mesi senza vedere un campo di calcio, senza provare tutte quelle emozioni che una partita ti da, bè… è strano. E tutto questo mi manca. Una delle pochissime cose che mi mancano da quando sono partito.

Su Steve Jobs

Volenti o nolenti, nel bene e nel male, oggi è la giornata di Steve Jobs, scomparso la notte passata a causa di un tumore che lo affliggeva da anni.

Molte sono state le reazioni di media e web, dallo straccio delle vesti con annesso pianto al più cinico “era un coglione”. Bene, io vorrei dissociarmi da entrambe queste reazioni, come è mio solito non mi schiero mai con gli estremi di pensiero.

Steve Jobs è stato un grande uomo, ha rivoluzionato l’informatica in un modo completamente diverso, portandola fuori da quell’universo semi-nerd per renderla disponibile all’utente più utonto che ci sia. L’ha fatto facendosi pagare, e tanto. Ma è questo che fa un’azienda: si fa pagare e guadagna soldi. È riuscito a creare un bisogno che fino a quel momento non c’era, vedasi iPhone e iPad, e ha fatto dell’immagine il suo cavallo di battaglia con cui ha ribaltato ogni pronostico.

Non bisogna però cadere nell’errore di divinizzare una persona del genere. Era semplicemente un grande uomo, importante per la storia della tecnologia e della cultura del 21° secolo, questo è indubbio, e come tale va ricordato, al pari di uomini come Bill Gates, Linus Torvalds, Larry Page, Sergey Brin, Mark Shuttleworth e tanti altri…

Ricordiamoci comunque che Steve Jobs aveva anche una famiglia e tanti amici che lo rimpiangono, uno tra questi il mio professore di LAN alla Metropolia, visibilmente commosso nel parlare del suo “vecchio amico degli States”.

Soffitto

Le 12.30 non sono poi così tardi o così presto per andare a dormire. Credo sia l’orario ideale per riflettere. Certo, anche la mezzanotte ha il suo fascino, ma è sopravvalutata. Le 12.30, invece, ti danno quei 30 minuti in più per adattarti al freddo delle lenzuola, accucciato in posizione fetale senza disperdere la minima quantità di calore. Raggiungi la temperatura perfetta, ti giri da un lato, ti giri dall’altro, fissi il soffitto. È così bianco. Non lo vedo, ma lo so: tutto bianco. Ci posso disegnare sopra quello che voglio: storie di fantasia, azione, amore. Il soffitto si presta a tutto ciò che desideri.

Quando si è piccoli si scarabocchiano i muri, o almeno io lo facevo. I miei genitori si arrabbiavano, ma in fondo per un po’ me lo lasciavano fare. Chi sono loro (e chi sarò io) per fermare un bambino mentre esprime in libertà le sue idee?

Ora sono un po’ più cresciuto, o almeno così dice la mia carta d’identità. Non disegno più sui muri con una matita, ma sul soffitto con la mia mente. E mi piace un casino.

Run Forrest, Run!

Sollecitato da uno splendido sole che non vedevo da oramai 2 settimane, oggi pomeriggio sono andato a correre in giro per Espoo, la città in cui risiedo (ma oramai dovreste saperlo).

A chi me lo chiedeva ho sempre spiegato che Espoo è un po’ come la San Giuliano per Milano. Non è vero. E’ molto, molto più grande. Davvero, non me ne ero mai accorto ma sembra davvero immensa. Per carità, non è grande come Milano, ma comunque direi che un buon Melegnano, San Giuliano e San Donato accorpati possono essere un buon termine di paragone, basti pensare che all’interno di Espoo ci sono 5 fermate del treno!

Comunque non sono andato fino all’estremo opposto della città, c’era da ammazzarsi a farlo. Mi sono limitato a vagabondare in lungo e in largo sfruttando le varie piste ciclabili presenti ovunque. Ogni singola strada ha una pista ciclabile/pedonale che, per quanto non sia proprio l’ideale per correre (l’asfalto di uccide le gambe), almeno è una buona alternativa al farsi ammazzare in mezzo alla tangenziale est in orario di punta.

Per caso sono pure passato di fronte alla sede della Nokia che è un po’ una di quelle cose che quando le vedi dici “ah, già! La Nokia è finlandese“. E niente, era lì. Piena di indiani. No seriamente, la Nokia sembra assumere solo indiani e licenziare il resto dell’europa… ma sono politiche aziendali, non mi voglio intromettere.

Divagando un po’ di più, faccio un passo indietro al primo pomeriggio di oggi quando, finalmente, mi sono ricordato di scattare questa foto [qui a destra]. Pizza Berlusconi! Yum! Come non volerla assaggiare? No, non la voglio assaggiare! In primo luogo qui sono dei cani a fare la pizza (mentre io sono un faigo nel cucinarla!), se poi la chiamate Berlusconi proprio non voglio neppure vederla! Ah, per chi fosse interessato la motivazione di questo nome è qui (Grazie Memo).

E niente, invece della pizza stasera mi cucino un bel risotto alla milanese. L’avevo promesso al mio tutor, che per giunta non c’era al mio pizza party in occasione del mio compleanno, quindi stasera mi sbizzarrisco sui fornelli. Credo di essere l’unico studente erasmus a preoccuparsi così tanto del cibo. Ma che volete che vi dica, alla fine sono italiano e, sebbene tutti i nostri (infiniti) difetti, a cucinare non ci batte nessuno. E ho le prove. Poi io a cucinare sono un faigo, come ho già detto. E sì, anche per questo ho le prove. =D

Home Sweet Home

This post is written in english and italian, cause I want all my friend here in Helsinki understand what I’m writing, even if my english is not so perfect.
(Questo post è scritto in inglese e in italiano dato che voglio che tutti i miei amici qui a Helsinki possano capire ciò che sto scrivendo, anche se il mio inglese non è perfetto)

ENG

It’s a month since I moved here in Finland. After an orientation period I adapted to this place: I know where to go, what to do, how to move.

Coming back from Tallin, one of my friends said “Oh, finally we come back home!“. Yep, at home. Because after having spent a month here, when the lessons end and outside it’s raining, it’s awesome coming back to kilonrinne 10A, Espoo: my home, sweet home.

ITA

È un mese che sono qui in Finlandia. Dopo un periodo di orientamento mi sono adattato all’ambiente: so dove andare, cosa fare, come muovermi.

L’altro giorno, tornato da Tallinn, è saltata fuori questa frase: “Oh, finalmente si torna a casa!“. Già, a casa. Perchè dopo un mese passato qui, quando finisco la scuola e fuori piove, è davvero bello poter tornare a Kilonrinne 10A, Espoo: la mia casa, dolce casa.

Tallinn

Lo so, Tallinn non si trova in Finlandia. E allora perchè ci sono andato? Bè, così, tanto per. Ci voleva proprio un motivo?

Poco più di 1 ora e mezza di nave divide Helsinki da Tallin, capitale dell’Estonia. La città è davvero molto piccola anche se molto molto carina da vedere. In 13 siamo partiti dalla Finlandia, in 13 siamo tornati. Direi che è un ottimo dato.

Tallinn è una città che trasuda di influenza russa da tutti i pori, a partire dal porto in cui si trova una specie di piramide (?) dai dubbi gusti artistici e dalla ancora più dubbia utilità. A eccezione della guida turistica e dei ristoranti, tutto il resto non ha una traduzione in inglese, e questo è un grande punto di demerito. Anche gli estoni non sono proprio afferratissimi nella conversazione inglese (una ragazza era terribilmente incapace di capire qualunque cosa cercassi di dirle)… ma questo è anche un problema dell’Italia, quindi sorvoliamo.

La città è divisa in due parti, nuova città e vecchia città. La parte più antica si visita facilmente in una giornata ed è piena di chiese e negozi di souvenir. Ma oltre a questo ha anche un sacco di edifici e posti in stile medioevale, elemento su cui si gioca praticamente tutto il turismo: non è difficile infatti trovare ristoranti che servono i propri piatti in una vera “King Arthur Experience”.

La città nuova non ha tanto da offrire, e per la verità non abbiamo neppure avuto così tanto tempo per visitarla. C’è un parco molto grande in cui si trova la residenza del presidente e il museo d’arte. Più interessante rimanere sdraiati sull’erba al sole, piuttosto che guardare la casa del presidente…

Per gli internet-addicted come me: praticamente tutta Tallin è coperta da connessione wifi libera: ogni locale ha il proprio access point a cui ti puoi connettere per quanto tempo vuoi. Un notevole passo avanti rispetto a molte altre città europee. Ah, anche la nave aveva la connessione internet gratuita.

Dal punto di vista dei costi, Tallinn è molto famosa tra i finlandesi per i prezzi davvero bassi in rapporto a quelli della Finlandia: si passa dai 7€ per una pinta di birra a Helsinki ai 2,50/3,50€ per una pinta a Tallinn: il risparmio è palese. Ristoranti e altri prodotti sono 25-30% più convenienti rispetto alla Finlandia, ma di poco inferiori rispetto all’Italia. In questo caso il problema è la Finlandia che ha dei prezzi folli.

In conclusione, Tallinn è una città molto carina ma ancora distante dalle grandi capitali europee. Ottima, a mio avviso, per passare una settimana rilassante bevendo tanta birra e apprezzando lo stile medioevale della città. Se poi ci metti pure altre 12 persone tra cui francesi, tedeschi, coreani, turchi, olandesi e russi… bè, allora il diveritmento è assicurato!

Oh, già… le foto!

PS. Oh, sì… qualcuno deve spiegarmi perchè nell’ostello in cui abbiamo alloggiato ho trovato QUESTO:

Una guida del Molise? A Tallinn?

Puro spettacolo

Lo scorso 8 Settembre è stato inaugurato il nuovo stadio della Juventus. Purtroppo non sono riuscito a seguire la diretta dell’evento e ho dovuto accontentarmi degli spezzoni pubblicati su YouTube.

Sorvolando sulle varie preferenze calcistiche, nessuno in Italia può non aver detto, vedendo quella serata, la seguente frase: “che figata“. Mi spiego meglio.

Per la prima volta in Italia una società di calcio professionista è proprietaria di uno stadio. Per la prima volta in Italia si organizza un evento del genere per la sua inaugurazione. Per la prima volta in Italia ho visto il calcio professionistico come dovrebbe davvero essere: spettacolo, puro spettacolo.

Perché se quando si è ragazzi si gioca a calcio per divertirsi e passare i pomeriggi in compagnia, a quei livelli il calcio deve essere solo quel grande spettacolo che ti regala emozioni e ti fa sognare. Il calcio è sì giocato sul campo, è sì una partita di 90 minuti, è sì una sfida 11 contro 11. Ma quello che ha fatto la Juventus la scorsa serata non era questo, era solo e semplice spettacolo… ed è questo che io voglio vedere dalla Serie A.

Presentazione delle stelle della Juventus

Prima di campionato

La Serie A è ricominciata oggi dopo un turno di riposo per via dello sciopero dei calciatori. Qui nel profondo nord ho appreso che la Juventus ha iniziato col botto: 4-1 in casa contro il Parma. Sono molto, molto contento.

Non mi faccio illusioni, non voglio parlare di scudetto, europa o quant’altro. Sono semplicemente contento che, nella prima partita ufficiale nella nuova casa della juve, questa abbia fatto un ottima gara sotto tutti i punti di vista. I gol sono davvero belli e avrebbero potuto essere facilmente 6 anzichè 4. Poi il pubblico lì, attaccato al campo. Il giocatore che dopo aver segnato va ad esultare battendo il 5 ai tifosi. L’allenatore che si incavola con la squadra anche quando sta facendo bene, perchè bisogna tirare fuori il massimo. I senatori che ancora una volta fanno vedere che di calcio ne sanno a palate, nonostante l’approssimarsi del loro pensionamento. Insomma, un bello spettacolo.

A voi la sintesi (sperando che non la rimuovano da YouTube)

I primi problemi

Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile o che avrei trovato la pappa pronta. Gli inconvenienti ci sono, non viviamo in un mondo utopico. Oggi è stata una giornata dura: ho purtroppo scoperto di non poter sostenere ben 2 esami. Ma partiamo dal principio…

Non sono venuto qui solo per divertirmi e a godere di ciò che ha da offrirmi la Finlandia, io devo anche studiare e dare gli esami! Devo cercare, per quanto possibile, di sostenere esami corrispondenti a quelli italiani e, tra questi, c’è l’esame di Reti. E’ un esame da 12 crediti che qui corrisponde a 3 esami messi insieme. Qual è il problema, dunque, se gli esami corrispondenti ci sono? Il problema è che questi esami sono uno successivo all’altro in termini di “difficolà”, se così si può chiamare. Senza aver sostenuto l’esame precedente non puoi sostenere quello successivo. Ecco che i miei piani di conquista del mondo per l’esame di Reti svaniscono.

Cosa fare ora? Bè, ho contattato il mio responsabile in Italia e stiamo cercando una soluzione: accaparrare qualche esame di qua e di là, sentire il parere del professore italiano, ecc ecc. In ogni caso la strada sembra in salita. Vedremo.

Concludo con una nota positiva: ieri sera parlavo con Niko sul sistema scolastico finlandese. E’ riduttivo dire che son rimasto a bocca aperta sapendo che qui l’istruzione universitaria è totalmente gratuita. Non pagano nulla, zero! Puoi essere straricco o povero in canna, tu hai diritto di studiare gratuitamente. A questo punto, curioso, ho chiesto quanto pagassero gli studenti esteri: zero. OMG! Io amo questo paese!

Torno in Italia, mi laureo per la triennale e la specialistica la faccio qui! Lo faccio, giuro che lo faccio!

Awesome, really awesome

Questo finesettimana sono stato ospite del mio tutor, Niko, nella sua summerhouse. Come si rilassano i finlandesi da queste parti? Semplice: prendi la macchina, guida per 2 ore e 30 direzione nord, arriva nella regione dei laghi, prendi una barca e raggiungi la tua piccola isola in mezzo al lago dove ti aspetta una casa in legno senza elettricità, gas e acqua corrente. Facile no?

Immaginate, tre giorni immersi totalmente nella natura. Nessuna distrazione, nessun rumore eccetto il vento che sbatte sugli alberi e increspa l’acqua del lago. L’acqua si attinge da un pozzo non tanto lontano. Per lavarsi si usa invece il lago, acqua pulitissima senza traccia di sporcizia (eccetto quando si usa la barca). L’elettricità è un lusso concesso gentilmente da dei pannelli fotovoltaici, ma di notte si usano praticamente sempre le candele.

Ho potuto anche provare la vera sauna finlandese: 10-15 minuti nella sauna, a 80°-90° C, e poi dritto a tuffarsi nel lago: una vera figata!

La notte, non essendoci inquinamento luminoso, si possono vedere tutte le stelle. Quando dico “tutte” intendo proprio tutte le stelle umanamente visibili dalla terra. Mai visto un cielo così bello e affascinante. Due ragazzi hanno scattato delle bellissime foto notturne, ovviamente usando fotocamere consone e non la mia misera compatta. Appena me le passano le pubblicherò pure io, perchè a parole non si può minimamente spiegare quello che ho visto in questi giorni.

Purtroppo ho finito lo spazio mensile per caricare le foto su Flickr, quindi ho deciso di appoggiarmi a Google+ (il social network di Google – se qualcuno vuole un invito basta chiedere). Ecco qui la galleria.