Una strana allergia a casa

Credo che alla fine sia proprio questo il punto, l’aver sviluppato una strana allergia a casa, al rimanere a casa, o quantomeno a ciò che reputo tale, quindi un po’ tutta l’area di Lodi comprensiva di persone a me vicine. Questa è casa, certo, ma sebbene sia accogliente e sicura, mi trovo ancora una volta a voler scegliere di lasciarla e andare via per un po’.

Questo po’ è quantificato in 4-5 mesi, ancora non so di preciso, e il dove è Berlino, capitale della Germania, città già visitata in passato con annesso pellegrinaggio allo stadio olimpico dove l’Italia di Lippi vinse i Mondiali di calcio 2006. Ma questa è decisamente un’altra storia.

Questa volta si va lì per lavorare, per trascorrere il periodo di tirocinio obbligatorio previsto dal mio corso di laurea. Sarà qualcosa inerente lo sviluppo web e affini, qualcosa che comunque avrei potuto fare anche qui, in una qualunque azienda italiana di sviluppo web. Perché allora sbattermi, fare sacrifici e complicarmi la vita per questo tirocinio che poteva essere un qualcosa di tranquillo dietro casa?

Come dicevo, io la vedo un po’ come una strana allergia a casa, alla monotonia e alla linearità che ho rimanendo qui. Non so che opportunità avrò nel mio futuro, magari dovrò stabilizzarmi per lungo tempo in un luogo a causa del mio lavoro, e inoltre ho passato 20 anni della mia vita qui nella pianura padana. Quindi ora, ma anche più avanti, voglio sfruttare tutte le possibilità che mi vengono offerte, se ci sono i presupposti, perché non potrei mai perdonarmi di essermi fatto sfuggire l’occasione di provare nuove esperienze, di conoscere altra gente e modi diversi di pensare, lavorare, vivere.

Non è solo per il tirocinio obbligatorio, per i 21 crediti che comporta. Non è neppure per l’importanza che questa esperienza avrà nel mio curriculum. È per me.

Via

E’ vero, sono solo sogni.
E’ vero, ci vuole tanto coraggio.
E’ vero, non è così semplice come sembra.

Lascerei tutto: amici, parenti.
Lascerei tutto: casa, scuola.
Lascerei tutto: arbitraggio, piccoli progetti.

Ma lo farò, io me ne andrò via. Via da qui.

Per cosa?

Per realizzare i miei sogni.
Per dare un futuro migliore a me e alla mia famiglia.
Per guardarmi un giorno allo specchio, oramai anziano col viso coperto di rughe, e vedere un uomo fiero di ciò che ha realizzato nella vita.

 

E Finlandia fu!

Dopo settimane d’attesa è arrivata finalmente la conferma: Erasmus in Finlandia!

Passerò i primi 6 mesi dell’AA 2011/2012 nell’Università di Jyvaskyla, “una città giovane e piena di brio” [cit.], a studiare i corsi del 3° anno di Informatica completamente in inglese in un ambiente totalmente sconosciuto, ma per questo motivo molto stimolante.

Inizialmente Jyvaskyla non era tra le 3 mete indicate al momento della richiesta, ma per motivi di graduatoria (e per un tipo ritardatario che all’ultimo mi ha inc****o Gjovik in Norvegia) sono finito in questa università che avevo posizionato al 4° posto nella mia graduatoria a causa del sito internet che saltava amabilmente da inglese a finnico cambiando pagina.

Comunque, la meta è di tutto rispetto: in tutta la Finlandia il livello di istruzione è molto buono, soprattutto nelle materie informatiche che, appunto, interessano a me. Posso ritenermi più che soddisfatto.

Mancano ancora un sacco di cose burocratiche prima di partire, cosa che avverrà tra inizio/metà settembre, ma oramai è deciso: da 5 mesi a questa parte non sarò più qui in Italia.

Bè, che altro dire: incrociamo le dita e vediamo che si riesce a combinare! =D