Censura

Io sono un grande fan dei Griffin, ho visto tutte le puntate che sono state pubblicate, film e episodi speciali compresi. Eppure, sebbene le abbia guardate in inglese senza la censura italiana che le riduceva a un frullato di immagini senza senso e poco divertenti, anche la serie originale è censurata. Ora mi chiedo, ma chi ha deciso che una cosa può essere trasmessa e l’altra no? Cosa c’è di così orrendo nel far vedere Peter che picchia a sangue un bambino quando al telegiornale non si risparmiano di far vedere i bambini insanguinati a causa di un attentato? Chi ha deciso che quello può essere trasmesso e quell’altro no?

Posso capire, e diciamo che approvo, il fatto di non mettere i Griffin in una determinata fascia oraria. Razionalmente, non sono cartoni per bambini. Però almeno in prima serata li possono mettere, mi pare ragionevole. Ma addirittura non trasmettere proprio le puntate. Puntate intere. In America l’episodio 21 della stagione 8 non è mai stato trasmesso in Tv ma verrà rilasciato solo in DVD. Che senso ha? In Tv ci sono più vaccate dei Griffin, ci sono cose ben più disdicevoli, come una prosperosa venere nera che conduce la versione per bambini del Mercante in Fiera. Ma dai! Poi ci credo che nascono tutti sti bimbiminkia arrapati del cavolo.

La stessa sorte capita non solo ai Griffin ma anche ad altre serie come The Big Bang Theory o American Dad, tutte mutilate dalla censura.

Credo che ci sia fin troppa ipocrisia da parte di questi individui che puntano il dito contro una serie Tv animata che prende in giro proprio l’ipocrisia della gente che fa la morale a tutti. Ma alla fine è giusto non parlare di aborto, omosessualità, religione ma si possono benissimo far vedere le tette della troia di turno…

Rettificami sto C…

Apprendo tristemente che il comma “ammazza-web” del DDL intercettazioni (l’obbligo di rettifica) è stato blindato:

L’obbligo di rettifica presente nel decreto intercettazioni sarà applicato a tutti i siti Web, a prescindere dalla tipologia. Il presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, ha ritenuto inammissibili anche gli emendamenti che si proponevano di distinguere gli obblighi delle testate giornalistiche da quelli dei siti amatoriali e blog.

Fonte: http://www.tomshw.it/cont/news/l-obbligo-di-rettifica-e-stato-blindato-tremate/26394/1.html

Che vuol dire?

Allora, poniamo che io scriva sul mio blog (seguito da giusto giusto 2-3 persone, me compreso…) che Tizio è andato in vacanza a Roma (sì, l’esempio è stupido, lo so…). Tizio mi invia una mail e mi dice “Guarda, io sono andato in vacanza a Milano e non a Roma. Cambia il tuo articolo se no ti denuncio”. Ecco, dall’invio della mail io ho 48 ore per rettificare l’articolo. Bene. E se fossi in vacanza senza internet. E se non mi funzionasse la casella di posta per un problema nel server? Dovrei andare giù di cause legali per dimostrare gli impedimenti a rettificare le mie errate informazioni? Ma soprattutto, STIAMO DAVVERO PARAGONANDO UN BLOG DI UN PIRLA A CASO CON UNA TESTATA GIORNALISTICA? MA SIAMO SCEMI?

Aspetto ansioso eventuali rettifiche a questo post!

La “guerra” di Google contro la Cina

Immaginate di essere il più grande motore di ricerca presente in internet. Immaginate di vedervi costretti a filtrare i vostri risultati in base alle leggi di uno stato, applicando la censura su di essi. Ora immaginatevi pure che una nazione abbia al suo interno migliaia di ragazzi svegli che vogliono “sapere” e che costoro, giorno dopo giorno, cercano di violare quei blocchi informatici del vostro motore di ricerca imposti dal loro governo. Ecco che vi trovereste ad avere un sistema perennemente sotto attacco e una riduzione notevole dei profitti… e la cosa vi infastidirebbe non poco.

google_cina_censura

Ecco, questo è ciò che è accaduto tra Google e la Cina. Il colosso di Internet ha ufficialmente dichiarato che rimuoverà i filtri alle proprie ricerche per il dominio .cn (cinese) di google. E l’ha fatto per davvero! Certo, il provvedimento si limita solo alle ricerche in lingua inglese, ma non è poco. In ogni caso la notizia è abbastanza ecclatante considerando i provvedimenti che il governo di Pechino ha preso per limitare l’informazione via Internet. Ovviamente dietro tutto ciò c’è comunque una motivazione finanziaria di Google che, come qualunque altra azienda, cerca di fare business, e se il business non c’è lo cerca altrove. Tuttavia l’idea che, almeno per il momento, gli utenti cinesi che conoscono la lingua inglese possano cercare ciò che vogliono on-line è molto interessante e interessanti saranno i suoi sviluppi…