Lettera al giornale

Tre giorni fa mi sono ritrovato insieme a 10 miei ex compagni di classe per scrivere una lettera al giornale locale (Il Cittadino – tratta di Lodi e Sud Milano). Il motivo di tutto ciò era che, per un mese buono, questo giornale è stato riempito di lettere di studenti e genitori che si lamentavano del Liceo Scientifico Gandini, per l’appunto la nostra ex scuola. “Voti troppo bassi“, “professori cattivi e distaccati che se ne fregano degli studenti“, “voglio portar via mio figlio da quella scuola”, ecc ecc… Sono queste alcune delle affermazioni affiorate dalle lettere.

A fronte di queste accuse, spesso insensate e ingiustificate, abbiamo deciso di rispondere in questo modo:

Gentile Direttore,

siamo dieci studenti universitari che si sono diplomati al Liceo Gandini (indirizzo Brocca) nell’anno scolastico 2008-09. Questa lettera è una risposta che intendiamo collettivamente dare ad alcune opinioni riguardanti il nostro ex istituto espresse sul Suo giornale nelle settimane scorse. In particolare intendiamo dissociarci da talune accuse di inumanità nel rapporto professori-studenti emerse dalla corrispondenza tra giornale e lettori: è fisiologica la presenza di contrasti tra le parti dovuti in particolar modo alle esigenze personali di ciascuno studente, che non possono essere soddisfatte nella loro totalità. Anche nel nostro caso si sono verificate situazioni di incomprensione tra alunni e docenti, ma è sempre stato possibile risolverle nel rispetto reciproco senza fare appello a soluzioni straordinarie quali il ricorso all’autorità del preside. Il nostro corpo docenti si è sempre dimostrato unito e disponibile al confronto costruttivo su toni pacati.
Per quanto riguarda la questione inerente alle valutazioni che vengono tacciate di imparzialità e ingiustizia abbiamo una precisa posizione: l’obiettivo primario del liceo è preparare gli studenti alla futura vita universitaria in modo adeguato sia dal punto di vista contenutistico che da quello del metodo di studio. Di certo non si mira a dare loro visibilità e lustro nei paragoni con gli alunni di altri istituti sul piano delle mere e nude vautazioni! Ad esempio il voto di maturità in Italia ha un’utilità marginale e non viene tenuto in particolare considerazione da buona parte delle università. Le facoltà a numero chiuso basano le loro scelte quasi esclusivamente sui risultati dei test di valutazione della preparazione iniziale. Pertanto non è degno affermare che gli studenti meritino di avere “vita facile” trasferendosi ad altri istituti, ottenendo migliori risultati con il medesimo sforzo, dal momento che non sono le valutazioni scolastiche liceali a contare ma la preparazione complessiva finale. Non troviamo inoltre coerenti le invettive a carattere nazionale lanciate alla situazione scolastica italiana (del calibro del dantesco “Ahi serva Italia di dolore ostello…”) che hanno caratterizzato alcune lettere precedenti. Infine invitiamo tutti a riflettere sul fatto che grazie alla preparazione umana e culturale ricevuta al Gandini molte persone riescono ad ambientarsi all’università senza eccessivi patemi d’animo.

La lettera è stata pubblicata oggi (17 Settembre 2010).

Il gioco di Wikipedia

Ieri mi è tornato alla mente un gioco che facevo solo ed esclusivamente per perdere tempo: il gioco di Wikipedia.

Guarda caso per giocarci bisogna andare su wikipedia (ma va???) nella lingua preferita: si può fare in italiano, inglese, turco, australopiteco e chi più ne ha più ne metta!

Il gioco consiste nel pensare a due parole (che per spiegare il gioco chiameremo, con molta fantasia, parola 1 e parola 2) e riuscire, attraverso i link presenti nelle pagine di Wikipedia, ad arrivare alla parola 2 partendo dalla parola 1.

Facciamo un esempio (molto, molto semplice): le parole che scelgo sono pane e ghiaccio. Cerco in wikipedia la parola pane ed ecco che appare la pagina, con tutti i suoi bla bla bla sul pane. Nella pagina ci sono molte parole in blu (ovvero i link) ad altre pagine di wikipedia. Nella pagina del pane c’è un link alla pagina dell’acqua. Cliccandoci sopra vado alla pagina dell’acqua e cosa trovo? Un link alla pagina del ghiaccio! Eccoci arrivati: partendo da pane sono arrivato a ghiaccio. Semplice no? NO! Provate ad andare da Pane a Zulu, poi vediamo…

Il gioco è l’ideale per quegli studenti che a scuola fanno finta di cercare qualcosa di intelligente su internet. Quindi sotto tutti a perdere tempo su wikipedia con un gioco demenziale!

Il gioco di Wikipedia

Ieri mi è tornato alla mente un gioco che facevo solo ed esclusivamente per perdere tempo: il gioco di Wikipedia.

Guarda caso per giocarci bisogna andare su wikipedia (ma va???) nella lingua preferita: si può fare in italiano, inglese, turco, australopiteco e chi più ne ha più ne metta!

Il gioco consiste nel pensare a due parole (che per spiegare il gioco chiameremo, con molta fantasia, parola 1 e parola 2) e riuscire, attraverso i link presenti nelle pagine di Wikipedia, ad arrivare alla parola 2 partendo dalla parola 1.

Facciamo un esempio (molto, molto semplice): le parole che scelgo sono pane e ghiaccio. Cerco in wikipedia la parola pane ed ecco che appare la pagina, con tutti i suoi bla bla bla sul pane. Nella pagina ci sono molte parole in blu (ovvero i link) ad altre pagine di wikipedia. Nella pagina del pane c’è un link alla pagina dell’acqua. Cliccandoci sopra vado alla pagina dell’acqua e cosa trovo? Un link alla pagina del ghiaccio! Eccoci arrivati: partendo da pane sono arrivato a ghiaccio. Semplice no? NO! Provate ad andare da Pane a Zulu, poi vediamo…

Il gioco è l’ideale per quegli studenti che a scuola fanno finta di cercare qualcosa di intelligente su internet. Quindi sotto tutti a perdere tempo su wikipedia con un gioco demenziale!

Threadless!

Sono finalmente arrivate dalla lontana Chicago le magliette di threadless, ordinate 3 settimane fa online. A parte i 15,59€ pagati in più per colpa del 20% di IVA (vaffanculostronzibastardifiglidibuonadonnachemifannopagareletasseanchesuquestestronzate), per il resto il prezzo è davvero irrisorio: 6 magliette a 60€ (spese consegna incluse) sfruttando le offerte speciali e il cambio più o meno favorevole con il dollaro. In ogni caso queste sono le magliette che ho preso io:

Sembrano davvero comode e non fatte di quel cotone schifoso che ti graffia la pelle, ma di quello bello morbido. Ora vorrei solo testare la resistenza delle stampe, sperando che mia mamma non me le uccida in lavatrice…

Threadless!

Sono finalmente arrivate dalla lontana Chicago le magliette di threadless, ordinate 3 settimane fa online. A parte i 15,59€ pagati in più per colpa del 20% di IVA (vaffanculostronzibastardifiglidibuonadonnachemifannopagareletasseanchesuquestestronzate), per il resto il prezzo è davvero irrisorio: 6 magliette a 60€ (spese consegna incluse) sfruttando le offerte speciali e il cambio più o meno favorevole con il dollaro. In ogni caso queste sono le magliette che ho preso io:

Sembrano davvero comode e non fatte di quel cotone schifoso che ti graffia la pelle, ma di quello bello morbido. Ora vorrei solo testare la resistenza delle stampe, sperando che mia mamma non me le uccida in lavatrice…

Pieces

I tried to be perfect
But nothing was worth it
I don’t believe it makes me real
I thought it’d be easy
But no one believes me
I meant all the things I said

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

This place is so empty
My thoughts are so tempting
I don’t know how it got so bad
Sometimes it’s so crazy
That nothing can save me
But it’s the only thing that I have

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

On my own

I tried to be perfect
It just wasn’t worth it
Nothing could ever be so wrong
It’s hard to believe me
It never gets easy
I guess I knew that all along

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

Pieces

I tried to be perfect
But nothing was worth it
I don’t believe it makes me real
I thought it’d be easy
But no one believes me
I meant all the things I said

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

This place is so empty
My thoughts are so tempting
I don’t know how it got so bad
Sometimes it’s so crazy
That nothing can save me
But it’s the only thing that I have

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

On my own

I tried to be perfect
It just wasn’t worth it
Nothing could ever be so wrong
It’s hard to believe me
It never gets easy
I guess I knew that all along

If you believe it’s in my soul
I’d say all the words that I know
Just to see if it would show
That I’m trying to let you know
That I’m better off on my own

Oramai ho aperto l’articolo

E non posso chiuderlo qui, no? Devo pure scriverci qualcosa su. Non so, tipo che questa giornata di campionato di Serie A è stata una cosa MEGA!

Ma non voglio parlare di calcio. Vorrei invece soffermarmi sulle mie capacità di consigliare alla gente ma mai a me stesso. Ci ho fatto caso ultimamente, e sono arrivato alla conclusione che io sia in grado solo di aiutare gli altri. Anche se credo sia una condizione comune. Il fatto di dire “è un mio amico, dai diamogli un consiglio” non vale per se stessi. Quando si tratta dei propri problemi noi siamo i peggiori consiglieri di noi stessi.

Vabbè, l’articolo si conclude qui. Vorrei scrivere altro ma mi si chiudono gli occhi. Domani grandi impegni. Sveglia presto, colazione, studio, un lavoretto veloce veloce (si spera), pranzo, sonnellino, studio e molto altro, intermediando il tutto con sano cazzeggio.

Buona notte (se mi stai leggendo ora). (Certo, è ovvio che mi stai leggendo ora… Per “ora” intendo nell’arco delle prossime 8 ore dalla pubblicazione, è… su un po’ di elasticità mentale!)

I fumatori non me ne vogliano

Ma io, da quando è entrata in vigore la legge sul divieto di fumo nei locali, godo come non pochi. Davvero, credo sia una vera figata poter respirare nei locali.

Certo, poi ci sono quelli che dicono “esco a fumare” e si mettono sulla porta a fumare facendo entrare tutto nel locale. Ecco questo mi sta sul culo.

Bè, non volevo aggiungere altro. Era solo un pensiero sortomi oggi.

E’ nato www.pcorner.it

Alla fine mi sono deciso e l’ho acquistato. Il sito www.pcorner.it è ufficialmente di mia proprietà e sarà il nuovo indirizzo per raggiungere il mio omonimo blog. I motivi per cui ho dovuto migrare dal vecchio sito gratuito a questo sito a pagamento li trovate qui.

Cosa cambia?

La grafica è stata completamente rivista anche se non mi soddisfa ancora al 100%: mancano molte funzionalità che mi interessa implementare e alcune finezze sul layout devono essere riviste e sistemate. Le pagine Policy Commenti e Info e Contatti sono state aggiornate e leggermente modificate. Per il resto non cambia proprio nulla dal punto di vista dei contenuti e della politica generale del sito: io scrivo quando e come posso, tutto quello che mi interessa e mi passa per la mente.

Cosa bisogna fare?

E già, anche tu, oh mio caro lettore, devi fare qualcosa. “Che cosa?” ti starai chiedendo. Bene, devi scrivere un bel commento a questo post e dirmi tutto quello che pensi sul nuovo sito, cosa cambiare, cosa lasciare, cosa riprendere dal vecchio sito e cosa ti piacerebbe vedere/leggere/trovare su pcorner. Se non vuoi lasciare un commento puoi sempre scrivermi una email a poltro@pcorner.it. Ogni consiglio è ben accetto.

E il vecchio www.pcorner.netsons.org?

Il sito di per se non esiste più: infatti, se lo si inserisce nella barra di ricerca, si verrà automaticamente reindirizzati a questo sito. Semplice no?

Non ho null’altro da aggiungere. Buona navigazione!

Poltro