Dubbi amletici su Ububuntu, free software e conigli

Sono un soddisfatto utente di Ubuntu da circa 6 anni, autunno del 2006 se non ricordo male. Da allora, attirato dall’etica del free software e dalla sua efficienza, ha deciso di mantenerlo su tutti i miei principali computer.

In sei anni molte cose sono cambiate, soprattutto in Ubuntu che ha radicalmente alterato il modo di presentare linux al pubblico, portandolo – a dire di Canonical – più vicino all’utente. Unity dovrebbe essere il cavallo di battaglia di questo obiettivo aziendale, nel tentativo di portare un’UI che sia innovativa ed efficiente.

Tra i vari blog che seguo c’è pure quello di Anonimoconiglio che, senza troppi peli sulla lingua, piglia allegramente per il culo Ubuntu, Canonical ed il loro fondatore. A parte la presa in giro, analizza anche in modo serio, se così lo si può definire, le vaccate che Ubuntu & co stanno facendo. Perchè di questo si tratta, vaccate. Una politica sempre più rivolta a trovare nuovi utenti e fonti di guadagno piuttosto che offrire un prodotto utile, funzionale e davvero free. Ubuntu, ahimè, si sta trasformando in una distro linux troppo importante da degenerare in una prettamente aziendale e lucrativa, antidemocratica e chiusa.

Ecco, non era questo che io volevo da linux e Ubuntu che, fino a poco fa, è sempre stata la migliore, a mio avviso, per usabilità e compatibilità. Dovrò trovare un’alternativa, un qualcosa di efficiente e valido, anche con software che non sia open – non sono qui a fare il fanatico Debian della situazione. Certo è che il prodotto che voglio una volta finita l’installazione pulita sia libero, modificabile e mio.

Non so, ho molti dubbi. Lasciare o no? Cambiare o continuare con la 12.04?

 

Articolo creatosi a seguito della lettura di: Nella tana del coniglio – Tutto quello che ubuntu fa per voi ma non avete mai osato chiedere

“We’re Linux” video contest

Oggi sono inciampato in questo video. Si chiama “What does it mean to be free?” (trad. “Cosa significa essere liberi?”) ed è uno dei tre video finalisti del contest organizzato dalla Linux Foundation in cui si chiedeva di esprimere con un filmato il significato di Linux e del free software.

Il video è stato realizzato da Bet Shemesh, un 25enne israeliano, che con pochi e davvero semplici elementi è riuscito, a mio avviso, a rispondere nel modo più appropriato alle richieste del concorso. Il filmato è corto, tuttavia i suoi contenuti, sempre a parer mio, possono benissimo essere trasposti ad un ambiente esterno all’informatica.

Qui sotto il video (essendo in inglese ho aggiunto una traduzione in italiano per coloro che non masticano molto la lingua inglese 😀 )

Traduzione: Cosa significa essere liberi? Significa essere in grado di scegliere, // di scegliere il proprio spazio in cui stare, // di modellare i tuoi limiti in un modo che tu possa esprimere il meglio di te. // Essere liberi significa poter dire di no, // significa poter scegliere i propri limiti per adattarli a qualcosa che solo tu puoi creare // e cambiarli quando senti che non sono più adatti a te. // Essere liberi significa dire tutto ciò che vuoi // a chiunque tu voglia // in qualunque modo tu voglia. // Essere liberi significa sapere di avere un’altra opzione. // Tu sai di avere un’altra opzione? // Linux – Prenditi la tua libertà.”

Lettera aperta al Ministro Brunetta

Tratto dalla newsletter settimanale di ubuntu-it

Numerose associazioni per il software libero, hanno sottoscritto una lettera aperta rivolta al Ministro della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, in merito al contenuto di due sue lettere, pubblicate sul giornale «Gli Altri» il 14 ed il 19 novembre. In particolare, nella prima missiva c’è una netta difesa della decisione di sottoscrivere un Protocollo di Intesa con la Microsoft, al fine di supportare gratuitamente l’innovazione digitale nelle scuole; nella seconda lettera del 19 novembre si dichiara di conoscere e valutare positivamente l’Open Source, ribadendo però di non vedere alcuna contraddizione nell’avere accettato un dono da parte della Microsoft, che ha messo a disposizione delle scuole, in maniera assolutamente gratuita, computer e relative licenze: “Non ho fatto alcuna scelta, né esclusiva né parziale, a favore di Microsoft, che resta un leader mondiale e un protagonista non secondario dell’informatizzazione globale” (Renato Brunetta).

L’Associazione per il Software Libero condivide l’intenzione di diffondere nelle scuole e tra gli studenti l’utilizzo degli strumenti informatici, contrastando così l’analfabetismo digitale, ma ritiene che le iniziative presentate con il protocollo di intesa sottoscritto, non siano adeguate allo scopo. Questo perchè esso prevede che Microsoft realizzi iniziative che avranno l’effetto di promuovere i suoi prodotti, con l’impegno dei Ministeri sottoscrittori a collaborare nella ricerca dei clienti (istituzioni scolastiche, personale docente e studenti) e ad offrire pubblicità alle attività che saranno svolte.

Secondo Marco Ciurcina “Così non si diffonde la cultura digitale, ma si promuovono prodotti e tecnologie di un’azienda il cui abuso di posizione dominante sul mercato è stato oggetto di ripetute sanzioni da parte delle autorità antitrust europee”. In altre parole la Scuola Pubblica, per sua intrinseca vocazione, ha il compito di formare cittadini, non consumatori. A questo proposito, ecco uno dei passi maggiormenti significativi della lettera aperta rivolta al ministro Brunetta: “La diffusione della cultura digitale passa attraverso la promozione di strumenti e tecnologie liberi: solo in questo modo si attuano i principi ed i valori della nostra Costituzione nella società dell’informazione e della conoscenza. Con il Software Libero si diffonde la condivisione della conoscenza, si rendono concreti valori quali la collaborazione e la libertà di espressione. Si contribuisce ad abbattere il divario digitale”.
Fonte

Come al solito il ministro che tanto si batte contro i dipendenti statali fannulloni che creano solo spreco di denaro, sperpera i soldi pubblici in ccontratti farlocchi con un’azienda che sta solo cercando di farsi pubblicità. Usiamo di più l’open source, il software libero e gratuito, e vedrai quanti soldi risparmi! Si chiama appunto GRATUITO!