Paese allo sfacelo

Prendo spunto da diversi fatti accaduti negli ultimi giorni per scrivere questo articolo sulla nostra amata centocinquantenne Italia. Mi chiedo che paese siamo o stiamo diventando.

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Sicurezza e forze dell’ordine

Ieri sera sono andato con alcuni amici a vedere la gara di Coppa Italia a San Siro. Al ritorno abbiamo trovato la nostra e altre 7 auto completamente svaligiate: computer, cellulari, vestito del lavoro. Tutto preso. Fosse stato un parcheggio nella periferia di Caracas avrei anche capito, me l’ero cercata. No, questo è un parcheggio comunale a 50 metri dall’Ospedale San Carlo di Milano, vicino a una strada mediamente trafficata di una grande metropoli. Ma è successo comunque.

Chiamiamo quindi i Carabinieri che, dopo 1 minuto (stima al ribasso), si degnano di rispondere.

Ci spiace ma non è competenza nostra. Chiami il 113 che magari loro vi possono aiutare“.

C…Come? Magari loro ci possono aiutare?! Ma siamo scemi? Prima impiegate 1 minuto a rispondere e poi non ci aiutate neppure? Chiamiamo quindi il 113 il quale risponde, anche lui, dopo 1 minuto buono.

No, non ci occupiamo noi di queste cose, se ne occupa il 112
Il 112 l’ho chiamato prima e mi han detto di chiamare voi…
Aspetti. Li richiamo io. E’ competenza loro…

Finalmente riusciamo a ottenere 2 indirizzi di caserme dei Carabinieri aperte a quell’ora (12:00 circa), perchè chiaramente a Milano, piccolo borgo di provincia, giusto 2-3 cascine sparse qua e là, sono sufficienti 2 caserme aperte di notte. Per di più solo in centro. A 100 metri una dall’altra…

Gli interessati quindi vanno a far denuncia e, tra le varie cose, l’ufficiale dice anche

Eh sì, durante le partite è sempre così…

E’… è sempre così?!?! Ma porca di quella vacca impestata! Se è sempre così metti una fottutissima pattuglia in quella zona!

Sicurezza: FAIL.

Scuola e Università

Mi è capitato di vedere uno spezzone della puntata di Ballarò (programma comunista, su una TV comunista condotto da un comunista pagato dallo stato) di mercoledì 19 Aprile. Enrico Letta, vicesegretario PD, mostra in diretta i dati sulla manovra economica che il ministro dell’economia Tremonti ha ideato e che è stato approvato dal consiglio dei ministri. Per i prossimi 3 anni un totale di 13 miliardi di euro di tagli alla pubblica istruzione.

Ma quelli non sono tagli, è riduzione degli sprechi.” “Non sono dati veri, quelli!” “Quelle sono ‘minori spese’, non tagli

Queste sono le affermazioni della maggioranza durante il programma. (Video a fondo pagina)

Non diciamo stronzate: questi sono tagli alla scuola. Niente di più niente di meno. E non venite qui a dirmi che non è vero, altrimenti la mia famiglia non pagherebbe 130€ e 300€ in più, rispettivamente per me e mia sorella, rispetto alle tasse universitarie dello scorso anno. I tagli ci sono e si sentono. E se volessimo ridurre gli sprechi taglieremmo gli stipendi ai parlamentari e i fondi per voli di stato, cacciabombardieri, bombe nucleari ecc ecc…

Scuola: FAIL.

Referendum

Il governo fa un passo indietro sul nucleare. Ne consegue che il referendum al riguardo verrà eliminato. Non dimentichiamoci però che rimangono quelli sull’acqua pubblica e sul legittimo impedimento.

E’ opinione di molti (giornalisti comunisti, ovviamente) che questo passo indietro sia stato fatto non solo per i recenti avvenimenti di Fukushima, i quali avrebbero influenzato radicalmente le scelte degli italiani, ma anche per evitare che gli altri due referendum non raggiungano il quorum necessario ad esser validi. Cosa significa questo? Significa che così facendo, se non viene raggiunto il quorum, il referendum sarebbe inutile e Mr B. potrebbe privatizzare l’acqua e legittimarsi tutti gli impedimenti che vuole per non essere giudicato dalle toghe rosse.

Andateci al referendum, anche se non c’è più quello inerente al nucleare. E’ davvero importante esprimere la propria opinione.

Referendum: FAIL.

Conclusione

Per quanto spesso le nostre idee socio politiche siano completamente diverse, non posso che associarmi a ciò che lo_shuffler scrive su twitter:

I tempi che posso sopportare fino a quando me ne andrò dall’Italia sono sempre più brevi.

Io tra 3 ½ mesi me ne vado, ma comunque dopo 5 mesi dovrò tornare. Forse.

 

Video Ballarò 19/04/2011