Oggi pensavo a un articolo un po’ serio. E per serio intendo “Hey, quello che stai leggendo non sono cazzate ma un pensiero ponderato e conciso“. Ora, se non conosci queste ultime due parole, forse questo post non è adatto a te, o mio buon lettore. Tuttavia nulla ti vieta di leggere ciò che io penso sull’aborto.
La legge 194 del 22 maggio 1978 stabilisce i casi e le modalità con cui una donna può interrompere una gravidanza. Per prima cosa mettiamo in chiaro che io sono contro l’aborto, tuttavia è bene considerare non poche variabili in questo difficile affare.
Prima della legge 194 in Italia non era possibile abortire. Perchè dunque è stata fatta questa legge? Il motivo vero è che la pratica dell’interruzione di gravidanza era diffusa in modo illegale e clandestino. Le donne che volevano sottoporsi a questa pratica dovevano farlo di nascosto, in condizioni igienico-sanitarie pessime, presso persone tutt’altro che qualifcate e, spesso, le stesse madri morivano a causa dell’operazione. Si è dunque optato per l’approvazione di questa legge non per permettere un aborto di massa, ma per tutelare e porre dei limiti a queste pratiche in modo da eliminare quelle effettuate clandestinamente.
La pillola abortiva Ru486 (di cui si sente tanto parlare in questi giorni) non è stata fatta in modo da facilitare le interruzioni di gravidanza. L’intento è invece quello di evitare alla donna i traumi e i pericoli (seppur minimi) di un’operazione chirurgica. Ancora una volta la legge difende la donna, e non l’uccisione di bambini non ancora nati.
Ma schierandoci dalla parte del futuro nascituro e parlando della Regione Lombardia, la donna non è solo posta davanti all’interrogativo “Tengo il bambino o no?”, ma le è anche possibile non riconoscere il bambino, ovvero partorire e lasciare che l’ospedale e la regione si occupino di trovargli una famiglia che lo accolga. Questo è un tentativo di limitare le interruzioni di gravidanza, tuttavia non si può negare alla donna questo suo diritto. Se la gravidanza è indesiderata può essere dovuta a molti fattori: incapacità a mantenere, dal punto di vista economico, il bambino; problemi alla sopravvivenza della madre in caso di nascita; oppure (ma di questo nessuno mai parla) una gravidanza a seguito di uno stupro. In questo caso, cosa ti ferma dall’odiare il bambino che porti in grembo?
Ci sono una serie di motivazioni e cause che i Blablaologi della TV si dimenticano sempre di considerare, giocando a fare i messia di Dio solamente per farsi vedere. Come ho detto, io sono contro l’aborto ma, vedendo tutte queste cose, davvero vorrei un mondo senza questa legge?
Ci sarebbero un sacco d’altre cose da dire, come le storie dei bravi ricchi cattolici che andavano in Svizzera ad abortire di nascosto, ma l’articolo diventerebbe troppo lungo. Inutile dire che qualsiasi commento è ben accetto.
Sono completamente d’accordo: da troppo tempo l’aborto è portato avanti come una campagna puramente politica dai cattolici e dai loro oppositori. Non si è quasi mai cercato di discuterne tenendo conto di tutte le problematiche relative al caso; se si deve parlare di aborto bisogna farlo usando la testa.
Premetto che io sono contrario all’aborto in linea di massima, dato che ritengo sia un atto moralmente discutibile ( tranne nei casi particolari che hai giustamente evidenziato Poltro ). Tuttavia essendo l’Italia, fino a prova contraria, un Paese improntato su dei principi di laicità, le leggi non dovrebbero essere basate su precetti di tipo religioso, etico o morale; in quanto democrazia non significa che la minoranza debba rispettare o osservare la morale o la religione della maggioranza. Quindi nonostante io sia contrario all’aborto, non ho alcuna difficoltà a sostenere il fatto che sia un diritto civile della donna interrompere la gravidanza qualora lo ritenesse opportuno. Non riconoscere questo fatto e voler imporre a tutti la propria visione in virtù di soli principi morali e religiosi, dimostra soltanto una grande chiusura mentale tipica della nostra società falsa e bigotta.