Io Sono Leggenda – Recensione

Dopo soli 5 giorni di lettura ho finito il libro Io Sono Leggenda (I Am Legend, 1954) di Richard Matheson, libro da cui hanno tratto ispirazione l’omonimo film del 2008 di Francis Lawrence con Will Smith, “L’ultimo uomo sulla terra” di  Sidney Salkow e Ubaldo Ragona e “1975: Occhi bianchi sul pianeta terra (The Omega Man)” di Boris Sagal.

Per chi avesse visto i film, la lettura posteriore del libro può solo essere piacevole e piena di sorprese dato che, in effetti, questi non hanno quasi nulla da spartire col libro, se non l’idea generale.

Il libro ti prende subito, Matheson riesce a descrivere molto bene la nuova Terra creatasi a seguito del contagio che ha trasformato tutta la popolazione in vampiri (sì, proprio come quelli di Twilight, solo che non brillano e non sono gay) e lascianto Robert Neville, protagonista, l’ultimo uomo sulla terra.

Quello che più ho apprezzato del libro è stata la capacità dell’autore di descrivere i sentimenti e i comportamenti che un uomo avrebbe di fronte a una situazione simile: la lotta per la sopravvivenza, la ricerca di motivazioni e stimoli per continuare a vivere, le necessità umane difficilmente placabili.

Matheson crea un ottimo intreccio, cercando di non lasciare nulla al caso (sebbene talvolta mi domando, ad esempio, come Neville possa ancora utilizzare acqua corrente), ma francamente poco mi importa di questi dettagli che passano decisamente in secondo piano rispetto a tutto il resto del romanzo che, concludendosi in un modo molto particolare e del tutto differente dai film, lascia il lettore – o quantomeno il sottoscritto – con un piacevole quesito sul senso e la razionalità della nostra società umana.

 

A.I. – Intelligenza Artificiale

A.I. – Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence: A.I.) è un film del 2001 diretto da Steven Spielberg, basato su un progetto di Stanley Kubrick con Haley Joel Osment e Jude Law.

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Ieri sera mi sono rivisto questo film. Nel lontano 2002 lo vidi per la prima volta e ne rimasi ammaliato: l’idea di questo futuro molto probabile in cui robot e umani vivono ormai insieme da anni mi affascinava. Poi le tematiche sociali, i problemi derivanti dalla convivenza di queste due “specie”, la continua ricerca del perfezionamento delle macchine affinchè somiglino in tutto e per tutto a un essere umano, l’intolleranza dell’uomo verso la macchina, il sogno di un robot di diventare un bambino umano… tutto questo è A.I., un film che può essere definito il “Pinocchio” di Stanley Kubrick messo in scena da Spielberg.

La favola di Collodi gioca un ruolo centrale nella trama del film, rappresenta l’unico motivo di speranza di un robot-bambino protagonista del film. Ottima trama, ottima fotografia, sceneggiatura superbamente definita. Si nota chiaramente l’influenza di Kubrick nel film, quella sfumatura di insensatezza che regola i suoi film. Non racconto la trama, vi rovinerei la visione di un film molto valido. Non aspettatevi effetti speciali da capogiro, il film non si basa su questo. E’ solo una storia avvincente che vi terrà attaccati al televisore per poco più di due ore.

VOTO: 8 ½

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