Sulla Civil Partnership nella cattolicissima Irlanda

 

Mi ha molto colpito qualche giorno fa la mail di un italiano qui a Dublino che annunciava il suo matrimonio con il suo compagno con cui convive da svariati anni. Certo, qui la chiamano “Civil Partnership“, ma il succo è lo stesso.

Perché nella cattolicissima Irlanda, che solo lo scorso Luglio 2013 ha legalizzato la pratica dell’aborto tra le proteste della parte cattolico-conservatrice della popolazione, oramai dal Gennaio 2011 è possibile per tutte le coppie conviventi, di sesso diverso o egual sesso, di essere riconosciuti di fronte alla legge, grazie al Civil Partnership and Certain Rights and Obligations of Cohabitants Act 2010.

La cosa che più mi piace di questa legge è che

The Act sets out the rights and obligations that civil partners have towards each other. These are broadly the same as the rights and obligations of married couples towards each.

La legge definisce i diritti e gli obblighi che i partner civili hanno nei confronti dell’altro. Questi sono ampiamente gli stessi diritti ed obblighi che ha una coppia sposata.

Gli stessi diritti e gli stessi obblighi. L’uguaglianza di fronte alla legge, un valore che, tra l’altro, è contenuto all’interno della nostra costituzione, quella Italiana.

Consiglio a tutti di leggere l’ottimo libro di Margherita Hack, In Piena Libertà E Consapevolezza (Amazon). Magari non condividerete come me tutte le sue idee, spesso radicali e profondamente anticlericali, ma sa farti riflettere e ragionare su molti aspetti quali unioni civili, testamento biologico e laicità.

Prima o poi ce la faremo a far diventare l’Italia un Paese civile.

Quest’aria Irlandese; Finlandese.

2013-10-01 13.53.48

Un po’ come quando ero in Finlandia, che mi svegliavo la mattina per andare in università e mettevo piede fuori casa. Ad accogliermi ci sarà pure stato il grigiore autunnale, il freddo. Ma quell’aria, sottile, pulita, finlandese.

Ecco, qui in Irlanda è lo stesso. L’aria è fresca e profuma di Irlanda, un ricordo di camini accesi e rugiada. Non ti si attacca addosso come lo smog unto di Milano, né odora di kebab come le strade di Berlino.

E’ un’aria immacolata, e io la respiro. A pieni polmoni.

Si vede che hai studiato: 5 1/2

Liceo Scientifico. Il corso prevede 3 ore di inglese a settimana. La maggior parte delle volte però si tratta solo di letteratura. A parte i primi 2 anni in cui si studia la grammatica, poi è solo un continuo imparare autori, opere, inglese ottocentesco.

La mia interrogazione tipo era un parlare bene di cose che neanche capivo. Già da tempo guardavo le serie TV in lingua originale (primi tra tutti i Griffin, per evitare la censura italiana), mi esercitavo e cercavo da solo le parole, i modi di dire e anche gli slang.

Nonostante questo ogni interrogazione si concludeva con una frase:

Bravo, si vede che hai studiato. 5 1/2

Figurati se non avessi aperto libro.

E ora sono a Dublino da 1 settimana. Sono stato in giro per l’Europa spesso negli ultimi 3 anni, prima volta che rimango (rimarrò) così a lungo in una città la cui lingua ufficiale (insieme al Gaelico) è l’Inglese. E incontro tante persone, irlandesi e non. Con 5 irlandesi ho avuto la possibilità di parlare a lungo, di cose varie. A metà del discorso si arrivava alla fatidica domanda:

“And where are you from?”
“Italy, from a city close to Milan”
“Oh, nice! You speak a really good english!”

Tutti-e-cinque. Stessa frase. “You speak a really good english”.

E non è per tirarsela o cosa. Solo che io qualcosina, piccola piccola, ce l’avrei da dire a chi mi dava sempre 5 1/2.

E no, non è un grazie.

Si vede che hai studiato: 5 1/2

Liceo Scientifico. Il corso prevede 3 ore di inglese a settimana. La maggior parte delle volte però si tratta solo di letteratura. A parte i primi 2 anni in cui si studia la grammatica, poi è solo un continuo imparare autori, opere, inglese ottocentesco.

La mia interrogazione tipo era un parlare bene di cose che neanche capivo. Già da tempo guardavo le serie TV in lingua originale (primi tra tutti i Griffin, per evitare la censura italiana), mi esercitavo e cercavo da solo le parole, i modi di dire e anche gli slang.

Nonostante questo ogni interrogazione si concludeva con una frase:

Bravo, si vede che hai studiato. 5 1/2

Figurati se non avessi aperto libro.

E ora sono a Dublino da 1 settimana. Sono stato in giro per l’Europa spesso negli ultimi 3 anni, prima volta che rimango (rimarrò) così a lungo in una città la cui lingua ufficiale (insieme al Gaelico) è l’Inglese. E incontro tante persone, irlandesi e non. Con 5 irlandesi ho avuto la possibilità di parlare a lungo, di cose varie. A metà del discorso si arrivava alla fatidica domanda:

“And where are you from?”
“Italy, from a city close to Milan”
“Oh, nice! You speak a really good english!”

Tutti-e-cinque. Stessa frase. “You speak a really good english”.

E non è per tirarsela o cosa. Solo che io qualcosina, piccola piccola, ce l’avrei da dire a chi mi dava sempre 5 1/2.

E no, non è un grazie.